Se non avete mai visto Black Mirror, sappiate che siete ancora in tempo; ma se addirittura non ne avete mai sentito parlare allora, evidentemente, non siete di questo pianeta. Una delle perle di questa età d’oro della televisione, Black Mirror è una mini-Serie Tv antologica nata dalla brillante idea di Charlie Brooker.
Fu trasmessa a partire dal 2011 sul canale britannico Channel 4 (che adesso ci riprova con Philip Dick’s Electric Dreams): la prima e la seconda stagione, di tre episodi ciascuna, andarono in onda a poco più di un anno di distanza. Nel 2015, il popolare servizio di streaming online Netflix annunciò che avrebbe prodotto due nuove stagioni della Serie, di sei episodi ciascuna, tutti scritti da Brooker. Adesso aspettiamo la quarta stagione, che si preannuncia più leggera pur mantenendo sempre quello spirito critico contro la società odierna.
Ma che cosa è Black Mirror?
Fin dalla prima stagione, ogni episodio di Black Mirror racconta una storia autoconclusiva, totalmente diversa e scollegata da quella precedente e da quella successiva ma unita dall’appartenenza a una comune realtà distopica e spesso estrema. La Serie Tv racconta con crudo realismo le più insidiose e complicate strutture comportamentali ed emotive umane in rapporto all’universo digitale e non solo. La riflessione circa l’uso dello strumento tecnologico va ben oltre la sua compatibilità con l’essere umano in quanto creatura; senza tralasciare il peso della responsabilità delle conseguenze, Black Mirror riesce brillantemente a dimostrare quanto sottile sia la linea fra narrazione e realtà.
Quello che Black Mirror si propone di fare, fin dal primo episodio, è esplorare un futuro prossimo, tecnologico e inquietante, nel quale le innovazioni più geniali si scontrano con i più oscuri istinti umani. Il mondo di domani offre opportunità che superano i nostri più arditi desideri. Il prezzo da pagare? I nostri peggiori incubi.
La serie antologica ha affrontato questo tema attraverso molteplici punti di vista, servendosi di diversi registi, sceneggiatori e attori. Non sempre è la tecnologia a rappresentare il pericolo; spesso è il diverso, l’altro che ci mette gli uni contro gli altri, oppure è la comune realtà che assume pieghe raccapriccianti. Due elementi sono costanti: il tema, e lo stile dark, satirico ed ironico. La bellezza estetica delle puntate è indiscutibile così come lo la scrittura, che lavora spesso di sottrazione lasciando che sia lo stesso spettatore a trarre le proprie conclusioni.
Quello di cui parla in fondo Black Mirror, in ogni puntata, è in fondo il rapporto logorante e opprimente tra le nostre vite e la realtà corrotta, trasfigurata e infetta dalla tecnologia.
È una Serie che non solo è una pietra miliare dell’intrattenimento, ma ci aiuta anche a capire parecchio noi stessi e il mondo che ci circonda. Brooker è un attento osservatore e come tale anche un visionario.
Sono diversi i temi portanti della Serie Tv. Ad esempio Black Mirror mostra come gli schermi siano diventati la nuova realtà. Il titolo stesso fa riferimento all’enorme numero di strumenti con schermo nero di cui ci circondiamo: smartphone, computer, tablet, televisori, etc; gli stessi schermi sono un fattore preponderante in ogni singola storia della Serie.
Esempio per eccellenza di questa dipendenza è l’episodio “The Entire History of You”, quello con il chip di memoria in cui i personaggi guardano i loro ricordi su schermi televisivi lisci e trasparenti sparsi per tutta casa. Così Black Mirror mostra, attraverso enormi e subdole metafore, quanta parte della vita viviamo attraverso gli schermi ora come ora. Non servono più solo per comunicare o come mezzo d’intrattenimento, ma incidono anche su come formiamo le nostre prime impressioni sugli altri e su come prendiamo decisioni vitali e creiamo ricordi.
Questo aspetto si ricollega a un altro tema importantissimo in Black Mirror, ovvero il modo in cui le persone trattano gli altri come oggetti. È particolarmente vero in un paio di episodi, che ritraggono il sistema di giustizia criminale fuori di testa, White Bear e White Christmas. Qui la nuova tecnologia è usata per punire così ferocemente i trasgressori che per noi pubblico è impossibile non provare un po’ di empatia per questi ultimi.
Questi episodi in particolare parlano di come le persone possano difendere il loro maltrattare orribilmente altri uomini e donne: rendendoli oggetti.
La vera essenza di Black Mirror è questa. Un racconto su come più la tecnologia diventa umana, tramite computer e programmi che anticipano i nostri bisogni, interpretando amici, amori e schiavi dei nostri desideri, più aumenta il rischio che quella tecnologia venga usata per trattare gli altri con meno umanità. Questa è un’eccellente parabola per l’era dell’informazione e per qualsiasi cosa abbia in serbo il futuro.