In più di un’occasione abbiamo posto l’accento sulla capacità di BoJack Horseman di utilizzare un sarcasmo spietato nei confronti di ogni possibile sistema morale. Nel corso delle stagioni la crescente maturità della serie l’ha portata a raffinare quest’arte sempre più, fino a estenderla a un gran numero di sistemi sociali. E in quest’ultima stagione a essere presa di mira è la superficialità dei nostri tempi. Una superficialità che si rispecchia nell’attaccamento ossessivo delle nuove generazioni, alla condivisione social che non risparmia neanche gli anfratti più privati della vita propria e altrui. La 6×04 di BoJack Horseman pone questa critica al centro della propria narrazione con le dinamiche di coppia di Pickles e Mr. Peanutbutter.
Ma si tratta pur sempre di BoJack Horseman e la serie raramente tralascia le origini di un male per soffermarsi sulla pura e semplice critica.
Il nucleo dell’episodio vede scontrarsi il senso di colpa di Mr. Peanutbutter per aver tradito Pickles con la superficialità di quest’ultima. Due sentimenti di cui avevamo avuto un assaggio già nei primi episodi della stagione, con un Peanutbutter paranoico e una Pickles del tutto cieca dinanzi ad avvisaglie che avrebbero insospettito chiunque. Come molti degli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita della stella di Hollywoo(d), il suo confronto la fidanzata avviene nel bel mezzo di una situazione irreale quanto assurda.
Pickles vive la sua vita interamente attraverso internet, condividendo con il Pickles-Pack – ossia lo stuolo di suoi iscritti al suo canale – ogni avvenimento in tempo reale. Quando Mr. Peanutbutter trova il coraggio di confessarle di averla tradita con Diane nella scorsa stagione, le chiede di parlare privatamente. Ma nella loro super illuminata Smart-House paradossalmente il confronto è tutto fuorché privato (a loro insaputa). La confessione avviene sotto gli occhi sconcertati di amici e parenti invitati a casa loro da Todd per un matrimonio a sorpresa che ovviamente non avverrà.
A questo punto abbiamo forse la prima vera esplosione di onestà di Mr. Peanutbutter, un cane “felice”, sempre soddisfatto di tutto e tutti. All’apparenza.
Il Labrador vomita tutta la verità su quel che pensa davvero di quasi tutti i presenti – a sua insaputa – a casa sua. Saltano fuori i primi segnali di un’eterna rabbia repressa del cane “più felice del mondo”. E in questa discussione che segue la sua confessione a Pickles vengon fuori anche le ovvie ragioni della natura “superficiale” della giovane Carlina: la solitudine. La solitudine universale che affligge il nostro tempo. Un sentimento affogato nella compagnia virtuale del popolo del web.
Una compagnia costante, che non abbandona mai, proprio come dice lei stessa. Fonte apparente di una vita piena, appagante, che nasconde però tutta la vacuità di un rapporto che non potrà mai eguagliare il calore di qualcuno presente fisicamente nella realtà.
Ma un po’ come con la storia dell’uovo e della gallina, anche in questo caso è difficile capire cosa venga prima. Se il complesso mondo del web abbia colmato una solitudine intrinseca da sempre parte dell’essere umano, o se l’abbia inasprita edulcorandola con la false convinzioni. E così è proprio da quel mondo di anime nascoste dietro un nickname e uno schermo che Pickles corre a chiedere conforto in un momento tanto difficile.
La 6×04 di BoJack Horseman ci sbatte così in faccia tutta l’assurdità dei rapporti moderni. Un’altra forma di incomunicabilità che si nutre di priorità distorte e superficialità.
In quello che sembra uno spaccato del Teatro dell’Assurdo riusciamo tuttavia a metterci anche nei panni di Mr. Peanutbutter, che raramente ci ha dato occasione di farlo. Nella sua apparentemente incorruttibile felicità basata sul riempire il proprio tempo con stupidaggini senza senso fino al giorno in cui ti tirano le cuoia, la star si ritrova forse per la prima volta a dover essere l’adulto della situazione. La necessità di trovare un rimedio al danno fatto e il senso di colpa preparano il terreno per una soluzione. Una soluzione che tuttavia non nasce neanche in questo caso totalmente dalla sua testa ma da quella di BoJack e Diane sotto le false spoglie di voci della Smart-House di Mr. Peanutbutter. Un escamotage che poteva funzionare solo con lui.
Vengono fuori ancora una volta i limiti di Mr. Peanutbutter, attraverso le parole incisive di Diane. Il timore cronico di affrontare di petto le inevitabili pieghe negative della vita e dei rapporti. La fuga da queste nell’attesa che le cose si risolvano da sole come per magia.
Un approccio che finisce per dare agli altri la sensazione di avere poca considerazione per il mondo attorno e le relazioni che lo legano alle persone.
Mr. Peanutbutter decide in quest’occasione di non scappare ma assumersi la responsabilità dei propri errori e del dolore provocato.
Ma per qualcuno che non ha mai imparato a misurare quest’assunzione di responsabilità con le sue adeguate conseguenze, non è facile trovare una soluzione bilanciata.
Il confronto finale e “risolutivo” tra lui e Pickles si traduce in un reciproco impegno di sincerità e sforzo di riportare il rapporto a com’era prima, a qualunque costo. E quel costo prevede che Pickles tradisca il consapevole fidanzato col suo stesso benestare, per riportare le cose “in pari”. Una risoluzione che non ha semplicemente il sapore dell’assurdo, ma anche del sospetto che questa sia la miccia che innescherà il cambiamento nella vita di Mr. Peanutbutter. È difficile credere che il processo di presa di coscienza avviato per lui nella scorsa stagione non culmini in qualcosa di più concreto di un semplice senso di colpa. E il pretesto utilizzato dalla 6×04 di BoJack Horseman dà segnali chiari di un futuro all’orizzonte più tetro di quanto Mr. Peanutbutter non creda.
Per la prima volta forse il labrador condivide questa cieca fiducia nel futuro con la sua ex-moglie Diane, una donna che raramente è riuscita a sentirsi bene con sé stessa come l’ex consorte sapeva fare. Nel trambusto del (quasi) matrimonio a sorpresa infatti vediamo anche Diane confessare a BoJack Horseman la sua decisione di trasferirsi a Chicago. “Per sé stessa”. Una decisione che ancora non sappiamo se e quanto costerà alla scrittrice che stavolta ha deciso di fidarsi di qualcosa che la faccia star bene, la relazione con Guy. Come non sappiamo se e quanto costerà al suo ex-marito continuare a vedere la felicità come un assioma fondamentale della sua vita.