Sono poche le serie tv capaci di tenere lo spettatore costantemente con il fiato sospeso e di far scaturire in lui reazioni tanto forti di fronte ad alcuni momenti cardine come Black Sails, una tra le migliori serie in costume di sempre. La serie piratesca andata in onda su Starz a partire dal 2014 con quattro intense stagioni, pur essendo ancora poco conosciuta e popolare (almeno statisticamente parlando), è infatti oggettivamente uno dei prodotti seriali migliori dell’ultimo decennio e paragonabile in quanto a epicità, resa di sceneggiatura e di costruzione dei personaggi a show del calibro di Game of Thrones.
Ogni puntata della serie, infatti, finisce per risultare assolutamente memorabile, con scene iconiche impossibili da scordare e che, per i suoi fan, vanno a costituire momenti di grande pathos. In particolare, oggi vogliamo parlarvi di alcune tra le scene più sconvolgenti dell’intera serie: momenti spesso tragici, violenti e crudi che ci hanno colpito per la loro intensità, grazie a un’ottima scrittura ma anche per merito delle grandi performance di un cast in stato di grazia.
Senza ulteriori indugi, ecco a voi 10 momenti di Black Sails che ci hanno lasciato col cuore in gola. Allerta SPOILER ON. Siete avvisati!
Il terribile giro di chiglia di Barbanera
Iniziamo questa lista da un momento davvero scioccante di Black Sails, dovuto soprattutto alla terribile violenza di un’indicibile tortura/condanna a morte, quella inflitta dal Governatore Woods Rogers al famoso capitano pirata Edward Teach, noto come Barbanera, interpretato dal compianto Ray Stevenson. La sorte riservata all’uomo è terribile: il Keel Haulin, il giro di Chiglia. Tale pratica, applicata realmente nell’epoca della pirateria, prevedeva che la vittima fosse legata radente sotto alla chiglia alle estremità della nave. Il malcapitato doveva quindi sopportare un dolore indicibile: da un lato un logorante annegamento, dall’altro, terribili ferite riportate dal trascinamento del corpo lungo le sporgenze acuminate della chiglia. E pensare che Teach riesce a resistere per ben tre giri venendo finito poi da un colpo di pistola di Rogers! Assistere a una simile tortura prolungata è stato estremamente doloroso!
La gamba di Silver
Se c’è un tratto tipico della figura di Long John Silver, personaggio divenuto tanto popolare grazie al romanzo L’Isola del Tesoro per poi essere trasporto in tante salse diverse, questa è la sua iconica gamba di legno. Nella serie, tuttavia, essa compare solo al termine della seconda stagione: la perdita dell’arto, d’altra parte, costituisce un’importantissima tappa nel percorso dell’uomo, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico ed emotivo. La gamba di Silver viene infatti amputata dopo che questi rifiuta di tradire i membri della sua ciurma per avere salva la vita, in un momento di grande dolore perfettamente recitato da Luke Arnold. Da egoista per eccellenza, Silver diventa così un vero leader capace di suscitare fedeltà tra i suoi compagni, che lo eleggono così nuovo quartiermastro.
La morte di Miranda
Nonostante Black Sails ci abbia dimostrato in più occasioni tutta la sua spietatezza, assistere all’improvvisa morte di Miranda ci ha lasciati assolutamente scioccati. L’inaspettata freddezza con cui la guardia, di fronte alla rabbia della donna per quanto capitato a lei, a James e a Thomas, le spara in fronte ci ha lasciato assolutamente senza fiato. Se poi andiamo a focalizzarci sull’incredibile performance che Toby Stephens dimostra con la reazione di assordante disperazione del suo Flint, l’unica cosa che possiamo fare è prenderci un minuto di silenzio per apprezzare quanto la scena sia stata viscerale, sentita e profonda. Un pugno allo stomaco che porterà a una serie di risvolti narrativi che cambieranno tutti gli equilibri dello show.
Flint uccide Gates
Ma veniamo a uno tra i momenti più significativi della prima stagione, nonché una delle scene che ci ha più fatto comprendere quale fosse l’anima di Black Sails. Parliamo della morte di Gates, quello che sin dagli esordi della serie ci era stato presentato come il braccio destro di Flint, nonché suo contrappeso volto a tutelare gli interessi della ciurma della Warlus. Scoperte le bugie del Capitano e appreso il suo coinvolgimento nella scomparsa di Billy Bones, l’uomo opta per un confronto diretto e confessa l’ammutinamento.
Mentre si sta congedando, però, Flint lo prende alle spalle e lo soffoca fino a spezzargli il collo per poi scoppiare a piangere invocando il perdono di quello che lui considerava un amico. Una scena che ci ha colpito moltissimo e che ci ha fatto capire come nel mondo di Black Sails la maggior parte delle volte la propria sopravvivenza vada a contare più di tutto il resto.
La fine di Vane
Essere un grande capitano e un grande pirata, in Black Sails, implica un carisma senza pari e una sfrontatezza tale da rendere immortali ed è questo che Charles Vane diviene grazie alle sue parole. L’uomo potrà anche essere stato ucciso, ma il suo spirito indomito sarà ricordato per l’eternità. Il discorso che Vane pronuncia prima di divenire la vittima sacrificale, un esempio di cosa l’impero britannico faccia ai pirati, è semplicemente leggendario e, ascoltandolo, non abbiamo potuto fare altro che avvertire un nodo alla gola. Una delle migliori scene di Black Sails che ci fa salutare uno dei suoi protagonisti più amati e carismatici, nonostante la sua indole scaltra e violenta.
“Ricordatevi che noi siamo tanti e loro sono pochi. La paura della morte è una scelta. Non possono impiccarci tutti“.
Il silenzio della folla, che vediamo ammutolire quando l’uomo viene impiccato, rifiutandosi di morire in fretta e dimostrando tutta la sua forza d’animo, è qualcosa che semplicemente non si dimentica.
La liberazione di Flint e la distruzione di Charlestown
Quello di cui vi andiamo a parlare ora è probabilmente uno tra i momenti più iconici e rappresentativi di tutta l’intera serie, quello del salvataggio di Flint presso la città di Charlestown da parte di Charles Vane e compagni. I due pirati sono da sempre stati rivali, ma Vane proprio non ci sta a vedere che il nemico diventi il simbolo della sconfitta della pirateria e guida così un assalto proprio al centro della città: una vera e propria dichiarazione di guerra che porta ad alcune tra le sequenze d’azione migliori di Black Sails. Vedere Flint avere la sua vendetta personale contro i responsabili della morte di Miranda non ha avuto prezzo, a costo di dover bombardare un’intera città.
La Morte di Eleanor
Come la maggior parte dei protagonisti di Black Sails, quello di Eleanor è un personaggio molto complesso e ricco di sfaccettature che può piacere come non piacere. Al di là delle preferenze personali, il momento in cui la morte sopraggiunge per la donna è sicuramente uno tra i più importanti e sentiti di tutta la serie. Quella che era stata la Regina di Nassau viene uccisa, dopo una dura e violenta lotta, dai colpi di uno tra i soldati spagnoli che stavano saccheggiando l’isola per volere di Wood Rogers, suo marito. Ironia della sorte, certo, ma anche un momento brutale e molto intenso che ci ha fatto restare con il fiato in gola fino al momento del suo trapasso davanti agli occhi di Flint.
Silver vs Dufresne
Ne abbiamo già parlato: se Long John Silver è diventato leggenda, merito è anche della sua gamba di legno. Quello che inizialmente poteva costituire un handicap, diviene infatti il simbolo per eccellenza di un pirata capace di incutere tanto timore quanta lealtà negli uomini. Una leggenda che, pur essendo nata dalle dicerie messe in circolazione da Billy Bones, riesce a diventare realtà dopo un particolare episodio, quello della morte di Dufresne, personaggio che nel corso delle stagioni ha messo in più occasioni i bastoni tra le ruote a Silver e a Flint.
Giunto nel bordello di Nassau per reclutare gli uomini che avevano accettato l’amnistia, l’ex cuoco si ritrova contro Dufresne, che cerca di ridicolizzarlo e di spingere i suoi uomini a non cedere alle sue minacce. La reazione di Silver è violenta: l’uomo finisce per calpestare con forza il cranio del nemico con la gamba per cui era stato denigrato dando vita alla leggenda.
“My name is John Silver, and I got a long Fu**ing memory“
Silver tradisce Billy
Tra pirati non si può mai stare tranquilli e sereni: anche le alleanze più cementate possono infatti crollare in un battito di ciglia se l’interesse di una delle due parti va a mutare. Il momento in cui Silver scopre le sue carte e tradisce la fiducia di Billy Bones è sicuramente una delle scene più da brivido di tutta Black Sails. Silver, posto di fronte alla scelta finale se decidere di schierarsi con Flint o Billy sembra inizialmente prendere le parti del secondo, che però finisce per tradire. Billy, dopo essere stato quasi ucciso da Israel viene consegnato agli schiavi liberati che lo ritengono colpevole per le punizioni e le uccisioni inferte ai loro compagni. L’espressione di Billy alla scoperta del tradimento è qualcosa che non si dimentica.
Lo “scontro” finale tra Silver e Flint
Il rapporto tra questi due personaggi nel corso delle stagioni è stato quello che probabilmente ha reso Black Sails quella che è. Da diffidenza estrema a reciproco rispetto, dalla fiducia all’amicizia fino ad arrivare alla conclusione e al loro ultimo “scontro” che porterà poi Flint a finire nella piantagione dove incontrerà di nuovo il suo Thomas. L’ultima interazione tra Silver e Flint, oltre a costituire la summa di tutta la serie è di un’intensità tale da lasciare senza parole. Due uomini con due visioni diverse, incapaci di trovare un accordo: il dialogo tra i due, oltre a essere particolarmente significativo, è stato recitato in maniera così incredibile che ancora non ci capacitiamo di come Luke Arnold e Toby Stephens non siano nemmeno stati candidati per qualche premio.
“Dipingono il mondo con le ombre e poi dicono ai loro figli di stare vicino alla luce. La loro luce. Le loro ragioni, i loro giudizi. Perché nell’oscurità ci sono i draghi. Ma non è vero. Possiamo provare che non vero. Nell’oscurità c’è scoperta, c’è possibilità, nell’oscurità c’è libertà: una volta che qualcuno la illumina.“
James Flint