C’è un momento nella vita, un secondo. Un attimo decisivo: si tratta di una svolta, di un’accelerazione. Un attimo prima è tutto come sempre e dopo quel secondo semplicemente ogni cosa è irrimediabilmente diversa. “Come siamo arrivati a questo punto?“, ve lo siete mai chiesti? Ogni cosa intorno a te si è modificata: il mondo è andato avanti ma tu sei rimasto al palo. BoJack Horseman in questa 6×13 sta vivendo esattamente tale condizione. La sofferenza di chi, ancora non del tutto consapevolmente, vede il cambiamento.
Lo si può percepire distintamente: niente è più come prima. Il tempo dell’esistenza più piena, degli alti e dei bassi, degli amori e dell’odio, dell’amicizia e della sofferenza sta scorrendo via. BoJack è solo, sempre più solo, circondato da una realtà ostile. E non è tanto per la malsopportazione delle persone nei suoi confronti. No, c’è qualcos’altro. Anche nei momenti peggiori, nelle situazioni più drammatiche, BoJack ha avuto quegli amici che lo hanno sostenuto come pure criticato ma che, sempre, in ogni caso, sono stati lì per lui.
E lui si è nutrito di loro.
Di quell’affetto che ha trasformato in un bisogno disperato di attenzioni. La paura più grande per lui era quella di essere dimenticato: ora che è odiato, quantomeno esiste. Esiste per bocca degli altri, negli sguardi ostili delle persone che, implicitamente, odiandolo, ricordano che lui è lì, che non è morto, che BoJack Horseman esiste ancora, che è ancora vivo.
Eppure, abbiamo la netta sensazione che si stia per varcare quell’attimo decisivo superato il quale nulla sarà più lo stesso. Sembra quasi che l’universo e le sue stelle stiano per riallinearsi, che tutti siano pronti per trovare il loro posto nel mondo. Princess Carolyn porta avanti la sua vita in un compromesso ormai efficace tra vita privata e lavoro, con al fianco quel Judah fidato e perfetto consigliere.
La stessa Diane, la persona forse più vicina e intima di sempre, quella che davvero sembra capirlo di più perché più simile a lui, sta lentamente superando i suoi traumi. Lo sta facendo non con un libro puntadito, impegnato e profondo. No, lo sta facendo nella semplicità di un racconto che piace perché reale. “Era realistico?” le chiede il figlio di Guy. “Succede davvero che due persone rimangano amiche ancora quando si deludono?“. Diane riesce così a dare profondità, a trovare quel senso vero, reale, a trasferirlo agli altri in una storia piacevole, di apparente intrattenimento.
Abbandonati i contorti groviglio psico-intelletuali, emerge la Diane più autentica.
Quella che non si nasconde più dietro accuse e inchieste ma si apre emotivamente e per questo trova il successo da parte di un pubblico che non vuole nient’altro che questo: autenticità.
Anche Todd, incredibilmente, sembra non essere più quello di un tempo: il ragazzo indolente e senza futuro che si era insediato da un giorno all’altro nella casa di BoJack ora sta costruendo un suo nucleo familiare e provando a ritessere i legami con la madre. E stride, ma nello stesso tempo è significativo che sia proprio lui a rivolgere a BoJack delle parole che sanno di addio. “Non posso rischiare che succeda qualcosa“, afferma. Per poi concludere con un “I’ll see you around“. Ci vediamo in giro.
Todd sancisce così un distacco che non può che essere irreversibile. Là c’è Bojack la cui unica colpa è di non essere cambiato. Come l'”Unicorno arrapato” nella descrizione di Vance Waggoner, anche BoJack “Nel profondo si sente ferito. Si sente incompreso. Non è colpa sua se è fatto così“. E tutta qui la distanza incolmabile tra un protagonista che non è né uomo né cavallo e tutto il resto del mondo. Tutti, prima o poi, trovano la loro dimensione, trovano la propria strada. Ma non BoJack, immodificabile “copia di una copia” di sé stesso.
La rotta è tracciata, è solo questione di tempo.
BoJack è destinato a vedere ogni persona cara andare avanti, costruirsi una vita fatta di quotidianità. E lui bloccato lì, fermo al palo, mentre tutto, attorno a lui, si farà sempre più riflesso sfocato di un passato ormai irreversibile. A quel punto non rimarrà altro che nostalgia e rimpianto. Nostalgia e rimpianto.
Back in the 90s, I was in a very famous tv show…