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Diane Nguyen: la ricerca di sè stessi è la più ardua delle sfide

Bojack Horseman
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Bojack Horseman è una serie tv che non fa sconti a nessuno. Profonda nelle tematiche e nei dialoghi proposti, è una storia che costringe lo spettatore a rivedere gran parte di se stesso in più di un’occasione. Ogni personaggio di Bojack Horseman riprende in maniera decisa una o più sfere dell’animo umano. Nel caso di Diane Nguyen, ad esempio, è la ricerca di sè stessi a imporsi agli occhi dello spettatore come una sfumatura decisiva della propria crescita. Diane, proprio come tutti i personaggi di Bojack Horseman, è una figura complessa quanto semplice nel suo essere “umana”. E questo la rende vicina allo spettatore almeno quanto lo è lo stesso protagonista della serie animata.

Bojack Horseman

Tuttavia, se Bojack Horseman rappresenta il lato oscuro del nostro animo, quello che odiamo, Diane rappresenta la nostra coscienza. Il meglio che potremmo e dovremmo essere in una società.

Diane Nguyen potrebbe rappresentare per certi versi quello che oggi verrebbe definito il “tipico intellettuale di sinistra”. È una giornalista e scrittrice con un’etica professionale che deve spesso scontrarsi con l’utilitarismo più cinico. È intelligente, acculturata, ben informata, si affida a riviste di un certo spessore come il New Yorker o il The Atlantic. Inoltre è una femminista e crede che ognuno di noi dovrebbe fare il proprio ruolo nella lotta alle disparità di genere. Quando nella disputa con Hank Hippopopalous, Mr. Peanutbutter le chiede perché debba esser proprio lei a farsi carico di una simile questione, Diane perde le parole come tutti coloro che a lezioni di senso civico preferiscono l’azione immediata. Per lei non è una questione di “perché farlo” ma di “perché non dovrei?”

Bojack Horseman
Diane è una “Zoe”. Una Zoe che ha cercato di dare una chance al suo lato “Zelda” sposando Mr. Peanutbutter. E ha capito a sue spese che una Zoe non può diventare una Zelda solo per mettere sotto il tappeto la polvere sollevata dalle proprie inquietudini.

Parte della sua cupezza affonda le radici in una famiglia grottesca in cui Diane non riesce a riconoscersi. La sua sensibilità fa a pugni con la superficialità dei suoi consanguinei: persone senza alcuna ambizione che deridono il suo bisogno di elevarsi criticando la sua “fuga” dalla famiglia. Non è un caso che l’unico momento in cui vediamo la pacata e razionale Diane dare davvero di matto sia nell’episodio in cui si ritrova a casa sua. Urlare e spaccare tutto a quanto pare sono gli unici mezzi a sua disposizione per farsi ascoltare da chi vede in lei l’arrogante pecora nera che si sente “arrivata” perché ha studiato. L’esasperazione di Diane per il doversi sentire in colpa di aver desiderato e ottenuto qualcosa in più di partite di football e una vita ordinaria, appare chiara nella sua trasformazione in “Criane” (Crazy Diane).

Bojack Horseman

Ma la vera inquietudine della confidente di Bojack Horseman non risiede tanto in un’infanzia infelice quanto in un presente tribolato che la sensibilità di Diane rende pieno di inquietudini.

Io le persone come Diane Nguyen le immagino vivere lo scorrere del tempo e degli eventi come un lungo, faticoso, interminabile viaggio alla ricerca di qualcosa dai contorni indefiniti. La corsa per un premio che non sai neanche se ti renderà felice. Ogni personaggio di Bojack Horseman, esattamente come ogni essere umano, ha un vuoto da colmare. Per Bojack quel vuoto nasce dall’amor proprio (e altrui) mai avuto. Per Diane invece è il bisogno di sapere che la sua la sua azione quotidiana ha una direzione precisa, un fine utile che dia senso alla sua vita. Questo bisogno è ciò che la spinge a scrivere. Ciò che altresì le rende frustrante dover trattare contenuti grezzi e superficiali.

Quel bisogno di essere al mondo per un fine superiore è la sua parte migliore quanto la sua rovina.

bojack horseman

È ciò che mette Diane nella condizione di non essere mai soddisfatta di sé stessa, delle sue scelte o delle persone che le stanno accanto. Stefani Stilton, nella sua superficialità da ricca figlia di papà, ha la lucidità di riconoscere questo lato di Diane e farglielo notare con nonchalance.

“Il tuo problema è che imponi a tutti, inclusa te stessa, degli standard impossibili da rispettare”

La blogger a capo di GirlCroosh coglie l’intera essenza di Diane in pochissime parole. Infatti la ragazza non è semplicemente la biografa di Bojack Horseman, ma ne rappresenta la coscienza. Lei è la persona che più di tutte è in grado di scrutare la sua anima e coglierne macchie e virtù. Per quanto non sia in grado di cogliere le proprie. Tuttavia questa incapacità non rappresenta semplicemente un suo limite, ma è parte integrante del suo processo di crescita.

Diane si è trasferita in una città, Los Angeles, cui tutti possono appartenere (come lei stessa afferma) per trovare nella scrittura la sua realizzazione. Ma la felicità è qualcosa che prescinde la semplice realizzazione professionale.

Anime complesse come quelle di Diane non possono accontentarsi di raggiungere un singolo obiettivo per sentirsi pienamente appagate. Hanno bisogno di capire il perché delle proprie azioni, ma spesso finiscono per vivere in un costante senso di insoddisfazione. È la condanna di chi vive ponendosi continuamente domande sulla propria esistenza e sul proprio posto nel mondo. Per Diane la ricerca di sé stessa si è avvalsa di libri da scrivere, di piccole battaglie sociali da combattere, perfino di un viaggio in Cordovia. Eppure la consapevolezza (lì acquisita) di non essere in grado di sostenere qualcosa che credeva invece di poter affrontare, l’ha spezzata. Nella ricerca di sé stessa in Cordovia, Diane ha scoperto più che altro ciò che non le appartiene.

Anche lei, proprio come Bojack Horseman, a un certo punto della sua crescita ha dovuto guardarsi allo specchio e affrontare la propria immagine riflessa. E anche lei è rimasta schiacciata dall’idealizzazione, poi delusa, della propria persona.

Bojack Horseman
Tutte le brave persone in fondo sperano di essere speciali, di essere utili, di poter in qualche modo cambiare il mondo. Scoprirsi più ordinari di quanto non si credesse può essere un colpo duro da incassare. E infatti questa presa di coscienza è ciò che innesca la crisi esistenziale di Diane: un passo doloroso quanto fondamentale per la sua crescita. E nonostante ciò Diane affronterà più volte crisi interiori, nate da svariati pretesti: un lavoro inconcludente, un matrimonio fallito. Ma la verità è che una Zoe non smette mai di essere infelice, perché non smette mai di cercare di capire chi è e qual è il suo ruolo nel mondo.

Diane lo realizza nella puntata di Bojack Horseman “Underground”, quando lei e tutti gli invitati della cena di beneficenza di Mr. Peanutbutter restano bloccati per giorni sotto terra.

Quando Diane, parlando con Bojack, mette a confronto la sua situazione attuale (sotto terra) con quella in condizioni normali realizza quanto infelice sia davvero. La sua vita non la appaga nonostante la razionalità suggerisca quanto Diane abbia ben poco di cui essere infelice. In quella puntata realizza che il suo sentimento di frustrazione  non dipende dall’essere bloccata sotto terra da giorni, ma è un sentimento costante. Le appartiene da sempre. E ironicamente, è lo stesso Bojack Horseman a darle un consiglio per “essere felice” (e no, non è l’alcool):

Bojack Horseman

“Ecco il segreto della felicità: fingi di essere felice e col tempo ti dimenticherai che stai fingendo!”

Che a occhio e croce sembrerebbe la soluzione perfetta per tutti i “Diane”.

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