Basata sull’omonima graphic novel di Si Spencer, Bodies è la nuova serie tv di Netflix che ha tutto il potenziale per diventare la vostra nuova ossessione, se solo le venisse dato più credito. Ormai, si sa, quando si tratta di uscite seriali e cinematografiche è spesso una questione di tempismo e buona dose di astri allineati, che i nostri antenati erano soliti chiamare “botte di culo”. Unendo il genere procedural a quello sic-fi, Bodies è un crime poliziesco che riguarda i viaggi nel tempo. Si, sappiamo cosa state pensando: “e dove sta la novità ?”. D’altronde il tema dei viaggi nel tempo è ormai abbastanza abusato al cinema così come nelle serie tv. Eppure, la serie tv adattata da Paul Tomalin e con un cast di veterani della televisione, riesce a riprendere il topos inserendolo all’interno di un procedural che cattura lo spettatore dal primo all’ultimo frame.
Lo stesso corpo viene ritrovato nel 1890, nel 1941, nel 2023 e nel 2051 nell’East End di Londra. Quattro diversi detective da quattro diversi periodi nel tempo, quindi, sono chiamati a indagare sul curioso e inquietante caso di omicidio. Intanto, le connessioni tra questi apparenti sconosciuti si fanno sempre più chiare ed evidenti. La serie tv è dunque un crescendo, tra distopia e crime, che si dipana come una tela lavorata sotto i nostri occhi. Ogni filo, solo in apparenza distinto l’uno dall’altro, fa invece parte di un’unica matassa posizionata al centro della storia di Bodies.
Non solo a livello narrativo, ma anche a livello stilistico, Bodies gioca molto con lo spettatore e con questi piani sovrapposti. Da punto di vista registico, una sorta di split screen. Da un lato osserviamo così l’indagine del 1941, dall’altro quella del 2023, seguendo passo dopo passo le mosse dei detective, le loro indagini e le loro osservazioni riguardo l’omicidio. Cospirazione? Coincidenza? Nell’arco di 150 anni, quattro perfetti sconosciuti si trovano a lavorare allo stesso identico caso, utilizzando un approccio diverso. Anche in virtù dei diversi periodi temporali e delle tecnologie a disposizione. Bodies è un puzzle che si costruisce un pezzo alla volta e che chiede, seppur silenziosamente, la partecipazione dello spettatore alla risoluzione del caso. Una miniserie molto particolare e intrigante che farà felici gli appassionati dei thriller sci-fi.
Avete finito la nuova hit-series di Netflix e adesso non ne avete abbastanza? In questo articolo abbiamo provato a raccogliere per voi 5 serie tv tipo Bodies da guardare. Soprattutto se vi piace quel genere e quello stile lì.
1) Dark
Tutto ha inizio in una piccola cittadina tedesca, dove la misteriosa scomparsa di un ragazzo dà il via a un viaggio tra passato, presente e futuro. Winden è il fulcro di un intreccio misterioso e la chiave per comprende come tutto sia collegato e interconnesso è una grotta. Un portale nascosto che unisce tra loro quattro diverse epoche: 1888, 1921, 1953, 1986 e 2019. Così la trama procede tra viaggi temporali, sempre abbastanza confusi e misteriosi (soprattutto durante l’ultima stagione), che costituiscono il cuore pulsante della serie tv.
Ciò che ha reso Dark unico e caro a milioni di fan nel mondo è il modo in cui i destini dei personaggi si intrecciano gli uni con gli altri. Anche a distanza di secoli, e persino attraverso le realtà parallele. Le azioni compiute in una determinata epoca possono avere – ed effettivamente hanno – ripercussioni significative nelle epoche future o passate. Dark esplora i concetti di determinismo e libero arbitrio, mescolando tra loro filosofia e sci-fi. Tutto ciò in un cocktail abbastanza complesso e a tratti incomprensibile. Gli abitanti della cittadina di Winden sono intrappolati in un ciclo senza fine di eventi predeterminati. Le uniche due persone che possono risolvere tutto questo? Un rimando in carne e ossa all’Adamo ed Eva biblici. Anche la religione, quindi, costituisce un altro tassello importante per comprendere e apprezzare la serie tv tedesca. I viaggi nel tempo nello show non sono solo un elemento narrativo, ma diventano parte integrante dell’identità dei personaggi. L’idea che un individuo possa esistere in epoche diverse della storia, con la stessa identità e memoria, aggiunge un elemento di immortalità temporale. Tanto da rendere certi personaggi onnipresenti e, a tratti, onniscienti. Non mancano i paradossi “alla Futurama”, strizzando un po’ l’occhio a quell’episodio geniale che fu “Il nonno di me stesso”. La regia di Baran bo Odar e la fotografia di Nikolaus Summerer contribuiscono inoltre a creare un’atmosfera densa e misteriosa, fondendo il dramma psicologico con la fantascienza. I toni scuri, le luci intermittenti e i suoni distorti diventano il linguaggio visivo della serie. Così, siamo immersi in un mondo dove il tempo è molto più di un semplice flusso lineare.
2) The Devil’s Hour
The Devil’s Hour è l’ennesima piccola perla di Steven Moffat, sfortunatamente nascosta nel catalogo Amazon Prime Video. Questa serie, lanciata in sordina, si sviluppa come un viaggio attraverso l’ignoto, intrecciando in modo magistrale elementi sovrannaturali con l’oscurità della psiche umana. La trama ruota attorno a un fenomeno apparentemente inspiegabile: ogni notte, tra le 3:00 e le 4:00, si verificano eventi straordinari e inquietanti. Succede così che persone apparentemente sconnesse tra loro siano in realtà collegate proprio da tali eventi soprannaturali, ripetuti con estrema puntualità .
L’atmosfera tetra e claustrofobica che permea ogni fotogramma della serie conquista lo spettatore. Siamo immersi completamente nella storia tra scene notturne ammantate di luce sinistra. Per non parlare della colonna sonora, curata con maestria, che accompagna ogni momento con note inquietanti. Un modo intelligente per amplificare l’effetto di suspense che permea la storia. Il nucleo della serie è il conflitto tra il mondo tangibile e quello inspiegabile. Man mano che la trama si sviluppa, il confine tra realtà e soprannaturale si assottiglia, portando persino a scioccanti rivelazioni. L’incertezza regna sovrana, alimentando la curiosità dello spettatore e conducendolo attraverso un labirinto di enigmi e colpi di scena. Non possiamo non menzionare poi la presenza di Peter Capaldi, che calamita l’attenzione come solo lui sa fare, costruendo un personaggio sfaccettato e contorto. Senza mai scadere nel cliché, la narrazione di Moffat offre un’esperienza unica che va ben oltre il semplice genere del thriller soprannaturale.
3) Fringe
Una serie tv che ha fatto la storia delle serie tv e che tutti gli amanti della fantascienza dovrebbero vedere. Affermare che si tratti di una serie tv tipo Bodies è abbastanza riduttivo, ma non possiamo davvero non inserirla in questo elenco. Questo soprattutto per l’importanza capitale che ha rappresentato nello scorso decennio. Per cinque stagioni Fringe ci ha intrattenuto, divertito, entusiasmato e incuriosito, pur nei suoi momenti no. La storia segue la brillante agente dell’FBI Olivia Dunham, il geniale scienziato pazzo Walter Bishop e suo figlio Peter, tutti alle prese con in un’indagine sempre più intricata. Un’indagine basata su eventi sovrannaturali e minacce provenienti da realtà alternative. Se le prime stagioni si basano perlopiù su puntate stand-alone, in cui il nostro trio è chiamato a risolvere casi distinti gli uni dagli altri, le cose cambiano drasticamente durante la quarta stagione.
Fringe si fa ancora più ambiziosa, introducendo i temi dei viaggi nel tempo e delle realtà parallele, rivelando moltissimo sul passato di Peter e sulla scioccante verità che lo riguarda. L’intricata trama s’intreccia tra passato, presente e futuro, creando apparente caos che, alla fine, si rivela un disegno più grande e complesso. Anche il tono della serie tv si evolve facendosi più cupo e mettendo in evidenza tratti caratteriali per nulla positivi ed eroici. Il personaggio centrale in questa odissea temporale è Walter Bishop, uno scienziato geniale ma tormentato che, attraverso esperimenti inimmaginabili, ha aperto varchi tra le dimensioni. Il suo scopo? Manipolarle e usarle a proprio vantaggio. Le conseguenze di queste azioni si ripercuotono sulla trama, anche a lungo termine. Come dicevamo, è soprattutto nella quarta stagione che viene raggiunto l’apice. Qui gli spettatori sono portati in un viaggio attraverso mondi alternativi, dove le scelte di alcuni personaggi in una dimensione hanno impatti diretti sugli eventi nella realtà principale. La serie gioca abilmente con il concetto di linee temporali divergenti, costringendo gli spettatori a riconsiderare costantemente tutte le loro certezze sui concetti di passato, presente e futuro.
4) Twin Peaks, la serie tv tipo Bodies che ha dato origine a tutto
Creata da David Lynch e Mark Frost, questa serie cult del 1990 ha trasformato il concetto di narrativa televisiva. Insomma, non esistono eredi che possano reggerne il confronto. Twin Peaks è un viaggio surreale e avvincente nel cuore oscuro di una piccola cittadina, dove un caso di omicidio apre un vaso di Pandora contenente orrore, invidia e corruzione. La storia ha inizio quando viene rinvenuto, sulla riva del lago, il cadavere di Laura Palmer. Questa è una ragazza modello della cittadina, it girl della scuola dalla vita perfetta. L’agente dell’FBI Dale Cooper viene chiamato quindi a investigare, giungendo nella pittoresca Twin Peaks dove niente è quello che sembra. Quello che infatti inizia come un normale caso di omicidio si trasforma rapidamente in una spirale di mistero, sospetto e un varco su dimensioni sovrannaturali.
Lynch e Frost hanno tessuto abilmente una trama intricata, plasmando ogni personaggio in modo da essere un tassello essenziale nel puzzle della storia. Dai personaggi eccentrici come la Signora Ceppo alle creature misteriose come il Nano, ogni elemento ha contribuito a creare un’esperienza televisiva che sfida le convenzioni del genere. Attraverso gli occhi dell’agente Cooper, il velo di apparente perbenismo di Twin Peaks cade mostrandone invece il marciume radicato. La colonna sonora firmata da Angelo Badalamenti, grazie a un mix di melodie ipnotiche e sinistre, contribuisce a creare un’atmosfera unica che accompagna perfettamente le immagini suggestive di Lynch. Il mistero di Laura Palmer si sviluppa attraverso due stagioni, mantenendo gli spettatori incollati allo schermo mentre nuovi intrecci narrativi si svelano puntata dopo puntata. La risoluzione dell’enigma avviene a metà della seconda stagione ma è il finale di serie, sebbene sia stato inizialmente controverso, ad aver consolidato la reputazione di Twin Peaks come uno show che ha osato sfidare i dettami del tempo uscendone vittoriosa.
5) The ABC Murders
Nel panorama televisivo, poche serie hanno saputo intrappolare gli spettatori in un vortice di mistero, suspense e dramma tanto quanto The ABC Murders. Basata sul celebre romanzo di Agatha Christie e adattata con maestria per lo schermo, questa miniserie del 2018 è conosciuta da pochissimi ma vale davvero la pena di essere recuperata. La serie inizia con un’inquietante lettera indirizzata a Herculet Poirot (si proprio l’investigatore per eccellenza!), firmata dal misterioso “ABC”. Da questo momento in poi, iniziano ad avvenire una sequenza di omicidi, apparentemente casuali, ma collegati da un filo sottile e inesorabile: l’ordine alfabetico delle città in cui avvengono i delitti. Il nostro detective belga preferito si trova alle prese con un nemico astuto e spietato che sembra giocare con lui a un gioco mortale.
L’atmosfera cupa, la fotografia, i costumi e le scenografie si fondono per creare un’ambientazione che trasporta gli spettatori direttamente nella Gran Bretagna degli anni ’30. La realizzazione di questa miniserie non solo cattura l’estetica dell’epoca, ma la amplifica, immergendoci in un mondo decadente, in cui il pericolo è dietro ogni angolo. John Malkovich ritrae il celebre detective nel momento più vulnerabile della sua vita offrendone un’interpretazione fragile e consumata, molto lontana da quella più recente di Kenneth Branagh. Il suo Poirot è meno sicuro, più riflessivo mentre la lotta personale che sta affrontando si riflette nelle pieghe della trama. Anche la figura dell’ispettore capo Crome (Rupert Grint) aggiunge un ulteriore strato di complessità alla storia. Crome è scettico riguardo alla connessione tra gli omicidi, creando un contrasto intrigante con la ferma convinzione di Poirot. Una serie tv tipo Bodies perché si destreggia magistralmente tra crime e psicologia costringendo gli spettatori a riflettere su concetti come la giustizia, la vendetta e la moralità . Nessun elemento sci-fi in questo caso ma solo un caro vecchio dramma in costume.