È notizia di poche settimane fa. Parte del cast storico di Boris, riunito all’interno di un evento romano, ha sganciato la bomba: la quinta stagione si farà. Non sappiamo quando, come e con chi, ma si farà. Con ogni probabilità, verrà distribuita nuovamente da Disney+, già network ufficiale della quarta, e conta di riportare gran parte degli iconici interpreti della fuoriserie italiana. Tutto molto bello, no? Boris ha scritto la storia delle serie tv italiane con spiccata personalità, offrendo un quadro tragicomico esaustivo della televisione del nostro Paese. Serie, e non solo: Boris è fenomeno di costume e fattore socioculturale, con una storia che ha valicato ampiamente i confini del piccolo schermo per consegnarsi a un mondo molto più globale.
Ma questa storia la sapete già: il citazionismo sfrenato ha finito per coinvolgere anche coloro i quali Boris non l’hanno mai vista, ed è ormai abituale raccontare gran parte dei momenti della nostra vita attraverso frasi, spunti e considerazioni di una serie tv semplicemente straordinaria. Gioia e tripudio, allora: Boris sta per tornare per tracciare ancora una volta la via e scrivere un nuovo entusiasmante capitolo della sua leggendaria saga. Oppure no? Dobbiamo davvero essere così felici e non avere un po’ di paura? Manco un po’?
Onesti, col cuore in mano: sicuri? Sicuri, sicuri?
Mmm, forse. Anche se… magari… parliamone un po’. E facciamolo con la massima obiettività: siamo tutti figli di Boris, incluso chi vi scrive, e proprio per questo è giusto essere sinceri fino in fondo.
Partiamo da un presupposto: la prova più difficile è ormai alle spalle. E con prova più difficile intendiamo la quarta stagione, andata in onda nel 2022. Ne avevamo parlato prima della messa in onda, mettendo le mani avanti: avevamo una gran paura. Una paura matta, più che giustificata: la quarta stagione di Boris aveva tutto da perdere e molto meno da guadagnare. Difficile, se non pressoché impossibile, replicare i fasti delle prime tre stagioni. E le operazioni nostalgia, messe in piedi dopo tanti anni di silenzio, rischiano sempre di culminare in una delusione cocente.
C’era poi un altro fattore da considerare: l’assenza di Mattia Torre. Il grande autore, scomparso nel 2019, aveva lasciato un vuoto incolmabile che presentava l’operazione con più di un dubbio. Il resto, però, è storia: Boris 4, pur non essendo stata senza dubbio la stagione migliore della serie, aveva ripagato le aspettative ed era riuscita a convincere anche i più scettici con una buona solidità. Il finale, poi, è straordinario: la danza di René Ferretti, riuscito finalmente a liberarsi dall’ingombrante peso dei fantasmi del passato, chiudeva perfettamente il cerchio. Potenzialmente, senza possibilità di replica. Invece no: Boris 5 sia, con buona pace degli scettici.
E ora? Dove si va da qui?
Francamente, non ne abbiamo la minima idea. Si potrebbero elaborare delle ipotesi, ma l’auspicio migliore è che possa essere del tutto imprevedibile tutto quello che vedremo nel corso della quinta stagione. La diffidenza persiste: dopo aver elaborato un interessantissimo focus sul passaggio dalla tv lineare al mondo dello streaming, Boris sembrerebbe aver già raccontato tanto di quello che c’era da raccontare a riguardo. Apparentemente, almeno. Ognuno dei personaggi, inoltre, aveva avuto una chiusura degna che è difficile rimettere in discussione. Allo stesso tempo, i timidi scricchiolii della quarta stagione, a tratti balbettante rispetto ai fasti di un tempo, potrebbero essere enfatizzati da un nuovo ciclo di episodi.
Sia chiaro: rispetto a quanto si vede in circolazione, in particolare in un panorama italiano in cui le serie tv comedy faticano storicamente, si è comunque assestata su un livello alto. Alto, a tratti altissimo. Ma basta questo per reggere l’eredità di un prodotto dal tale valore socioculturale? Boris è Boris, dai. Permetteteci di nutrire alcune perplessità a riguardo. Perplessità che accompagneranno anche la quinta stagione, almeno fino a quando non verrà trasmessa sul serio.
Un’idea, oltretutto, ci assale: invece di correre un rischio del genere, perché nessuno ha mai fatto un tentativo concreto per mettere in piedi uno spin-off che amplierebbe gli orizzonti senza mettere in discussione parte di quel che è stato fatto finora? Un patrimonio universale, da tutelare.
Sì, ci mancherebbero i protagonisti storici, e tanto. E sì, avranno sicuramente modo di divertirci ancora nei modi più disparati. Ma perché non portare avanti l’eredità senza correre il rischio di macchiare questo sublime capitolo televisivo? Qui è la paura a parlare, con un fattore ulteriore: come abbiamo avuto modo di evidenziare all’interno di un articolo di alcune settimane fa, ci intrigherebbe tantissimo l’idea di creare un prodotto derivato incentrato intorno alla figura di Glauco. Ma perché? Perché Glauco è un personaggio dal carisma dominante pressoché inesplorato, darebbe la possibilità al franchise di espandersi e di valorizzare ancora il talento comico sconfinato di Giorgio Tirabassi, garantendosi allo stesso tempo l’opportunità di esplorare con modalità inedite e una nuova narrativa un panorama internazionale. Tutto ciò, inoltre, senza escludere il ritorno sporadico (o addirittura in pianta stabile), di alcuni membri storici del cast principale.
Niente male, no? Qualcuno potrebbe obiettare, legittimamente, che potrebbe fare altrettanto la stessa Boris, ma in quel caso i rischi di dover forzare le trame aumenterebbero ulteriormente. Ripetiamo: qui è la paura a parlare. Scherzi a parte, però, il sogno di Glauco, un sogno che con ogni probabilità rimarrà tale, stuzzica ampiamente le fantasie.
In ogni caso, la decisione sembra esser stata presa: la quinta stagione di Boris è pressoché certa. E allora mettiamoci l’anima in pace, passando alle rassicurazioni.
Al di là delle paure, le garanzie con le quali la produzione avrà il via libera definitivo sono tantissime. E sarebbe sufficiente leggere le dichiarazioni di Lorenzo Mieli, produttore di Boris, per capirlo:“Noi vogliamo fare Boris 5. Ci stiamo lavorando, ma la decisione finale verrà presa quando saranno scritte le sceneggiature e se saremo tutti convinti che siano buone. Quindi siamo nelle mani di Vendruscolo e Ciarrapico”. Tradotto: la quinta stagione di Boris non si farà a prescindere, ma solo se le sceneggiature saranno davvero all’altezza della situazione. L’amore per Boris, condiviso prima di tutto dal cast della serie, non porterà a prendere dei rischi in nome dei facili guadagni. Facili guadagni che poco avrebbero a che vedere con l’affetto nei confronti di una creatura ormai divenuta parte di tutti noi.
Lo certifica anche Francesco Pannofino, intervenuto nel corso del medesimo evento: “Noi lo speriamo moltissimo. Ci teniamo tutti. Non c’è nessuno che dice ‘Io mi sono rotto’. Forse Biascica si è rotto il c***o. Noi siamo tutti tifosi di Boris e siamo molto felici quando lo facciamo”.
E allora, perché no?
Ci affidiamo così alle sapienti qualità di Vendruscolo e Ciarrapico, due autori d’altissimo profilo che hanno già dimostrato di poter fare un ottimo lavoro anche senza Mattia Torre, e all’entusiasmo di un cast che darà sempre tutto per portare in alto la bandiera di Boris. Il salto nel buio, in definitiva, è più legato a noi che ai soggetti impegnati attivamente nell’operazione. Al di là di tutto, il panorama televisivo è in continua evoluzione e incuriosisce scoprire cosa si inventeranno stavolta gli autori per stupirci ancora, spiazzarci con audacia e mostrarci il mondo che corre intorno a noi attraverso una prospettiva differente. Il resto sono solo paure, le nostre paure. Le paure di chi Boris l’ha vista, amata, rivista e amata ancora di più. Di noi che ci presenteremo puntuali all’appuntamento con l’entusiasmo di sempre, e metteremo da parte lo scetticismo dopo i primissimi minuti del pilot.
Andrà davvero così? Oppure avrà avuto senso preoccuparsi preventivamente, ancora prima di sapere dove sarebbero andati a parare? Lo scopriremo… tra un po’. Ma visto che ci siamo, datecela al più presto. Al di là dello scetticismo, non sarà mai in ogni caso Occhi del Cuore 3, no? No, dai. Dai, dai, dai: seppure reticenti, c’è una nuova pagina di storia da scrivere.
Antonio Casu