Boris non sarebbe Boris senza la forza espressiva del romano. La parlata riesce infatti a esaltare alla perfezione quelle straordinarie macchiette che costellano il mondo della serie tv. Immaginiamo solo la forza espressiva di un “A ca**o di cane” o l’immediatezza di un bel “A catalitico!”. Ecco allora le cinque parole che abbiamo imparato grazie a Boris e l’incredibile origine di questi termini. Sapevate, per esempio, da dove deriva “A ca**o di cane”? Scommettiamo di no. Risate assicurate.
1) ’A catalitico!
Episodio 6 della prima stagione di Boris. Fabio, un disabile, è invitato sul set. Il ragazzo è un vero patito de Gli occhi del cuore ma in breve le cose degenerano e si arriva a un vero e proprio scontro. Il fan prova allora a minacciare la troupe millantando la parentela con un politico. Il partito, però, si rivela essere quello dei Verdi, del tutto ininfluente. Tutti prorompono così in insulti sulla scia di ‘’A catalitico!’. Ma cosa vuol dire?
‘Catalitico’ e ‘encefalitico’ sono due insulti tipicamente romani volti a sottolineare la stupidità (se non un vero e proprio ritardo mentale/fisico) del soggetto. Il secondo termine allude chiaramente all’omonima malattia che causa gravi menomazioni mentali. Nel caso di ‘catalitico’ ci si riferisce, invece, a un sistema sorpassato, quello della marmitta catalitica. In aggiunta in Boris si genera una riuscita associazione tra un rottame di macchina e Fabio, che si trova su una sedia a rotelle. Humor nero.