Vai al contenuto
Home » Black Mirror

Tutti gli episodi di Black Mirror sono connessi in un’unica timeline?

Black Mirror
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla quarta stagione di Black Mirror

Che hanno in comune White Christmas, Hang the DJ, San Junipero, The Waldo Moment e tutti gli altri episodi di Black Mirror? Apparentemente, ad eccezione di alcune tematiche trattate ed un filo rosso che li unisce, poco o niente, ma i fan e gli esperti del settore, si sa, hanno tanta fantasia e hanno elaborato una teoria che sta facendo impazzire svariate persone e potrebbe cambiare le carte in tavola. Il condizionale è d’obbligo: non tanto per lo sviluppo dell’ipotesi, abbastanza convincente su più punti e solo in alcuni casi davvero fallace, quanto per la potenziale deriva che la concretizzazione di uno scenario del genere provocherebbe. Perché, in sintesi, la conseguenza sarebbe una: Black Mirror non avrebbe più una natura antologica e d’ora in avanti dovrebbe fare i conti con una continuity atipica e improbabile. Ma andiamo per ordine.

Black Mirror

Di cosa stiamo parlando? Secondo quanto ipotizzato da E. Oliver Whitney per Screen Crush, tutti gli episodi di Black Mirror sarebbero connessi in un’unica timeline (la trovate qui). La teoria, in auge da diverso tempo, ha trovato diverse conferme nella quarta stagione. In che modo? Attraverso gli easter egg, numerosissimi negli ultimi episodi diffusi da Netflix. Un chiaro esempio in questo senso è il season finale, Black Museum, sintesi ideale di diversi temi ed elementi sviluppati negli anni dalla serie, omaggiati attraverso un episodio che si trasforma fin dai primi minuti in una vera e propria caccia al tesoro (ne ha parlato anche il nostro Emanuele Di Eugenio in questa bella recensione). La timeline ricostruita da Whitney, frutto di un lavoro certosino già sviluppato al termine della terza stagione, ha poche falle, principalmente create da tre episodi che, in assenza di quasi totale di easter egg, appaiono più disconnessi dagli altri (Be Right Back, The Entire History of You e Hang the DJ).

È vero: le connessioni globali permettono l’inclusione delle puntate citate, ma il punto è un altro: ha senso immaginare un arco narrativo unico per una serie come Black Mirror? Il risultato finale è soddisfacente solo sul piano teorico: The National Anthem (quello col Primo Ministro costretto a far sesso con un maiale) sarebbe il primo episodio esattamente come nella realtà, mentre Metalhead, come evidenziato da noi in un approfondimento pubblicato qualche giorno fa (eccolo), sarebbe il finale ideale, seppur macchiato da una contestualizzazione casuale. Nonostante ciò, sarebbe una prospettiva terribile. Black Mirror è una meravigliosa serie antologica che si è evoluta nel tempo e non è mai stata uguale a se stessa: il filo conduttore suona un campanello d’allarme sulla deriva ipertecnologica che sta caratterizzando la nostra era e potrebbe distruggere i nostri figli, senza mai essere incoerente e, nel contempo, uguale a se stessa.

Black Mirror

In nome di cosa si dovrebbe stravolgere Black Mirror? Di un finale shockante con un improbabile crossover tra i personaggi dei singoli episodi? Dove andrebbe a finire l’armonia narrativa di un capolavoro che che ha dettato i tempi giusti al momento giusto delle magnifiche storie avviate, sviluppate e concluse nell’arco di un’ora? E aggiungiamo un aspetto: quanto sarebbe concreto il dubbio che Charlie Brooker possa aver immaginato un’evoluzione del genere in corso d’opera e non fin dall’inizio? Parecchio. Diciamolo: è un’idea che non reggerebbe e rischierebbe di macchiare indelebilmente tutto quello che abbiamo visto finora. Inoltre, sarebbe un peccato costringere gli autori (limitandoli) a creare dei collegamenti forzati tra le storie. Perché inserire degli easter egg è divertente e affascinante, ma portare avanti con credibilità un’opera caratterizzata da un’altra natura sarebbe quasi impossibile. Lo pensiamo noi e siamo sicuri che lo pensi lo stesso Brooker che, interpellato a riguardo, ha confermato l’unicità dell’universo psicologico in evoluzione dentro il quale convivono gli episodi, senza andare oltre. Insomma, lasciate perdere fino a prova contraria e non abbiate rimpianti con l’idea che possiate perdervi un finale rivoluzionario: quell’occasione, purtroppo, è già stata persa.

LEGGI ANCHE – Black Mirror – Il finale di Hang the DJ non è romantico. È inquietante