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Memorie di un pesce di compagnia

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Quando sei un pesciolino rosso e vivi rinchiuso tra le pareti di una boccia di vetro piena di acqua, il tuo mondo può essere davvero molto limitato. Ma non è il caso di Boris, il pesciolino che ha il privilegio di vivere in compagnia di uno dei più iconici registi delle fiction televisive italiane, René Ferretti. Il quale non è soltanto un importante ingranaggio della televisione ma anche e soprattutto un uomo, con le sue difficoltà, i suoi desideri, le sue ambizioni e i suoi rimpianti.
Animale da compagnia ma anche confidente e, perché no, musa ispiratrice, Boris osserva silenziosamente il complesso e complicato mondo degli esseri umani da un osservatorio decisamente privilegiato. Sistemato sul box di regia di giorno e sul comodino di René la notte, il pesciolino rosso si permette di studiare l’essere umano all’interno del suo folleggiante mondo traendone pensieri e riflessioni, anche di un certo spessore, nel cercare di comprenderlo.

Viene da chiedersi: al netto di tutto il mondo di René è davvero meglio di quello di Boris?

“Boris, Boris! Che ne sarà di noi, Boris?”
René (se non sapeste perché lo amate vi diamo noi dei buoni motivi, qui) non è per niente in forma ultimamente. A quanto pare la Rete ha deciso: dovranno girare l’attentato. Io, onestamente, non ho capito cosa sia questo attentato ma a quanto pare dev’essere qualcosa di molto molto complesso. E pericoloso. Sicuramente per la sanità mentale di René dal momento che non ci dorme la notte.

Da quello che ho capito gli ascolti della serie non vanno tanto bene. Ci vorrebbe un miracolo, ha detto Lopez.
Miracolo. Questa parola mi ha fatto venire in mente quando nonna ci raccontava quella storia, per farci dormire. Quella che faceva paura. Di quel tipo che si metteva lì e moltiplicava gli antenati. Mah, non mi ha mai convinto molto questa storia. Poi nonna, ogni volta, cambiava idea sulla fine degli antenati: una volta erano bolliti, una volta grigliati, una volta ancora fritti. Cioè, quando le chiedevi maggiori dettagli si scocciava e andava a fissare il mondo attraverso il vetro. Nonna è sempre stata un po’ permalosa.

Comunque, sto divagando, come sempre!

Dicevo: ci vorrebbe un miracolo. René come suo solito ha preso un po’ della mia acqua e ha cominciato a spargerne su chi era presente. Erano tutti un po’ schifati anche se l’acqua era stata appena cambiata. Schizzinosi!
C’erano
Lopez, il delegato di rete; Alessandro, il nostro coinquilino e Arianna, l’assistente alla regia (a chi si ispira il personaggio ve lo diciamo qui) . Poi credo ci fosse anche Stanis perché alla porta di casa suonavano in continuazione. Inizialmente credevo fosse un cane o, peggio, un gatto. Ma poi quando ho visto spegnere le luci e azzittirsi tutti ho capito che doveva essere lui, il protagonista.
Quando si sono convinti che Stanis non era più dietro la porta hanno riacceso le luci e ricominciato a parlare. Sguardo basso, voce sussurrata. Altro che basiti! Qui erano tutti molto depressi (n. b. devo ricordarmi di chiedere agli autori se hanno un tasto per l’espressione depressa ma non credo. Indagherò)!

Comunque, stavano lì a sospirare e gemere. Non li ho mai visti così, lo devo ammettere. Eppure, come dice René, di monnezza ne hanno fatta, dovrebbero esserci abituati, no? Arianna, come suo solito, ha cercato di sollevare il morale a tutti, soprattutto a René il quale, col suo solito faccione da cane triste, per poco non si metteva a piangere. Alessandro se ne stava lì a guardare Arianna, imbambolato come sempre (ragazzo, sveglia! L’abbiamo capito che ti piace ma se non ti dai da fare arriva il primo cretino e te la porta via!). Lopez, invece, armeggiava col telefonino. Arrivavano continuamente messaggi che lui leggeva velocemente per poi mostrarli agli altri. Non sono riuscito a leggere niente perché muoveva quel telefonino troppo velocemente, accidenti a lui! Comunque assicurava il pieno sostegno e portava i cari saluti del dottor Cane (possibile che gli umani siano così stupidi da farsi comandare da un cane?). Mancava Sergio. Cavolo, troppo forte Sergio. Mi fa sempre ridere un sacco. Non riesco mai a capire se sia serio o ti prenda in giro. L’altro giorno, per esempio, sentivo che Alessandro si lamentava con Elena (che p***e, quella!) del fatto che aveva dovuto restituire gli assegni della paga. Lei probabilmente l’avrà cazziato perché lui camminava basso e rasente la parete (che invertebrato, ‘sto ragazzo, però!) scusandosi. Senso di colpa? Mah.

Comunque non è che la riunione abbia prodotto granché come soluzioni. Più che altro sono stati a guardarsi nelle palle degli occhi senza concludere nulla. A un certo punto René ha chiesto a Lopez se davvero fosse il caso di girare l’attentato (che cavolo sarà mai?!) se tanto la sospenderanno. Lui l’ha subito aggredito dandogli del cretino. Ora, io non so esattamente cosa faccia Lopez come delegato di rete ma non mi piace che dia del cretino a René. Renatone ha sicuramente un sacco di difetti ma non è un cretino, anzi. Se non ci fosse lui probabilmente sarebbero tutti ad aggiornare i curriculum… Comunque pare che i greci abbiamo comprato il format per cui la Rete vuol vendere loro un prodotto completo che poi si dovranno soltanto doppiare. Quindi, l’attentato si farà!

René si è spalmato letteralmente nella poltrona. Sembrava liquefatto.
“Boris, Boris…” biascicava. Non capisco. Probabilmente ‘sto attentato sarà un’altra di quelle scene che a lui non piacciono tanto girare. Come quella volta che doveva girare la scena de m***a de baci de m***a tra Corinna e Stanis. Povero René. Che poi non era male, eh! Però a dirla tutta a me piacciono più le scene d’azione, proprio come a lui. Tra l’altro poi, quella volta, c’era il catalitico… ma questa è un’altra storia e rischio di divagare.

Comunque, dicevo: René si è spalmato sulla poltrona. Arianna ha cercato subito di rianimarlo dicendo che c’era da fare un sacco di lavoro di preparazione: provinare gli attentatori, vedere quello degli effetti speciali eccetera (qui, intanto, vi diciamo gli attori della prossima stagione). Lui la guardava con quegli occhioni tristi e quell’aria da cane bastonato. Mi ha fatto una pena, poverino. Avrei voluto potergli dire qualcosa anche se, onestamente, non avrei saputo cosa. Che ne posso sapere io di come consolare un regista che non so nemmeno cosa sia un attentato?

Anche Alessandro ha cercato di rianimarlo senza troppa convinzione, come sempre. Lopez, invece, era impietoso. Con freddezza glaciale se ne stava seduto in poltrona smanettando al suo cellulare, molto concentrato. Ogni tanto gli scappava una parolaccia, forse erano brutte notizie. Lopez non mi piace. Ma devo ammettere che è veramente un professionista. Nei momenti difficili ha quel distacco che… non so definirlo ma per questo lo ammiro. A un certo punto si è alzato di scatto e ha salutato tutti quanti. Ha detto che aveva delle cose da fare molto urgenti. Una riunione improvvisa, ha detto. Con qualcuno di molto, molto importante. Era tutto rosso in faccia, congestionato. Arianna gli ha chiesto se stesse bene e lui le ha risposto che non era mai stato meglio in vita sua, che avrebbe voluto fermarsi ancora ma che doveva assolutamente andare. Un appuntamento con i piani alti, altissimi. Gesticolava verso il soffitto con gli occhi che guizzavano all’insù. Ed è uscito. Chissà dov’è andato? Sarei proprio curioso di saperlo!

Mentre René guardava fisso di fronte a sé Arianna e Alessandro si sono messi in disparte a parlare. Lo facevano sottovoce e non sono riuscito a capire bene cosa si dicessero, accidenti! Così mi sono messo a guardare René. Conosco bene quello sguardo allucinato, quel silenzio. Di solito fa così quando sta pensando a quello che ha combinato nella sua vita. Poi mi viene vicino e mi racconta cose che mi ha fatto promettere di non rivelare mai e che io non dirò a nessuno. E’ solo questione di tempo, non c’è da preoccuparsi. Io sono tranquillo. Gli altri due no, ma io sì. Lo conosco bene il mio René. Di fatti, eccolo! A un certo punto ha battuto i palmi delle mani sui braccioli della poltrona, si è alzato di scatto e si è precipitato verso la mia brocca: “glielo faremo vedere noi alla Rete, vero Boris? Vogliono chiudere la serie? Bene, che facessero. Ma l’ultima puntata sarà un capolavoro as-so-lu-to (l’ha proprio scandito così!) che diventerà storia della televisione. Col botto, Boris! Ce ne andremo col botto! E dai, dai, dai!” Non so bene cosa intenda coll’andarsene col botto ma non importa, mi piace e di lui mi fido!

Poi è subito partito col dare ordini:
“a coso!”
Alessandro…”
“E stic***i! Sei qui per imparare, no? E adesso vedrai il buon vecchio Ferretti cosa ti organizza.
Arianna! Arianna! Ah, sei qui! Senti… per questa scena vorrei il dolly…”
“No
René, il dolly no, lo sai…”
“Dai,
Arianna, per favore, è il mio testamento artistico! La scena lo richiede! Vero Boris? Eddai! Aiutami almeno tu, Arianna, ti prego!”

Sono molto contento. Non so cosa succederà domani alla Magnolia ma sono sicuro che René è in gran forma adesso. L’ho lasciato a discutere con Arianna sui dettagli perché ci sono cose che ancora non capisco. Dico solo questo: quando siamo andati a dormire (René mi tiene sul suo comodino) l’ho visto addormentarsi col sorriso sulle labbra. Un po’ come facevamo noi quando la nonna ci raccontava la storia della buonanotte senza impermalosirsi per le troppe domande che le ponevamo!

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