1) Tornare liberi
Il finale della terza stagione di Bojack Horseman rappresenta la cima di un climax ascendente nato già episodi prima. L’ennesima delusione di Bojack, bramoso di dimostrare a sé stesso e al mondo un valore che forse non possiede. La reazione di pancia, le settimane di autodistruzione con Sarah-Lynn, complice perfetta. Il suo (in)evitabile destino: l’overdose, poi la morte. E così il ritorno di Bojack sulla Terra. Il senso di colpa, la depressione, poi la fuga. Lo sguardo vuoto tra le strade silenziose del deserto californiano e il piede sull’acceleratore, alla ricerca di un tremito che lo faccia sentire ancora vivo. Poi lo stop. E d’un tratto, una visione: una mandria di cavalli correre allo stato brado in quelle terre. Liberi. Con la voce calda di Nina Simone e le struggenti note di Stars in sottofondo.
Mi sono sempre chiesta il vero significato di quella scena. Che monito lo sceneggiatore volesse darci. Mi piace pensare a un invito a riappropriarsi del proprio primordiale istinto di libertà. Quello che ti spoglia dei vestiti e della maschera indossata nella società per tornare a essere te stesso. Uscire dalla gabbia dell’Io Sociale per riprendersi il diritto di essere felici. Una sfida ardua tanto per Bojack Horseman quanto per tutti noi.