Vi è mai capitato di parlare con un amico, parente o conoscente e consigliargli la serie tv BoJack Horseman? Sicuramente questa persona, se non conosce la serie, vi avrà chiesto: di che parla? Ecco. Come possiamo rispondere a questa domanda? In modo semplice e coinciso potremmo dire che parla della vita di un uomo-cavallo che ha recitato in una serie tv negli anni ’90 ed è rimasto mentalmente bloccato nel passato, alla ricerca di quella fama che non ha più. O potremmo dire che è una serie tv animata con personaggi antropomorfi che vivono a Hollywoo(d), il cui protagonista è un mezzo cavallo e mezzo uomo depresso e alcolista.
In qualunque modo proviate a descriverla senza alcun tipo di spoiler, vi risulta davvero così interessante da convincere una persona a guardarlo? La risposta è no, e se la persona a cui la consigliate non si fida ciecamente di voi probabilmente non la inizierà affatto. Di per sé BoJack Horseman non ha una trama accattivante, non ha il classico colpo di scena che interrompe la quotidianità e porta al cambiamento radicale, come succede spesso nella narrazione. Un classico esempio di questo tipo potrebbe essere Breaking Bad, dove l’evento inaspettato è il cancro di Walter White. In BoJack Horseman non c’è niente di simile. È solo e semplicemente la raffigurazione della vita di un attore in declino, ma non è certo il primo prodotto cinematografico ad affrontare questo tema.
Allora perché ha tutto questo successo?
BoJack Horseman è una serie cinica, ma anche profonda. Oltre a mettere in mostra in modo ironico ma riflessivo i problemi della società, a ridicolizzare la vita superficiale di Hollywood, questa serie arriva a toccare l’oscurità. Parla di dipendenze da droghe e alcol, di depressione, di violenze. Si affrontano temi di cui non è facile parlare. E in BoJack Horseman questi temi vengono affrontati nel modo giusto.
Tratta di verità (a volte anche scomode), di cose che possono succedere a chiunque. Riusciamo a identificarci non tanto nei personaggi, quanto nelle situazioni che questi devono affrontare. BoJack Horseman ha successo perché è reale, pur non avendo nulla di reale. Il segreto del successo credo stia proprio qui, nel fatto che è una serie animata. Il mondo di fantasia popolato da personaggi antropomorfi è molto distante dal nostro, ma le cose che succedono sono vicinissime a noi. Questo contrasto è il motivo per cui ci si innamora di tale serie.
Da sempre siamo abituati ad associare le serie animate a gioventù, spensieratezza, felicità. Le vediamo come prodotti creati esclusivamente per bambini e famiglie, ma non è sempre così. Già prima di BoJack Horseman ci sono esempi di serie animate che provano a distaccarsi da questa associazione (per citarne uno su tutti, South Park), ma ciò a cui puntano le altre è far capire che questo tipo di serie non è solo per bambini. Con BoJack Horseman invece, arriviamo a livelli molto più profondi, dove non c’è un Kenny che muore e resuscita a ogni episodio. In BoJack Horseman la morte è reale, tutti gli eventi sono reali. Non è la presenza di parolacce e scene di sesso che la rende una serie animata per adulti, ma lo spessore che dà a determinati argomenti.
Un fattore che è giusto menzionare, sebbene non sia il motivo principale del suo successo (ma che di certo ha aiutato ad accrescere la sua fama), è l’attenzione per i dettagli. Riferimenti alle stagioni precedenti, storie che si sviluppano in background mentre i protagonisti parlano, gesti e frasi di cui riusciamo a comprendere il vero significato solo in un secondo momento. È una serie che va vista più volte per essere apprezzata appieno.
Se la serie non fosse stata animata, probabilmente avrebbe avuto un successo nettamente inferiore. È questo contrasto che intriga e affascina lo spettatore, e che ha reso BoJack Horseman una serie di grande successo.