Siano maledette le Florida Keys, sia maledetta l’attesa e siano maledetti questi amati e dannati Rayburn. Poche serie appartengono allo spettatore come Bloodline, poche serie sono così realistiche e poeticamente tragiche.
Bloodline è il mare e il fango di lacrime e menzogne. E ci si può finalemente riappropriare di quella sigla malinconica e poetica che vede il mare metafora del sentimento e del cambiamento umano
L’attesa lacerante, snervante e straziante per Bloodline 3 è ormai finita. Il dramma seriale, tanto eccelso quanto sopravvalutato, è ritornato sugli schermi dei ‘netflixiani’ ed il climax drammatico continuerà a fare innamorare lo spettatore sempre di più di questa perla seriale.
‘Il capolavoro di cui nessuno parla‘ ha chiuso la seconda stagione come meglio non avrebbe potuto, come nessun spettatore si sarebbe mai aspettato. Il tornado Danny non era un fenomeno passeggero, tutt’altro, era l’inizio di una tempesta perfetta e impetuosa che continua ad agitare le Florida Keys.
L’antitesi e la dicotomia tra rancore-salvezza, idealismo-pessimismo, staticità-cambiamento, amore-odio, peccato-redenzione confluiscono nello scontro fratricida più straziante della storia seriale.
Gli strascichi di quel dramma si aggrovigliano attorno a tutti i personaggi di Bloodline. Una madre disperata che deve provare a salvare l’onore della famiglia, un figlio onesto che ha ammazzato suo fratello come nello scontro biblico tra Caino e Abele, un irresponsabile e tormentato come Kevin eternamente smarrito nei confini del suo autocontrollo, una Meg depressa e avvilita che sta per rivelare tutto a sua madre.
Le schegge impazzite del tornado Danny, hanno almeno due nomi : Eric o’ Bannon e Marco Dias. Kevin vuole anticipare tutti e la confessione al detective M. Dias ha il sapore del tentativo estremo e disperato scaturito dalla frenesia e dalla paura. Una confessione che sfocerà in raptus omicida.
Kevin è sempre stato un soggetto di difficile lettura, codardo e incapace ad autogestirsi, confessa a Dias il tutto. Il detective sa già tutto, non vuole più ascoltarlo, anche Kevin e Meg sono protagonisti della menzogna: uno ha distrutto le prove e l’altra ha nascosto il corpo, e John-Caino ha ucciso Danny-Abele.
“Voi Rayburn siete convinti di poter mentire e mentire, finchè non vi fa comodo… Noi non faremo un accordo” (Marco a Kevin)
Il trasandato Eric, conosce l’artefice dell’omicidio del suo migliore amico Danny: la deflagrazione della verità è ormai un inesorabile conto alla rovescia. L’impalcatura della menzogna sta per crollare, definitivamente, eppure John potrebbe ancora ricostruirla.
La disaffezione alla causa fa sì che il fantasma di Danny continui a parlare a John che guida lasciandosi alle spalle le Florida Keys. Solo le verità di uno spettro possono farti ricordare che i Rayburn ti ricoprono d’amore e ti scaricano nel momento del bisogno. Quei cari ed orgogliosi Rayburn che coprono la violenza del patriarca Robert, affibiando la figura della pecora nera a Danny.
Quei Rayburn ora impegnati a salvarsi e a continuare a gettare combustibile per alimentare una menzogna sempre più difficile da gestire. Sally deve ora essere una matriarca, ricostruire il nido, far ritornare John e Kevin a casa.
John risponde finalmente al telefono, il trailer ha ingannato lo spettatore così come John con i fratelli ha ingannato sua madre.