Ci vuole determinazione e coraggio per essere solitari, per portare avanti una battaglia e per renderla vincente. Come la conquista di un tesoro, come una vendetta e come anni di tormenti e rimorsi. La solitudine è la chiave per tornare a essere sicuri agli occhi degli altri, indipendenti e capaci di guidare una flotta. James Flint è l’uomo solitario consapevole del suo passato e ormai indifferente al rischio.
Lo conosciamo quando per lui è già stato tutto scritto. Il suo passato è solo suo, non si manifesta, se non nel suo atteggiamento e nella sua voglia di vendetta. Eppure c’è qualcosa che preme, una verità nascosta che emerge molto più in là nel tempo, sembra cominciare a farsi spazio solo per distruggere le storie che apparivano come certezze.
È da qui che tutto prende forma, si delinea e dà un nome al presente. Giustifica le azioni di un capitano della Marina Reale tradito dal suo stesso paese per una colpa inesistente. Il carisma di James Flint ci appare come qualcosa di spaventoso e distante. Come se ci guardasse negli occhi e ci lasciasse senza respiro. L’Inghilterra dell’età del’oro è per Flint un ideale che porta dolore e riporta a galla sentimenti che non potranno mai affondare del tutto. Da quell’abbandono nasce il capitano della Walrus, l’uomo indifferente al futuro, pronto a morire senza niente da perdere e con una vita intera da riempire.
A Nassau si scopre un leader determinato e carismatico. Raduna un equipaggio parlando di certezze e ricchezza. Dopo aver perso Thomas non può far altro che dare adito alla sua voglia di conquista, lasciando stare ciò che è stato e inseguendo l’Urca de Lima, il galeone più ricco del Nuovo Mondo. Non sono solo i discorsi sull’oro che lo rendono un grande leader, ma anche le sue doti in battaglia, con qualsiasi tipo di arma e in qualunque situazione.
È indubbiamente un grande stratega, è capitano di un equipaggio ma non considera nessuno alla sua altezza. Forse è così, nessuno riesce a essere così spietato, manipolatore e trasformista, nessuno è più di James Flint.
Tutto ciò che James Flint è, o meglio appare, gli viene riconosciuto da alleati che combattono al suo fianco e dagli avversari che nel tempo gli dichiarano guerra. La sicurezza che ostenta è forse l’aspetto più importante e affascinante del personaggio, dà l’idea di potersi innalzare sopra tutto e sopra tutti, di poter vincere contro tutta la flotta navale inglese senza nessun alleato e con la sua sola strategia. Dalla vendetta prende coraggio, combattendo il tradimento subito e sottolineando costantemente il suo. Lo fa come monito al passato e a se stesso, come senso di colpa per non aver salvato la sua felicità. Nella storia che si sta vivendo non c’è più spazio per nulla se non per il potere e per obiettivi di ricchezza e mare.
Il carisma di James Flint deriva certamente anche dal suo distacco, dalla distanza che ogni volta cerca di mantenere con chiunque si avvicini troppo alla sua sfera personale. Non si parla del passato, si combatte per dargli una degna sepoltura. È la solitudine, tutto ciò che gli serve per sopravvivere e vendicarsi. Essere soli e carismatici, non è semplice per nessun pirata, James è il solo, l’unico pirata ad aver preso queste due dimensioni ed essersene servito per creare la sua storia capolavoro. Una storia ricordata anche da chi nelle sue imprese l’ha seguito e affiancato.