La seconda puntata di BoJack Horseman 6 è incentrata quasi completamente sul diverso tipo di dramma, ma ugualmente devastante, che Princess Carolyn è costretta (o sarebbe meglio dire condannata) a vivere: la solitudine, il non poter contare su nessuno…
Tutti possono contare su di lei, ma lei su chi può contare? Su nessuno!
E di chi è la colpa? Ovviamente la sua.
Princess Carolyn è una donna forte, indipendente, che non ha bisogno di nessuno (o almeno vuol far vedere questo). Ha sempre mangiato i suoi avversari e ogni volta che è caduta si è sempre rialzata più forte di prima. Ma i suoi punti di forza rappresentano anche la sua più grande debolezza. Un paradosso che l’ha portata ad autodistruggersi e ricomporsi tante volte, ma come le ricorda lo stralunato regista Flea Daniels, “c’è un limite alle volte in cui puoi fare a pezzi una cosa e rimetterla a posto”.
Una lezione che la nostra gatta sta imparando sulla sua pelle a caro prezzo. Lei è imprigionata in un loop infernale che si ripete all’infinito. Dall’asfissiante pressione lavorativa passa all’assordante trambusto della sua realtà quotidiana, oppressa da una bambina a cui lei non riesce a badare (e a cui non riesce neanche a trovare un nome).
Arranca da sola, si barcamena tra i suoi mille impegni, senza fiatare, senza ribellarsi, ma soprattutto senza rendersi conto di stare a mentire al mondo e a se stessa in primis. Perché lei non può arrivare dappertutto, lei non è dieci persone, lei è una sola, e per quanto possa sforzarsi non potrà mai quintuplicarsi per fare tutto quanto.
La realtà è dura da accettare e di certo tutti non stanno aspettando lei. Per questo la situazione le sfugge di mano spingendola verso un processo di logoramento progressivo.
E questa degenerazione porterà Princess Carolyn davanti a un processo di autoanalisi tanto brutale quanto tristemente vero.
Quando finalmente riuscirà a rifiatare, quando finalmente toccherà il fondo (che sembra essere finora il tema principale di BoJack Horseman 6), riuscirà a capire quale è la chiave di volta necessaria per uscire da questo labirinto caotico e frustrante. Accettare di essere se stessa, accettare di dover chiedere una mano, smettere per un attimo di correre, fermarsi a riposare, a restare finalmente sola con se stessa.
Princess Carolyn salva Pryncess Carolyn.
Ma in un modo molto particolare, attraverso l’autoaccettazione. Davanti a Vanessa Gekko si spoglia di questa sua armatura da guerriera immortale e diventa una donna fragile, insicura, fallace, che non sa veramente quel che vuole. Lei è si è imposta di diventare madre per farsi accettare da una società in continua evoluzione, che sembra spingere le persone a dover bruciare le tappe e a dover seguire forzatamente quegli step.
Pryncess Carolyn è caduta in quella trappola e ha forzato la mano forse accorgendosi di essersi spinta troppo in là. Ma da testarda tremenda quale è accetta la sfida e la porta avanti senza rinunciare a niente e senza rinunciare a essere per gli altri l’ancora, il porto sicuro, dove tutti possono attraccare.
Non credo di provare quel che dovrei provare… o che mi sarei aspettata di provare.
Ma la brutale confessione alla sua rivale di una vita ci dà uno schiaffo in faccia tremendo, e se pure è una cosa ripugnante quella che va a dire fa parte di quel percorso di accettazione necessario affinché si possa superare questo nuovo sentiero irto di insidie e pericoli.
Solo quando accetta questa tremenda realtà, solo quando si rende conto che per sconfiggere un mostro prima bisogna conoscerlo bene, solo allora riuscirà finalmente ad affrontare la realtà e a prendere finalmente quella mano tesa che per anni non ha fatto altro che respingere e considerare nemica. Perché l’aiuto inconsciamente bramato arriva proprio da lì.
E allora… ne è valsa la pensa odiare per tutti questi anni?
Dobbiamo odiare per forza? Anche se non lo sappiamo, anche se nessuno ce lo insegna, e spesso è anche scomodo, è molto più conveniente e puro accettare le sfumature negative altrui, perché se qualcuno è cattivo nella nostra versione della storia, forse noi siamo i buoni nella sua.
Questa puntata di Bojack Horseman 6 ci insegna questa bellissima lezione.
Ma la insegna soprattutto a Princess Carolyn, che finalmente accetta di essere salvata (nessuno si salva da solo), e dall’alto della sua nuova consapevolezza torna a casa, conscia dei suoi limiti e di stare facendo il massimo.
Capisce che non esiste il manuale della mamma perfetta, che in amore le insidie non si eludono ma si superano amando, nonostante tutto.
La nuova Princess Carolyn riesce a guardare in faccia sua figlia, a godersi il momento e a chiamarla finalmente per nome.
Il nome sussurrato dai consigli di chi ha smesso di odiare.