Attenzione: queste sono le pagelle ufficiali di Boris – la serie. Nel rispetto degli utenti, scritte rigorosamente a c***o di cane.
Quando Boris fece il suo esordio sul piccolo schermo, nell’ormai lontano 2007, il mondo social che conosciamo oggi era a uno stadio ancora fetale. Troppo presto perché il web potesse fare della fuori serie italiana il cult che è diventato oggi. Ma il potere di questa serie tv si riconosce proprio nella capacità di aver superato la prova del tempo, dei canali non analogici e i limiti della piccola nicchia per trasformarsi in leggenda.
La crisalide di Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo oggi è una meravigliosa farfalla. E a più di dieci anni dalla sua fine alimenta ancora un citazionismo quasi ossessivo cui solo lei, Boris, avrebbe potuto dar vita.
Come avrete capito, noi di Hall of Series siamo i primi a non farci sfuggire l’occasione di citare la serie con protagonista Francesco Pannofino a ogni buona occasione. D’altronde si sa, Boris riesce a sposarsi tranquillamente a ogni contesto, giusto? Dunque ci perdonerete se a distanza di 11 anni dalla sua conclusione, e in vista della quarta attesissima/temutissima stagione, le dedichiamo uno dei nostri format preferiti: le pagelle.
Sì signori, avete capito bene: oggi per voi, le pagelle di Boris – la serie.
Personaggio per personaggio. Senza escludere raccomandazioni sui voti (che tuttavia non divulgheremo per non svilire il ruolo della raccomandazione come strumento di successo). Le sottoporremo a voi tutti per capirne il valore e valutare la possibilità di tradurle per mandarle poi ai greci. Quindi attendiamo con ansia riscontri nei vostri commenti.
Renè Ferretti: il re del nord si inginocchia solo per realismo – Voto 9
Su Renè Ferretti non abbiamo alcun dubbio. Leader indiscusso di tutta la baracca. Del teatro, del set, di Fiano Romano, della crew. Elettricisti inclusi. Lui è il vero capitano, quello che sa quando prendere la ciurma a frustate e sfuriate, e quando prenderla con le buone. Ma Ferretti è molto di più. È un sognatore con i piedi per terra, un uomo che sa volare e fare compromessi al momento opportuno. Dare una casa a uno stagista di cui neanche ricorda il nome e partire all’avventura in quello che sembra il bosco di Twin Peaks quando necessario.
Lui è il vero re del nord. Quello che non si è inginocchiato per la f****a – che infatti manca drammaticamente in ogni sua sceneggiatura – ma per un valore nettamente più elevato. Ovvero per la consapevolezza che un’altra televisione sia impossibile. Lui è il Jon Snow che meritiamo. Quello che ci ha creduto, ci ha provato, ma poi ha giustamente riconosciuto come “la qualità ci abbia rotto il c***o.”
Insostituibile. Voto 9.
Arianna Dell’Arti: la carriera sbagliata. Voto 5
Se Renè Ferretti è il carismatico leader della baracca, Arianna ne rappresenta le fondamenta. Perché è lei che la regge e la manda avanti, la baracca. Nessuno sa mettere in riga elettricisti e fotografi come sa fare lei. E nessuno sa trattare gli attori come sa fare Arianna. Insomma un po’ Himmler un po’ Freud.
Peccato che nessuno, neanche Renè, si renda conto del suo vero valore. E la verità è che non lo capisce neanche lei, che resta per anni ingabbiata in un progetto demmerda facendosi sfruttare fino all’osso da un sistema troppo impegnato a valutare dati auditel e raccomandazioni. Arianna avrebbe dovuto imparare da Gloria la truccatrice (cui diamo voto 8 per questo): reinventarsi is the way. Il cambio direzionale all’occorrenza è l’unico modo per sopravvivere in questo mondo e va applicato a tutto, carriera inclusa.
Avrebbe dovuto continuare a fare campagna elettorale per il Cavaliere. E così con gli anni vedi che un posto alla regione Calabria o Basilicata prima o poi veniva fuori. Se l’ha trovato quello sfigato di Vetuschi figuriamoci se non ce la faceva lei! Arianna purtroppo non ha ancora capito che in Italia di cultura non si mangia. La politica è l’unico ascensore sociale del bel paese.
Naive. Voto 5
Sergio: eroe dell’anticonsumismo. Voto 8
Sergio Vannucci viene visto in genere come lo squalo furbo e taccagno di Boris. Ma la verità è che lui è il vero eroe di cui abbiamo bisogno per la transizione ecologica. Pensateci: niente scene col trattore, e dunque zero inquinamento e terreni falciati per mano della produzione. Riciclo di carne, perché chi l’ha detto che le bistecche avariate non si possono mangiare? Le lobby del tofu? Risparmi continui per evitare sprechi inutili.
Che poi se chiedi più soldi come fanno tutti come va a finire? Che li devi regalare al capo elettricista con la scusa di quegli straordinari d’aprile che la produzione poteva benissimo risparmiarsi. Viziare i dipendenti non va mai bene, ma nessuno lo capisce.
Viva Sergio, viva la Magnesia! Voto 8.
Alessandro alias Seppia: furetto di Boris ma senza basi. Voto 3.
Alessandro, lo stagista semi-schiavo, di questo mondo non ha capito nulla. Gli mancano le basi e nonostante l’esperienza de Gli Occhi del Cuore continua a non sapersi comportare. Non ne azzecca una e non a caso fatica a crescere nell’ambiente. Dimentica caffè leggermente lunghi da portare al capo elettricista. Declina offerte di lavoro con famosi musicisti per timori infondati e valori di sinistra che non si capisce cosa c’entrino.
Preferisce assistenti alla regia senza agganci ad attrici bone che vanno a feste fichissime. E dulcis in fundo: non si fa manco portare in ospedale dopo gli infortuni sul lavoro. Skill essenziale in un paese come l’Italia.
Ha ragione Stanis: farebbe meglio a trovarsi una parigrado e puntare sulla famiglia. Voto 3.
Duccio, maestro indiscusso in Boris e nella vita. Voto 10
Io ho poche certezze: la carne si mangia al sangue, mare > montagna, la felicità è sopavvalutata, e Duccio Patanè è la mia guida spirituale. Dovremmo tutti abbandonare il nostro lavoro per andare in mare a pescare saraghi. Il coffee break dovrebbe essere imposto per legge nel prossimo dpcm e il non aver voglia di fare nulla protetto come un animale in via d’estinzione per difendere la società da stress ed esaurimenti nervosi.
Duccio è il mio maestro, la mia guida, il faro che illumina la strada nella notte oscura. Quando mi inizia a piacere qualcuno penso alle sue parole: “Ti piace davvero? Sì. Mollalo. Devi puntare su qualcuno che ti piace meno.” E quando sento di star male, di voler piangere e di non saper trovare la via d’uscita mi ricordo delle parole del maestro: “Non leggere più niente. Chiuditi a riccio!”
Duccio: insegnami la vita! Voto 10.
Biascica: uomo senza cuore. Voto 4
Abbiate pazienza ma più si va avanti con gli episodi di Boris e più si ha una certezza: Augusto Biascica è un uomo senza cuore. Perché ci vuole un gran coraggio per mollare di punto in bianco quella bella figliola di Gloria. E ce ne vuole altrettanto per perseguitare un uomo onesto e stressato come Diego Lopez per una storia inutile e vecchia di mesi come degli straordinari di lavoro. Per non parlare della delusione assestata al figlio quando gli ha fatto credere di essere sul punto di incontrare Totti per poi doversi accontentare di Sergio Brio.
Ma soprattutto, quanto insensibili bisogna essere per non farci sapere se alla fine i pachino ci vanno o no nell’orata all’acqua calda? Tantissimo. Voto 4.
Stanis La Rochelle: surf sulle onde del proprio ego. Voto 7
Sapete che vi dico ragazzi? Io per Stanis provo solo tanta ammirazione. Perché ce ne vuole per sentirsi un uomo ancora attraente quando una donna come Karin ti definisce un lavandino dopo una scena intima. E ce ne vuole a sopravvivere senza farsi schiacciare da Mario La Rochelle durante la crescita. E ancora di più: non è facile portare a casa 24 puntate con quattro faccette senza interrogarsi sul significato dei dialoghi de Gli Occhi del Cuore. E poi sapete una cosa? Il suo Giancarlo Fini è davvero unico come dice.
Stanis La Rochelle artista più incompreso di Boris. Quello per il quale davvero dici: o questo è uno stron*o oppure è un genio. Voto 7.
Corinna Negri e Cristina Avola Burkstaller, le traditrici. Voto 2
Così diverse eppure unite dallo stesso destino, le due protagoniste de Gli Occhi del Cuore. Tanto nella finzione quanto nella realtà. Entrambe protagoniste femminili di una fiction da 10 milioni di spettatori a puntata. Entrambe innamorate del Dottor Giorgio. Entrambe madri dei suoi figli, il piccolo Jjjonathan e l’altro che non si sa. Una cagna maledetta e una figlia di Mazinga. Una sarà la prossima Ferilli, l’altra una futura baby sitter a 8 euro l’ora. Eppure entrambe hanno commesso lo stesso grave errore: abbandonare Gli Occhi del Cuore.
Una colpa che non possiamo perdonare a nessuna delle due. Specialmente a Corinna, che conserva un posto speciale nel nostro cuore. Ma è cagna pure lì. Voto 2.
Itala: di musica e poesia. Voto 8
Il mondo non sarebbe il posto speciale che è senza persone come Roberta Fiorentini. Allo stesso modo in cui Boris non sarebbe la serie incredibile che è stata senza Itala. Persona semplice, devota al lavoro e alle tradizioni. Tanto da promettere di non schiodare mai dal primo e di tener vive le seconde con un malocchio bello assestato a Sergio. Diretta, attenta e verace come pochi. Sempre pronta a seguire le orme di Baudelaire vivendo la propria vita ubriaca di vino, musica e poesia proprio come il poeta maledetto suggeriva.
Ma soprattutto di vino. E di telefonate a Romanelli. Voto 8 e un abbraccio all’inimitabile Roberta Fiorentini, che ci ha abbandonati troppo presto.
Lorenzo “mer*a” lo schiavo: l’antipatico. Voto 4.
Anche sullo schiavo di Biascica, poi promosso operatore, non abbiamo alcun dubbio. Prima di tutto perché chiunque non si allinei alla poetica di Duccio sicuramente deve avere qualcosa che non va. Ma poi perché ha ragione Sergio: che cosa ci fai con impegno e dedizione se poi porti il muso tutto il tempo e sei antipatico? Questo non è un mondo per anticameratisti e Boris lo dimostra subito con efficacia. E non è neppure un mondo in grado di accettare una fotografia politica.
Lorenzo purtroppo resta indietro per tutta la durata di Boris.
Fino alla fine ignaro di come i muri siano caduti. Adesso è arrivato il momento di…dargli un voto 4.
Diego Lopez: a volte le ferie sono essenziali. Voto 5
Noi siamo fondamentalmente dalla parte di Diego. Perché Lopez è un uomo tutto d’un pezzo. Fa il suo lavoro egregiamente, gioca nel modo che il suo mondo richiede e parla con i toni consoni a ogni occasione. Ma la stanchezza spesso e volentieri si fa sentire e questo lo porta a non stare sul pezzo. Farsi battere nell’analisi critica di una fiction dalla figlia del Dottor Cane è inammissibile. Piazzare Frizzi nel ruolo di Padre Frediani scartando un attore come Mariano, altrettanto. E perdere le feste di De Laurentis non è mai positivo per un uomo del suo calibro.
Diego: potevi prendertela una vacanza a Caprera. Voto 5.
Mariano Giusti: inseguire i propri sogni ad ogni costo. Voto 9
A differenza del personaggio interpretato ne Gli Occhi del Cuore, Mariano Giusti è un personaggio positivo. Solo positivo. Che pensa e fa pensare. Una vera sinfonia. Perché lui ha una passione (forse un’ossessione): Padre Frediani. E per giungere al ruolo della vita è disposto a qualunque cosa. A continuare la sua gavetta televisiva nel ruolo del Conte cattivo, a parlare con Gesù in una piazzola della Roma-L’Aquila. A camminare scalzo dalla Balduina al set e a pregare con gioia.
Mariano è un uomo con un sogno nel cassetto, e in Boris niente sembra fermarlo nella corsa a realizzarlo.
È ‘na qualità. Voto 9.
I tre sceneggiatori fittizi di Boris: allegri ma basiti. Voto 10
Ai tre sceneggiatori fannulloni de Gli Occhi del Cuore abbiamo deciso di dare voto 10 senza troppe analisi. Così, perché la verità è che condividiamo con loro una caratteristica fondamentale: nun ce va de fa’ ‘n c***o.
Chiudiamo su loro F4. E voto 10.