Il 14 settembre arriva, finalmente, la quinta stagione di Bojack Horseman. Il trailer, uscito qualche giorno fa (lo trovate qui), gioca molto sull’essere volutamente confusionario e sulla frase “È confusionario, quindi lo show è ardito e intelligente“, che invece suona ironicamente critica verso quegli show che vengono considerati geniali per il semplice fatto che, diciamolo, sono a tratti incomprensibili. Ma per evitare di crogiolarci in questa attesa, cerchiamo di capire dove eravamo rimasti e soprattutto cosa aspettarci dal nostro uomo-cavallo preferito.
Abbiamo più volte sottolineato come la serie nata dalla mente di Raphael Bob-Waksberg parta con ambizioni apparentemente diverse da quelle che persegue realmente: infatti, non è chiaro dove voglia andare a parare la prima stagione, se voglia essere una serie animata satirica e critica verso le contraddizioni della società americana oppure se abbia intenzione di osare di più.
Il momento epifanico, quello in cui Bojack capisce veramente come è visto dall’esterno grazie (o per colpa) del libro scritto da Diane, cambia radicalmente il personaggio e il tono della serie. Mantiene quella formula ironico-sarcastica, ma i momenti ricchi di oscurità e profondità diventano sempre più numerosi.
Se all’inizio potevamo avere dubbi, alla fine della prima stagione ogni perplessità è fugata: Bojack Horseman è depresso.
Inevitabilmente la storia sterza verso qualcosa di ineffabile, spesso irraggiungibile, e più caro agli americani che a qualsiasi altro popolo (che l’hanno addirittura inserita nel Preambolo alla Costituzione del 1787): la ricerca della felicità. Ma cosa può ottenere un personaggio depresso da una tale quest? Delusione.
Del resto, delusi sono quasi tutti i personaggi di Bojack Horseman: disillusi, ancor più che delusi. Se quindi la seconda e la terza stagione conducono il protagonista (e non solo, pensiamo a Princess Carolyn e Diane) verso un tunnel di apparente non ritorno, con tutta la filosofia del pessimismo e l’assurdo di Camus a farne da padrona, la stagione successiva sembra segnare un’ulteriore svolta.
La quarta stagione, infatti, raggiunge picchi emozionali notevoli, forse anche superiori a quelli delle tre precedenti, ma ci lascia una flebile speranza. Nell’ultima scena, Bojack sorride: la possibilità di riempire la sua vita con l’amore di una sorella era una prospettiva che non aveva immaginato, e non può che esserne contento. Questo ovviamente non significa che l’uomo-cavallo abbia risolto i propri problemi. Per rispondere a qualche quesito al riguardo, ci dobbiamo inevitabilmente riferire al nuovo trailer.
La quinta stagione, come sempre, condurrà diversi filoni narrativi legati ai suoi personaggi. Mettiamo momentaneamente da parte il protagonista e vediamo cosa possiamo supporre sugli altri. Innanzitutto, Diane: nel trailer appare con due tagli di capelli diversi. Considerando il finale della quarta stagione, è molto probabile che non conviva più con Mr. Peanutbutter. Magari potrebbe essere una pausa, magari una rottura definitiva. Personalmente, però, ritengo che la loro storia sia giunta al capolinea. In fondo anche noi, come Diane, siamo “so tired of squinting”.
Questo potrà comportare qualche novità per Bojack?
Sembra che la donna sarà presente nella vita del protagonista, ma quanto Bojack sarà in grado di supportare l’amica in un momento di difficoltà come può essere una separazione? Di questi problemi, senza dubbio, non ne ha Todd: ci chiediamo piuttosto se il tempo gli permetterà di riavvicinarsi veramente a Bojack. La quarta stagione lo ha visto distante, ma se il protagonista dimostrerà di riuscire a cambiare siamo certi che in Todd prevarrà l’animo disposto verso il prossimo.
Siamo stati abituati a vedere finora personaggi come Mr. Peanutbutter e Princess Carolyn tendenzialmente restii all’evoluzione: il cane, per ovvi motivi legati al suo carattere (l’unico momento epifanico poteva essere la malattia del fratello, ma quel temporaneo nichilismo viene brillantemente superato dal suo approccio alla vita); la gatta per le dinamiche della sua vita. P.C., tuttavia, sa di non essere felice: riuscirà ad accettarsi? L’ultima stagione ci farebbe dire di no, ma è probabile che il lavoro la distrarrà, come accade a chiunque in Bojack Horseman e – purtroppo – nella vita reale.
Infine, arriviamo a Bojack. Interpreterà un certo Philbert, nell’omonima serie. Sembra, dal trailer, una di quelle serie di successo dal tono drammatico di Netflix degli ultimi anni (e siamo sicuri che non sia un caso). Potremmo asserire che il cavallo stia trovando la sua strada, professionalmente parlando. Ma la sua vita?
Nelle prime tre stagioni, Bojack ha constatato l’insensatezza dell’esistenza: si è illuso di aver ottenuto la felicità, prima facendo scrivere il suo libro, poi ottenendo il ruolo della sua vita, ma ha sempre creato situazioni che distruggessero quella presunta felicità. “Tu dici che vuoi stare meglio, e non sai come fare” è la frase ricorrente, pronunciata da Diane, nel trailer della quinta stagione. Non un buon segno, certo! Se Bojack nella quarta stagione era alla ricerca di qualcosa, forse un senso all’esistenza, adesso potrebbero essere maturi i tempi per trovarlo. Alla sua maniera, come sempre.