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BoJack Horseman chiude la quinta stagione con un finale diverso da tutti i precedenti

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Anche la quinta stagione di BoJack Horseman purtroppo è terminata. Il dodicesimo e ultimo episodio, The Stopped Show, ci lascia con alcuni interrogativi ma non dimentica di darci una serie di risposte. Indagando dunque i meandri di questa puntata, cerchiamo di capire se la quinta stagione ha avuto una chiusura all’altezza dei precedenti finali.

Come avevamo anticipato nella recensione alla prima puntata, è emerso con evidenza che una delle tematiche portanti di questa stagione sia stata quella del parallelismo tra BoJack e il personaggio che interpreta nella serie Philbert: la puntata 11 ha portato all’estremo questo rapporto, al punto che l’uomo-cavallo ha spesso confuso la sua vita con quella sul set. La nuova dipendenza da droghe torna ad allontanarlo da tutti.

Ma prima di parlare di BoJack è doveroso raccontare un personaggio diventato tendenzialmente negativo in questa stagione, Diane.

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L’amica (?) di BoJack, dopo aver deciso di complicare la vita disastrata del protagonista usando la registrazione relativa alla sua “esperienza” in New Mexico, fa di tutto per qualificarsi come la più ipocrita tra i personaggi. Diane in questa stagione è un’anima smarrita, e le anime smarrite sono pericolose per coloro che le circondano: è lei stessa ad ammettere di essere un’ipocrita, in quanto è consapevole del male che fa a se stessa e a Mr. Peanutbutter (che la ama ancora) facendo sesso con lui.

È egoista, in quanto è preoccupata del fatto che il suo nome possa comparire accanto a un prodotto che lei stessa ha contribuito a creare solo perchè la gente non ha la reazione che vorrebbe. Eppure, alla fine, è lei ad accompagnare BoJack a disintossicarsi: forse, arriva a capire quale sia la scelta giusta da fare.

A proposito di scelte, è bizzarro il destino di Princess Carolyn in questa stagione di BoJack Horseman.

La gatta è alla disperata ricerca di un neonato da adottare, ma non è riuscita a trovare l’occasione giusta. Nel bel mezzo della più grande crisi televisiva che si è trovata a gestire (dopo che BoJack ha tentato di strangolare Gina), arriva la chiamata: se corre ad Eden in tempo, può diventare madre.

Princess Carolyn fa una scelta difficile, ma sufficientemente indicativa: decide di non andare per salvare la serie. Sceglie un figlio a svantaggio di un altro. Ma poi il destino la aiuta: le accuse di molestie al robot costruito da Todd, nonchè CEO del network che produce la serie, ne comportano la chiusura. Subito, allora, corre dal bambino che riesce finalmente ad adottare. Ma questo lieto fine non inganni. In circostanze di prendere o lasciare, Princess Carolyn ha scelto la tv.

Come detto, Philbert viene cancellata perchè What time is it right now è travolta dallo scandalo molestie. Più volte in questa stagione si fa riferimento all’attualità toccando la tematica, ma in The Stopped Show le carte vengono scoperte completamente. Come è ovvio, Raphael Bob-Waksberg non prende una vera e propria posizione, ma si limita a ironizzare sulle due estremizzazioni che queste vicende hanno portato nella vita reale.

Da un lato, infatti, viene sostenuta l’idea secondo cui sotto certi punti di vista al riguardo si è arrivati ad una vera e propria caccia alle streghe. Non conta più, ormai, la legge, conta solo che lo scandalo venga raccontato, vero o falso che sia. Dall’altro, invece, tenace è la critica al fatto che far passare del tempo permette alla gente di dimenticare e, conseguentemente, perdonare gli autori di questi atti meschini, che ci ritroviamo proposti dopo poco tempo semplicemente in salse diverse. La salsa dell’autocommiserazione, per esempio.

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Arriviamo, quindi, a BoJack Horseman.

Il percorso del protagonista ha raggiunto l’apice negativo nella puntata precedente. Anche per questo il finale di stagione è un po’ deludente se paragonato agli altri della serie. Tuttavia, è molto coerente con ciò che ha provato a raccontare. Lasciamo BoJack che si convince a farsi aiutare da un centro di riabilitazione per tossicodipendenti, ma il percorso per arrivare a questa scelta non è facile.

Essere una star comporta condire la propria vita con tanta falsità e apparenza: l’intervista “chiarificatrice” con Gina ne è l’esempio lampante, e BoJack deve aggiungere questo evento alla lunga lista di cose che lo fanno sentire in colpa per la persona spregevole che è.

Ma questo è proprio l’insegnamento che le vicende della quinta stagione gli danno. Questa è l’autoconsapevolezza con cui BoJack ha bisogno di convivere: esattamente come una cipolla, si possono togliere tutti gli strati che si vogliono, ci si può ricoprire di tutte le apparenze e falsità di questo modo, ma alla fine ciò che rimane è il proprio io. L’unica cosa che può fare il vero BoJack Horseman è farsi aiutare. Del resto, come dicono le parole della canzone Under the Pressure dei The War on Drugs, sottofondo del finale:

“When you come here and I’m wasted
Lying on a hill, dancin’ in the rain
Hidin in the back, loosening my grip
I’m just wading in the water
Just trying not to crack, under the pressure”

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