3) Il passaggio da dark comedy a vero e proprio dramma
Sappiamo quanto BoJack Horseman si sia rivelato estremamente drammatico nel corso degli episodi. La sua storia ci ha fatto troppo spesso cadere in circoli bui di introspezione forzata per arrivare – nella sesta stagione – a un vero e proprio dramma all’interno di un viaggio nella psiche umana.
La prima stagione non ha un tono leggero e questo è chiaro, ma tende a intersecare tra loro vicende che nascondono una profondità non subito chiara. Il tono con cui abbiamo a che fare inizialmente getta le basi per qualcosa di melodrammatico, ma non è qualcosa di certo: possiamo solo immaginarlo.
Le storie raccontate durante i primi dodici episodi sono spesso irreali, ma quelle con cui avremo a che fare più avanti saranno sempre più umane e possibili. La sesta stagione è un loop infinito nella psiche umana che scava all’interno di ogni individualità – quella di BoJack soprattutto – difendendo a spada tratta un’integrità distrutta e massacrata dal passato.
BoJack è diventato a tutti gli effetti un dramma cambiando il tono di ogni storia, racconto o punto di vista. Ogni cosa ha un peso che – a differenza della prima stagione – è fin da subito drammatico. La tristezza di questo show non viene più nascosta ma diventa il punto centrale. Non c’è che dire: il cambiamento radicale fatto in termini di tono è stato perfetto.