La sesta stagione di BoJack Horseman è volata via in un attimo. Otto episodi che abbiamo mandato giù come un sorso d’acqua, in attesa dell’uscita della seconda parte prevista per il prossimo gennaio.
Quello che abbiamo ritrovato sullo schermo è un BoJack molto diverso dalle stagioni precedenti. Più maturo, più riflessivo, meno autodistruttivo. Il BoJack Horseman della sesta stagione sta provando a cambiare. Ha provato ad accettare il passato nella sua immutabilità e a guardare al presente con maggior fiducia e, soprattutto, con meno sensi di colpa. Ha riacceso in sé una luce, la piccola speranza di poter essere migliore di quello che è sempre stato. Qualche volta ci riesce, altre volte un po’ meno, ma un primo passo lo ha fatto con coraggio.
Il miglior episodio della sesta stagione è senz’altro il settimo, che è poi il vero epilogo di questo primo blocco di episodi. The Face of Depression, “La faccia della depressione“, segna il ritorno di BoJack alla vita normale.
Uscito dalla clinica, dopo aver combinato la solita dose di pasticci irrimediabili, decide finalmente di tornare a casa. Un momento che, in verità, BoJack ha sempre cercato di rimandare, forse inconsapevolmente terrorizzato dalla paura di ricascare negli antichi sbagli e di ritrovarsi faccia a faccia con i fantasmi del passato.
Sono proprio loro, gli spettri della sua vita disordinata, a dargli per primi il benvenuto nella villa di Hollywoo. In mezzo alla sporcizia, alle lattine vuote, ai resti di un BoJack devastato, fanno la loro comparsa i ricordi, le reminiscenze di tutti gli errori, le mancanze, le colpe che gli hanno stravolto la vita. Dall’alcolismo sfrenato alle bravate che hanno portato Sarah Lynn alla morte, dall’atteggiamento di sufficienza con cui trattava gli amici più leali al narcisismo e all’autodistruzione che hanno determinato il fallimento di tutti i suoi progetti.
BoJack è una vecchia Porsche ammaccata e fatta a pezzi, coi vetri in frantumi e la cappotta distrutta.
Rialzarsi non è semplice. Ci sono i rimpianti, c’è il dolore, c’è la paura di ricascarci ancora una volta. E c’è il niente, quel nulla angosciante e privo di luce che atterrisce anche Diane.
Il settimo episodio della sesta stagione di BoJack Horseman è anche quello in cui il nostro protagonista ritrova finalmente tutti gli altri personaggi, quasi come a riallacciarsi alla vita di sempre che per un po’ è rimasta in stand-by. Ritrova Todd, alle prese con le riflessioni sull’amore materno, e vola fino a Chicago per vedere Diane.
Voglia di evadere o semplice nostalgia dei vecchi amici, poco importa. Diane non se la passa tanto meglio: dopo la fine della relazione con Mr. Peanutbatter, non si è più realmente ripresa e la neve dell’Illinois riporta alla luce tutte le frustrazioni tossiche che le impediscono di essere felice. BoJack, in confronto a Diane, sembra rinato a nuova vita.
Ma la voglia di scappare dalla California e da tutti gli spettri del passato non si esaurisce con una capatina a Chicago. Lasciata Diane alla sua depressione con un saluto di speranza per il futuro, BoJack atterra in Connecticut, da Hollyhock. Qui crede di aver trovato uno scopo per la sua vuota esistenza. All’università di Wesleyan stanno cercando un insegnante di recitazione e perché non ripartire proprio da lì? Come professore BoJack avrebbe l’occasione di mettere la sua esperienza al servizio di giovani ragazzi alle prime armi nel mondo dello spettacolo. Lui, che ha rovinato la vita di Sarah Lynn e di tante altre ragazze, avrebbe la possibilità di rimediare a tutti gli errori passati.
Torna a casa con un nuovo obiettivo e con lo spirito rinvigorito. Incontra finalmente anche Princess Carolyn, indispensabile per poter davvero rimettersi in carreggiata.
Sono due personaggi, BoJack e Princess Carolyn, profondamente cambiati nel corso delle stagioni. È come se la vita ne avesse fiaccato l’energia, svuotandoli dall’interno ed esponendoli agli attacchi del mondo esterno. Entrambi appaiono invecchiati, avvizziti, ma comunque aggrappati a una vita che non vogliono lasciarsi scivolare dalle mani.
La depressione, reale come quella di Diane, “strategica” come quella di Mr. Peanutbutter, è la parola chiave di questo settimo episodio della sesta stagione di BoJack Horseman.
Ed è proprio il cane più felice della California l’ultimo personaggio con cui BoJack si interfaccia, abbozzando insieme a lui il famoso episodio crossover che tutti quanti stavamo aspettando dalla prima stagione.
Niente più fastidio, niente più avversione: BoJack accontenta Peanutbutter solo per il gusto di vederlo felice, in uno scambio di battute che cede il passo all’eccitazione.
BoJack è un cavallo che ha perso lo slancio, ma che ha ancora voglia di correre.
E, nel finale di questo episodio, sembra rivolgerci quelle stesse parole che suonano sui titoli di coda:
Back down in that hole
‘Cause there was no sunlight
Just asked my mother
And I traete myself hard
So take me down easy
Take me down easy