Boris è forse una delle poche serie italiane che è riuscita a uscire dalla propria nicchia e diventare un prodotto televisivo cult. La particolarità forse più iconica di Boris sta nell’aver creato sotto i nosti occhi una fiction italiana che non ha nulla da invidiare alle sue “sorelle televisive”: Gli occhi del cuore.
La fiction riesce a ottenere degli ascolti altissimi nonostante i numerosi buchi di trama, il pressappochismo con cui viene girata e i mille drammi che attraversano quotidianamente la troupe televisiva capitanata da Renè Ferretti (personaggio che consideriamo geniale per i motivi elencati in questo articolo).
Ecco le 5 cose che più ci mancano di Gli occhi del cuore:
1) La sigla
È difficle nominare Gli occhi del cuore senza ritrovarsi a canticchiare la canzone scritta e prodotta dal gruppo Elio e le storie tese. La canzone fa da sigla per tutte le stagioni di Boris ed è stata creata basondosi su un brano già uscito dal titolo Effetto Memoria contenuto nel loro album Studentessi. Il gruppo milanese però cambia le parole della canzone per rispecchiare al meglio lo spirito della serie, permettendo allo spettatore di capire subito in che chiave leggere gli avvenimenti esilaranti che si succedono dietro le quinte della fiction e il tono dissacrante con cui ogni personaggio parla del proprio lavoro. Iconica è la frase:
Userò gli occhi del cuore, come fa un dottore cieco, quando che opera i pazienti, stanno tutti molto attenti.
2) L’Anello del Conte
Gli occhi del cuore è piena di dettagli trash e di buchi di trama, sin da subito presentati come una diabolica macchinazione degli sceneggiatori che, pur di intascarsi gli stipendi gonfiati, tendono a creare situazioni complesse senza spiegare fin in fondo dove voglio andare a parare. È emblematica, in questo senso, l’importanza che viene data all’Anello del Conte. La dottoressa Giulia, protagonista della fiction, ottiene in eredità dal Conte la clinica privata Villa Orchidea e con essa il famigerato Anello del Conte. Questo gioiello viene descritto come un oggetto importantissimo per gli sviluppi successivi della trama, ma nessuno sembra sapere nel dettaglio a cosa dovrebbe servire (neanche gli stessi sceneggiatori ne sanno molto). Gli intrighi che vengono a circondare la misteriosa storia dell’Anello vengono dissipati quando Giulia e il suo collega/amante Giorgio festeggiano l’eredità del Conte e il ritrovamento del suo pacchetto azionario, affermando più volte quanto fosse semplice la soluzione del mistero.
Questa soluzione viene spiegata mai? No, eppure è chiara a tutti i personaggi e automaticamente anche a chi guarda la serie.
3) Il dottor Giorgio e il suo gemello Eric
Assieme alla dottoressa Giulia, come abbiamo già accennato nel punto precedente, c’è il dottor Giorgio, un bravissimo chirurgo che conquista il cuore di tutte le donne della fiction. Si sviluppa sin da subito la storia secondaria che riguarda la sua famiglia: il dottor Giorgio non solo ha una madre e una sorella, ma anche un gemello malvagio di nome Eric (interpretato sempre dall’irresistibile Stanis La Rochelle). Esilarante in questo senso è la gag secondo cui Eric ha la barba, ma Stanis cerca in tutti i modi di non farsi applicare il trucco da Gloria, la truccatrice, perchè lo detesta (arriva perfino a spazientirsi e rimanere con metà faccia barbuta, girando le scene solo di profilo).
Il personaggio di Eric è così malvagio da fingersi il dottor Giorgio per potersi impadronire del pacchetto azionario (anche questo un elemento non viene mai spiegato nella serie), fallendo. In realtà si scopre che Eric è malvagio per colpa del Conte: è stato lui a portare Eric al lato oscuro, stuprando sia la madre che la sorella dei due gemelli. Ciononostante, la sotto-trama si chiude così, di botto, senza altre spiegazioni.
Perchè a noi la qualità c’ha rotto er c…
4) Gli spiegoni
Boris inizia in medias res durante le riprese della seconda stagione di Gli occhi del cuore. Il nostro punto di vista, Alessandro, è un ragazzo che approda sul set per poter lavorare come stagista (e quindi sbattuto, maltrattato e sottopagato). Sono numerose quindi le parti in cui il regista Renè o la sua assistente Arianna ricapitolano la trama e gli avvenimenti della fiction per dare un po’ di contesto agli attori (non riuscendo comunque a capirci molto, vista l’assenza totale di logica che permea la fiction). Iconico è, in questo senso, l’utilizzo dello spiegone: a intervalli più o meno regolari, i personaggi di Gli occhi del cuore devono per copione rispiegare la trama per il proprio pubblico (che, come ricorda bene Stanis, è composto principalmente da vecchi). La consapevolezza di questi meccanismi seriali scatena l’ilarità dello spettatore che riconosce in queste soluzioni la pigrizia e l’inconcludenza di molte fiction italiane di dubbia qualità.
5) La sottotrama comica
La parte più esilarante e verace di Gli occhi del cuore riguarda le numerose sottotrame che si alternano alla storia principale e che dimostrano il vero calibro trash della fiction.
La più importante è sicuramente la sottotrama comica messa in atto da Nando Martellone (il cui personaggio strizza l’occhio alle pellicole di David Lynch, come abbiamo descritto in questo articolo). Martellone è un famoso comico che riempie i teatri con la sua simpatia romanaccia e la sua frase scurrile e che fa insensatamente ridere tutti “Buscio de culo”! Quando viene ingaggiato, però, il comico cerca di esplorare il proprio personaggio in maniera più seria, cercando di adattarsi ad una figura così noiosa come quella di un notaio. Nonostante i suoi continui sforzi e l’incapacità di andare d’accordo con Stanis, Martellone finisce per accettare il suo semplice ruolo di sottotrama comica (creata per alleggerire gli intermezzi della serie e intrattenere in modo leggero), alternando la suddetta frase in romanaccio con altre gag di dubbio gusto.
Quando, nella terza stagione di Boris, la troupe di Ferretti vede concludersi l’avventura di Gli occhi del cuore, la nostalgia pervade gli spettatori che in un certo senso si erano affezionati alla fiction. Lo spin-off Medical Dimension, un medical drama che ruota attorno la malasanità italiana, tiene impegnati i protagonisti, ma ammettiamolo, non è minimamente esilarante e coinvolgenete come Gli occhi del cuore. Nessuna fiction sarà mai alla sua altezza ed è per questo che ci manca ogni giorno.