1) La morte di Sara Lynn
La morte di Sara Lynn è l’apice di un progressivo aumento di pathos che culmina, alla fine della terza stagione, in una tragedia.
L’overdose della giovane amica, compagna di tante sbornie e serate da sballo, getta BoJack Horseman nella depressione più cupa. Il senso di colpa per un’altra dolorosa perdita, il senso di impotenza di fronte alla morte, hanno come sempre un effetto destabilizzante sul nostro protagonista. BoJack sente di essere sbagliato, di aver commesso troppi errori nel passato e di non sapervi rimediare nel presente. È convinto che tutto ciò che tocca diventi marcio, si logori fino a distruggersi del tutto. E questa convinzione lo atterrisce, gli succhia via la vita.
BoJack Horseman passa dalla commedia alla tragedia in un attimo. Danza sulle corde emotive degli spettatori, portandoli dalla risata al pianto senza che abbiano neppure il tempo di accorgersene. Si crea un’empatia tale con i personaggi, ciascuno al centro di un personale dramma, che quando si raggiungono vette di dolore troppo forte sullo schermo, si spezza qualcosa anche dentro chi lo guarda.