Lucida e riflessiva, ma anche insicura e piena di dubbi, Diane Nguyen è un personaggio che si ama o si odia, senza mezze misure. Nella sesta stagione di BoJack Horseman (potete trovare qui la recensione del primo episodio) la tormentata scrittrice si ritrova a toccare letteralmente il fondo.
BoJack Horseman dipinge un ritratto femminile davvero attuale
Diane è uno specchio in cui moltissime donne della società odierna si possono facilmente riflettere: portatrice di valori femministi, ironica, brillante e indipendente, ma anche timida, nerd e alla costante ricerca di un modo per affermarsi nel mondo senza scontrarsi con la propria moralità. La sua è una lotta interiore continua, in cui le capacità intellettuali possono servire solo fino a un certo punto: non è semplice far convivere sogni e realtà, e neanche riuscire a gestire una relazione permettendo a qualcun altro di far breccia nelle proprie solide barriere emotive.
Per una ghost writer non è semplice acquisire visibilità e fama, eppure il desiderio di Diane è proprio quello di essere notata, per una volta in vita sua, e senza dover scendere a compromessi. Cresciuta in una famiglia in prevalenza maschile (formata peraltro da individui pigri e disinteressati), ha avuto un’infanzia caratterizzata da trascuratezza e solitudine, che l’ha indotta a crearsi una specie di armatura nei confronti del mondo esterno, del quale diffida e in cui non si è mai sentita valorizzata.
Una mente fervida e ambiziosa non si accontenta mai, ed è proprio ciò che fa Diane: ha standard altissimi, sia nei confronti di se stessa che di chi la circonda, aspettandosi sempre che tutti esibiscano la propria versione migliore. Per tale ragione tende a distribuire consigli e opinioni a chiunque, cercando di riportare chi le sta accanto sulla retta via, come un grillo parlante, e diventando un punto di riferimento anche per BoJack. Tuttavia, si tratta di una sicurezza solo apparente, ed è sempre più facile essere saggi quando le situazioni non si vivono in prima persona. Ma quando toccherà a te, Diane, cosa farai?
Quando non sai cosa fare, nascondi la polvere sotto il tappeto
Durante lo svolgersi di BoJack Horseman, Diane subisce una forte delusione, rendendosi conto di non poter fare la differenza con il suo talento per la scrittura e con le sue opinioni. Ancora una volta, nessuno sembra voler ascoltare ciò che ha da dire e ciò demolisce l’autostima della donna, già di per sé molto bassa. Ha così inizio un periodo davvero buio per Diane, un periodo fatto di infelicità, apatia e pensieri soffocati.
Nonostante tutto, infatti, l’ammissione del fallimento non è contemplata. L’idealismo di Diane persiste e diventa autodistruttivo, al punto di impedirle di riconoscere i propri difetti ed errori, che individua invece con estrema facilità in chiunque altro. Probabilmente contemplare le difficoltà altrui la consola: e in un’ottica egoistica la fa sentire ancora padrona di una situazione di cui ha in realtà perso totalmente il controllo.
Nella sesta stagione di BoJack Horseman, troviamo una Diane che cerca di nascondere la polvere sotto il tappeto, senza rendersi conto di aver creato ormai una montagna (come possiamo constatare nel secondo episodio). Nonostante la relazione stabile con il premuroso bisonte Guy, l’insoddisfazione professionale grava sul cuore della scrittrice più di qualsiasi altra cosa, e la fa cadere in una profonda depressione che cerca in tutti i modi di camuffare. Questa nuova condizione di trascuratezza fisica e mentale ricorda molto quella di BoJack in tutte le stagioni precedenti, con la differenza che quest’ultimo esibisce in tranquillità e disinteresse il suo stile di vita, mentre Diane lo nasconde e se ne vergogna, perché non rispecchia l’immagine ideale che vuole dare di sé.
La felicità può fare paura
Proprio così, la nostra Diane sembra soffrire di cherofobia. Ogni volta che la vita le regala una piccola soddisfazione, la sua indole indecisa e la sfiducia nei confronti di qualsiasi altro essere senziente la spingono a scappare o a mandare tutto all’aria. Ha un terrore cieco di stare bene, perché la felicità potrebbe esserle strappata in qualsiasi momento, mentre l’assenza di emozioni la fa sentire al sicuro e inattaccabile. Dal momento in cui Guy dimostra interesse per lei, Diane non riesce a godersi serenamente la frequentazione, ma viene colta da mille dubbi e sembra stare sul filo del rasoio. Anche quando, non senza difficoltà, i due riescono a iniziare una convivenza, è sempre Guy a sbilanciarsi emotivamente, mentre Diane sembra essere oppressa da una tranquilla e normale vita di coppia.
Sarà proprio un inaspettato (e sobrio) BoJack a porgerle la mano nel momento del bisogno, ribaltando la situazione e trasformandosi per una volta nella voce della coscienza. Nonostante le tendenze autodistruttive, le ricadute e le bugie, infatti, qualcosa di sincero unisce i due amici, che intervengono ogniqualvolta l’altro sia in difficoltà. Diane è troppo orgogliosa per chiedere aiuto, e così insicura da credere che non ne riceverebbe, così semplicemente tace e soffre in silenzio. Dovrebbe forse ricordarsi (e dovremmo farlo tutti) che chiedere una mano non è sbagliato, e non rende affatto deboli.