BoJack Horseman, ragazzi. Uno inizia a guardarla convinto di trovarsi davanti a una di quelle serie animate senza troppe pretese, con un sacco di personaggi stravaganti e divertenti, con tutte quelle trovate demenziali che tanto ci fanno sganasciare dal ridere. Ecco, uno inizia a guardare BoJack Horseman convinto di fare il pieno di risate, ma proprio una quantità esorbitante di risate. Capirai, un cavallo come protagonista, un labrador mezzo scemo, uno scappato di casa, una gattina in confusione ormonale e una secchiona sfigata come spalle comiche. I presupposti per una commedia irriverente e un filino demenziale ci sono tutti. Poi, invece, ci ritroviamo col cuore spappolato. A condividere il destino di un cavallo, manco fossimo nostalgici di Furia Cavallo del West.
Questa serie è disagio, profondo disagio.
Perché? Perché c’è sempre almeno un personaggio che incarna esattamente tutti i nostri difetti e le nostre paure. Impossibile scappare. Siamo costretti a guardarci dentro, a prendere le misure, e finiamo col rimanere a fissare il soffitto dopo ogni puntata. Il semplice fatto di ritrovarsi puntualmente a fare discorsi filosofici con un cavallo dovrebbe darci l’idea del disagio che vive chi guarda questa serie. Siamo tutti pesci fuor d’acqua, pieni di ansie e gropponi sul petto. Magari nostra madre non era Beatrice Horseman e la nostra infanzia non l’abbiamo passata con il vestitino da marinaio addosso, però c’è un pezzo di BoJack incastrato in ognuno di noi. E questa cosa è stramaledettamente assurda. Ed è pure stramaledettamente intensa.
BoJack Horseman a volte non s’affronta. Ci vogliono occhiali da sole e una bella sbronza prima di farci i conti. Non siamo più riusciti a guardare una mandria di cavalli al galoppo con gli stessi occhi. Perché in ognuno di loro abbiamo visto i sogni infranti di un puledro che voleva a tutti i costi essere Secretariat. Roba da psicanalisi. O forse no.
È tempo di fare i conti con i nostri traumi. È tempo di fare i conti con i 30 disagi che BoJack Horseman ci ha lasciato in eredità.
1) Le leggi di BoJack Horseman hanno abrogato persino quelle di Murphy: se qualcosa può andar male, è già andata male.
2) Siamo tutti Zoe che cercano disperatamente di essere Zelda.
3) L'”episodio crossover” ha già una fanbase più consistente della settantunesima edizione del Festival di Sanremo (a proposito, avete dato uno sguardo alle pagelle di Sanremo?).
4) Gli otto padri di Hollyhock sono la nuova frontiera del topos sulle famiglie disfunzionali.
5) Meglio di un amico gay c’è solo un amico asessuato.
6) Il mainagioismo ha un nuovo maestro: BoJack Horseman.
7) “Oh Fish!” is the new “ma porco c***o!”
8) Nella vita abbiamo tutti un solo obiettivo: avere un profilo Instagram più attivo di quello di Pinkles.
9) Dopo aver visto Daniel Radcliffe gareggiare con BoJack nel quiz di Mr. Peanutbutter abbiamo capito perché Voldemort volesse farlo fuori a tutti i costi.
10) Pensavamo di essere i numeri uno a scappare a gambe levate dai problemi. Poi abbiamo conosciuto Diane Nguyen.
11) Non abbiamo ancora imparato a pronunciare il nome di Diane Nguyen.
12) Quando stai per gettare la spugna, è allora che devi cercare un babbuino che fa jogging.
13) L’autostima è quella cosa inversamente proporzionale al numero delle volte in cui tua madre ti ha scambiato per Henrietta.
14) Pensavamo che il solo equino in grado di spezzarci il cuore fosse Spirit Cavallo Selvaggio.
15) Quel momento preciso in cui abbiamo sostituito “Ehi Siri” con “Ehi Judah“: la svolta.
16) “Hollywoo Stars and Celebrities: What Do They Know? Do They Know Things? Let’s Find Out” di Mr.Peanutbutter farebbe più ascolti dell’Eredità di Amadeus.
17) Quell’insopprimibile voglia di Churro che ti prende ogni volta che vai a un funerale. No dico, ma è normale?
18) Se Secretariat sembra “una Rolls-Royce in un campo di Volkswagen”, BoJack Horseman è un triciclo a pedali in un mondo di quad tritastrada.
19) C’è una Margo Martindale in ognuno di noi.
20) Non siamo mai stati così felici come quella volta che il corriere ci ha parcheggiato davanti casa un bastimento di scolapasta.
21) Dopo aver conosciuto la storia di Eddie non siamo più riusciti a usare uno scacciamosche con la stessa disinvoltura.
22) Se per te non è disposto a rubare la C di Cinecittà non è amore, è un calesse.
23) Benny Watts e Vincent Adultman: è un episodio crossover?
24) Più epico del Cavallo di Troia c’è solo Butterscotch Horseman.
25) Da quando abbiamo capito che si possono bere anche gli umori, alle 10 di mattina siamo già ubriachi di smoodies.
26) E comunque Todd venderebbe più materassi di Giorgio Mastrota.
27) Non sarà mai un compleanno degno di essere ricordato senza una festa a sorpresa organizzata da Mr.Peanutbutter. Con Sarah Lynn guest star. No Sarah Lynn, no party.
28) C’è solo una categoria che spaventa più di quella dei pagliacci: quella dei clown-dentists arruolati da Todd. Dalla coulrofobia alla fluorofobia è un attimo.
29) Reagan, Schwarzenegger, Mr.Peanutbutter: in California anche Stanis La Rochelle potrebbe diventare governatore.
30) “Mi sento sempre come un cavallo immerso sott’acqua con un casco da astronauta in testa, che ha appena capito una cosa importante ma non sa come comunicarla”. E niente, l’analista mi ha cacciato.