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Scenografie mozzafiato, grandi combattimenti e una fantastica colonna sonora: Blue Eye Samurai ha fatto centro

blue eye samurai
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Ci sono serie che, semplicemente, meritano di essere viste. Serie tv davvero belle, rispetto alle quali risulta difficile persino trovare anche solo qualche difetto. Ebbene, Blue Eye Samurai, serie animata franco-americana recentemente aggiunta al catalogo di Netflix che ha catturato l’attenzione degli spettatori di tutto il mondo, appartiene inequivocabilmente a questa categoria.

Trasportando gli spettatori nel cuore del periodo Edo del Giappone feudale, la serie offre infatti allo spettatore una storia davvero avvincente ed emozionante, che cattura al primo sguardo con un’estetica di altissimo livello e che appassiona grazie a una sceneggiatura brillante, per la maturità dei suoi contenuti e gli omaggi a grandi classici. Creata e scritta da Michael Green (sceneggiatore di Logan e dei nuovi film su Poirot, nonché di American Gods) e da Amber Noizumi, e animata dallo studio francese Blue Spirit, la serie offre un’esperienza visiva e narrativa coinvolgente come se ne vedono poche, guadandosi a tutto diritto il titolo di “istant cult“.

Ma di cosa parla più nel dettaglio Blue Eye Samurai? Perché vale davvero la pena di recuperarla al più presto? Ne parliamo senza spoiler.

Blue Eye Samurai (640×360)

La trama della serie segue Mizu, una giovane donna, nonché assai abile maestra di spada determinata e coraggiosa, caratterizzata da due magnetici occhi blu, retaggio di un padre che l’ha condannata a essere un’emarginata, un mostro, un demone dal terribile passato in un contesto dove chiunque abbia un aspetto diverso è condannato a morte. La missione della ragazza è chiara: cercare vendetta contro quattro misteriosi stranieri presenti in Giappone al momento della sua nascita, che potrebbero essere i responsabili della sua condizione.

Mizu, disposta a tutto pur di scovare tali individui, si metterà quindi in viaggio, durante il quale farà conoscenza di altri personaggi che la aiuteranno, come Ringo, un cuoco senza mani che inizia ad idolatrarla e a seguirla per diventare suo allievo, ma incontrerà anche chi tenterà di ostacolarla, mettendola alla prova e spingendola a mettere in discussione tutto quello che sa sul mondo.

Affrontando sfide, combattimenti e scoperte sorprendenti lungo il cammino, mentre il suo destino si intreccia con eventi di più ampia portata, Mizu si troverà coinvolta in intrighi e cospirazioni politiche.

Grazie a una combinazione di scenografie mozzafiato, combattimenti impeccabili e una fantastica colonna sonora, la serie trasporta gli spettatori in un mondo ricco dal quale non vorrebbe più uscire: Blue Eye Samurai è infatti una vera e propria gioia per gli occhi. Dall’incredibile character design ai fondali che sembrano dipinti su tela, passando per le animazioni fluide e spettacolari dei combattimenti, ogni aspetto visivo della serie è stato curato con grande attenzione fino ai minimi particolari, tanto da fa sì che ogni frame della serie possa essere paragonato a una vera e propria in un’opera d’arte.

blue eye samurai

Grazie ai suoi fondali, ogni episodio della serie ci porta in un viaggio attraverso maestosi paesaggi naturali, pittoreschi villaggi e affascinanti edifici: ogni ambiente ricrea una particolare atmosfera che trasporta gli spettatori nel cuore del Giappone feudale. Gli artisti hanno saputo catturare perfettamente l’essenza del paese nipponico, un paesaggio capace di alternare con grande fluidità lande selvagge e innevate a campagne rurali capaci di trasmettere pace e serenità, l’oscura crudeltà celata in edifici dalla rara bellezza così come l’imponenza e la grandezza di castelli e palazzi. Ammirando le scenografie della serie, uno spettatore attento non faticherà a sperimentare talvolta il sentimento del Sublime, l’idea di sentirsi piccolo e quasi schiacciato dalla magnificenza di un paesaggio capace di affascinare, ma al contempo di far provare un brivido d’inquietudine.

Parlando del comparto tecnico, risulta impossibile poi non elogiare le animazioni della serie, in particolare quelle relative ai combattimenti.

Con sequenze fluide e dinamiche essi riescono infatti a rendere ogni scontro non solo emozionante, ma davvero epico, grazie anche a una rimarcata componente splatter, che mostra senza censura la violenza e il sangue versato. Ogni movimento è stato coreografato con cura e precisione, con un’attenzione particolare ai dettagli delle tecniche di spada e dei movimenti del corpo dei personaggi, che sembrano danzare una danza mortale, in cui ogni singolo passo, ogni singolo movimento ha un suo perché. Di fronte a scene del genere, il pubblico finisce quasi per dimenticare di stare assistendo a una serie animata e per credere di star davvero visionando uno scontro in carne ed ossa, chiudendo un occhio persino di fronte a qualche leggerezza

Blue Eye Samurai (640×360)

Ma se la serie di Netflix ha ottenuto lo stragrande apprezzamento di pubblico e critica, ciò si deve anche e soprattutto grazie all’ottimo lavoro riservato alla scrittura dei personaggi della storia. Individui interessanti non solo grazie ai loro caratteri sfaccettati, ma anche alla loro fallibilità, aspetto che li rende più vicini al pubblico, e alla loro capacità di evolversi nel tempo, di cambiare, in alcuni casi anche radicalmente, in maniera coerente e in linea con i risvolti di trama.

In particolare, il lavoro fatto sulla protagonista Mizu è oltremodo rimarchevole.

Lo spettatore, infatti, non finisce mai di conoscerla del tutto grazie a una sceneggiatura ben congeniata in grado di alternare le vicende del presente con numerosi flashback che raccontano il suo triste e tragico passato, cosa che ci porta a connetterci profondamente con lei, empatizzando con il suo vissuto fino a comprendere davvero le motivazioni che spingono la sua missione che non conosce ragioni.

blue eye samurai

Allo stesso tempo, la sceneggiatura si articola su più piani, mostrandoci i punti di vista di diversi personaggi, creando così una storia corale e composita in cui tutti gli elementi, anche quelli che inizialmente parevano più scollati da quadro generale, risultano collegati tra loro. Blue Eye Samurai non racconta infatti solo la storia di Mizu, ma anche dei personaggi che, in un modo o nell’altro, ella va ad incontrare lungo il suo viaggio e che andranno a ricoprire un ruolo fondamentale nel corso della stagione. Inoltre, la sceneggiatura riesce a sfruttare abilmente i parallelismi interni alle puntate per arricchire ulteriormente la propria narrazione e il senso: la magistrale 1×05, Il ronin e la sposa, che che sovrappone con maestria tre storie tra loro collegate, è solo il culmine di una sceneggiature il più delle volte davvero impeccabile.

Un approccio narrativo stratificato, che crea un’esperienza di visione stimolante e ricca di suspense e che invoglia gli spettatori a scoprire come ogni pezzo del puzzle si possa incastrare quadro delle cose.

Blue Eye Samurai si distingue inoltre per la sua maturità e violenza dei suoi contenuti: da un lato per le tematiche complesse e adulte, tra cui figurano vendetta e tradimento, che ci danno modo di esplorare senza paura le sfumature morali e psicologiche dei personaggi, mai presentati come degli eroi nel senso stretto del termine, ma individui motivati dai propri interessi personali. Sesso e violenza sono elementi fortemente rimarcati sulla scena: senza alcun tipo di censura, la serie indaga infatti sia sul valore strumentale che il piacere può esercitare sull’essere umano in ogni sua forma, da quello carnale, che può piegare anche i più forti, a quello dell’infliggere violenza, visto come obiettivo finale della protagonista, che vede nella vendetta l’unico modo di ottenere pace.

Mizu (640×360)

Ma Blue Eye Samurai non parla solo di vendetta: riflessioni sull’identità, la giustizia, onore, riscoperta di se stessi, perdono e redenzione, spingendoci a riflettere su cosa significhi davvero essere un mostro e su quanto le persone possano diventarlo se assetate di potere. Non mancano riflessioni femministe che mettono in discussioni le gerarchie del tempo che non si risolvono in sciocche semplificazioni ma che colpiscono e colpiscono nel segno non forzando mai troppo le cose.

In attesa dell’arrivo di una seconda stagione, già confermata da Netflix, a noi non resta fare altro che diffondere il verbo e far sì che questa piccola perla non solo dell’animazione, ma della serialità in generale, venga conosciuta dal più vasto pubblico possibile. Siamo davvero sicuri che chiunque sia alla ricerca di una serie appassionante, ben scritta e profonda potrebbe trovare in Blue Eye Samurai quello che sta cercando.

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