Bloodline 2 è riuscita nell’impresa di fare meglio della prima stagione. Bloodline nella sua seconda stagione seriale si è decisamente superata. I tredici episodi della prima stagione sono stati ridotti a dieci, il clima di tensione ha proseguito senza pause nella sua escalation, il tormentato fantasma di Danny continua a “vegliare” sulla famiglia Rayburn.
Gli episodi finali di questa brillante seconda stagione hanno lasciato il segno. La situazione sembrava migliorare ed invece precipita. Anche se ancora non si possono prevedere tutte le conseguenze catastrofiche, si evince con facilità che i Rayburn sono sempre più spaesati e agitati nel labirinto della loro menzogna. Il sole e la spensieratezza delle Florida Keys, continuano a fare da contraltare al malessere e ai segreti del passato della famiglia Rayburn ed in questa seconda stagione le ombre e le insidie crescono a dismisura.
La scarsa capacità di autocontrollo di Kevin ed una lucidità precaria ai minimi storici, lo spingono ad uccidere il detective Marco Diaz, in un raptus omicida tanto forte quanto inatteso. Il subconscio violento di Kevin trova la forza per uscire fuori, imploso dentro la sua anima da tanto tempo ed ora esploso all’esterno.
L’inaspettato ed il violento, diventano nella frazione di un gesto subitaneo, una brutale ed ancor più cupa realtà da fronteggiare.
L’ultima puntata oppone le azioni dei due fratelli Rayburn e stavolta Danny, da figura-cardine e onnipresente, resta nell’ombra. Kevin uccide Marco, John risparmia Eric O’ Bannon; la situazione si tinge di inatteso e straordinario proprio nella contraria idea preliminare dei due fratelli.
John-Caino il fratricida, doveva incontrarsi con il trasandato Eric O’Bannon proprio per ricattarlo con l’eventualità dell’uccisione… ed invece, lo risparmia. Una dimostrazione della sua umanità, che nonostante tutto è ancora presente. Sul fronte opposto invece, Kevin (a differenza di Meg) trova il coraggio di parlare a Marco Diaz e raccontargli la cruda verità. Kevin, accusa suo fratello John e professa la sua innocenza, ma Marco è stanco, confuso e avvilito dagli sbalzi umorali continui e dalle menzogne reiterate dei Rayburn e non gli dà alcun credito.
Lo spannung si biforca in una doppia sequenza con un duplice e pericoloso incrocio; John che da “ricattatore” subisce le minacce e la sfida di un pericoloso O’ Bannon, che oltre a voler far luce sulla morte del suo miglior amico Danny, è il classico uomo che non ha nulla da perdere, pronto a tutto. Contrariamente al detective J.R., candidatosi da poco a nuovo sceriffo, che invece ha solo e tutto da perdere. Dall’altro lato invece abbiamo Kevin, che esplode tutta la sua frustazione e paura con l’uccisione del detective Marco Diaz. Nel contempo con volto stravolto, Meg si è recata dalla madre Sally, terrificata ma pronta a raccontare la verità sulla morte di Danny.
Gli istanti finali della seconda stagione vedono John Rayburn che in auto si allontana dal territorio delle Florida Keys, in compagnia delle allucinazioni del fratello-fantasma Danny. Il cartello stradale che John supera nel finale “Now leaving the Keys, come back soon” da semplice messaggio turistico, si trasforma in una nuova ed inquietante minaccia dell’immediato futuro.
Il raptus è ormai consumato, Kevin accecato dall’ira colpisce ripetutamente il detective Marco Diaz sul volto, con un’arma impropria e la scia di sangue (“Bloodline”), continua incessantemente a coprire ogni residuo angolo del bene.