*Attenzione! Questo articolo su Boris non è di qualità, “perchè a noi la qualità c’ha rotto il c***o!”
Quella magistrale opera di satira politica e sociale che è Boris, come i fan più accaniti sanno, è una fonte inesauribile di citazioni da usare ad hoc nelle più svariate situazioni. D’altronde, la serie stessa è forte di un citazionismo strepitoso: dai riferimenti a Tarantino, all’omaggio “all’olandese”, a Lars Von Trier, fino ad arrivare alla puntata sulla possibile visita al set di Wim Wenders “Il cielo sopra Stanis”, riferimento a “Il cielo sopra Berlino”, capolavoro del regista tedesco. Noi series addicted abbiamo provato spesso i brividi per i sottili rimandi a Twin Peaks, cosa che non ci si aspetterebbe da una serie tv comica, per di più “così italiana”.
Uno dei punti di forza che rendono Boris tanto speciale è proprio questo: il contrasto tra la “m***a” messa in luce dagli eventi della serie, e la profondità dei concetti esposti.
Il fandom di Boris è così affezionato alla serie che prenderebbe per “genio” chiunque la citi, in qualunque modo. Ma citazioni tipicamente borisiane a parte, tipo dare della “cagna maledetta” all’amica che ha finto un raffreddore per non andare al lavoro, ce ne sono alcune che meritano una lista d’onore. Prendete una situazione/conversazione qualunque dai toni anche solo leggermente tragicomici. Aggiungeteci una citazione più ricercata di Boris (una sceneggiatura nata per essere parodia pura della realtà e del “sistema Italia”) et voilà! Eccovi pronti a fare un figurone. Specie se tra i presenti ci sono altri fan della serie.
Quindi ecco a voi: le 10 citazioni di Boris da usare se vuoi sembrare intelligente.
1) La tragedia dei raccomandati
Glauco Benetti è senza dubbio uno dei personaggi più amati di Boris. Determinato, schietto, deciso. Non le manda a dire a nessuno. Nemmeno alla “senatrice” Ada De Silvestri, attrice terribile raccomandata dal marito senatore della Repubblica. Eppure Glauco sa che le api si prendono col miele. Conquista Ada con la comprensione, dopo averle dato della cagna senza appello ovviamente.
«Nessuno capisce la tragedia dei raccomandati. C’hai mai pensato? Tutti ti guardano male, devi fare il doppio del lavoro, e, anche in quel caso, non sempre serve a conquistarti la stima di quelli che lavorano con te»
Ovviamente la sua è (forse) una falsa empatia in questo caso, mirata solo a far recitare decentemente Ada. Ma riflettendoci, scevri da ogni pregiudizio, non troviamo un fondo di verità in questa teoria?