5) Intelligenze artificiali sempre più reali
Uno degli episodi più inquietanti di Black Mirror è, a mio parere, “Be Right Back”, in cui un ragazzo muore accidentalmente e la sua fidanzata, per sentirne meno la mancanza, si affida a un servizio che crea un’intelligenza artificiale a immagine e somiglianza del suo ragazzo, basandosi soltanto su ciò che lui aveva fatto e scritto online.
Nella realtà la startup ETER9 promette di creare un’intelligenza artificiale basata sulle abitudini e le cose scritte online dagli utenti. Queste intelligenze dovrebbero essere in grado di mettere “mi piace” ai post, basandosi sui dati raccolti di qualcuno che esiste realmente e, soprattutto, potrebbero continuare a esistere anche alla morte degli utenti reali.
6) Il vero errore siamo noi
Lo scopo di Black Mirror non è quello di demonizzare la tecnologia, bensì coloro che ne fanno un uso spropositato. É infatti l’uomo a decidere come utilizzare questi strumenti, dunque se farne uno strumento di distruzione.
Brooker ha affermato, a tal proposito: “Noi non tendiamo alle corporazioni o ai marchingegni malvagi. Sono un fan della tecnologia in generale. Le nostre storie tendono a essere in primo luogo storie umane riguardanti un dilemma in cui la tecnologia spesso facilita la caduta di un personaggio”.