2. Stevenson ed il suo romanzo su tesori e vecchi filibustieri
E’ buffo pensare a come una una saga come Pirati dei Caraibi sia debitrice verso Stevenson ma quanto però essa sia molto più conosciuta. Non tutti sanno ad esempio che la famosa canzone dei pirati “Quindici uomini sulla cassa del morto, yo ho ho e una bottigla di rum!” che il Signor Gibbs canticchia ne “La maledizione del Forziere Fantasma”, sia in realtà una canzone presente nel libro L’Isola del Tesoro e che tutti i pirati sono soliti cantare nelle lunghe notti passate sottocoperta. Fa strano pensare poi che una serie come Black Sails, che è apertamente figlia di questo romanzo, debba invece lottare con cappa e pistola per essere credibile. Come detto all’inizio infatti, le vicende narrate in Black Sails riprendono quelle del libro sui pirati più famoso del mondo, L’Isola del Tesoro, e per l’esattezza raccontano ciò che accadde esattamente vent’anni prima. Seguiamo così l’arrivo a bordo della Walrus, la nave del Capitano James Flint, del finto cuoco John Silver, il personaggio che nel romanzo racconta le vicissitudini del suo capitano. Un compito per niente semplice per gli autori Jon SteinBerg e Robert Levine, che dovevano essere in grado non solo di ricreare le atmosfere del romanzo, ma anche di elaborare un prequel che fosse prima di tutto all’altezza, ma che soprattutto rendesse credibile la storia postuma che il libro racconta. Una sfida che hanno però superato appieno: per costruire un prequel di una vicenda così celebre, occorreva cambiare al meglio sia storia che fantasia, senza stravolgere nessuna delle due. Ed è proprio questo che i due autori hanno genialmente pensato, ovvero di unire con sapiente maestria gli eventi fittizi narrati da Stevenson e mescolarli con la storia vera della pirateria del diciottesimo secolo. Ecco perciò che il tesoro di cui si narra ne L’Isola del Tesoro altro non è che il carico della famosa Urca de Lima, un vascello spagnolo realmente esistito e che nel 1715 venne affondato da una tempesta e si arenò sulle spiagge dei Caraibi. Finzione e realtà unite insieme per creare un quadro completo ed appassionante, ma soprattutto realistico. Senza contare inoltre la grande responsabilità di delineare le origini e la nascita di icone pirata senza tempo, dal Capitano Flint a Billy Bones fino al famigerato John Long Silver, universalmente conosciuto come il pirata per eccellenza. Cadere nello stereotipo era un rischio davvero grande, ma a conti fatti gli amanti del libro potranno ritrovare lo stesso tono epico del romanzo e riconoscere quegli stessi personaggi che tanto si hanno amato da bambini. Per chi invece non ha mai letto la storia di Stevenson, la serie lancia sempre un eco costante ad una vicenda più grande ed anche se non ancora finita, di sicuro la narrazione della serie si concluderà in modo da lasciare aperta la strada alle avventure che Jim Hawkins vivrà con la sua mappa del tesoro ritrovata.