Stavano tutti aspettando Alessandro, ormai diventato il capoccia della Piattaforma. René Ferretti e Diego Lopez si guardarono perplessi e pure Arianna era parecchio scocciata, tanto che si era messa a guardare un episodio di House of the Dragon. Erano tentati di andarsene quando finalmente si palesò: era letteralmente preso nel mezzo da Stanis e Corinna, che parlavano, parlavano e non la smettevano più. “Pulcinetta mia, è ovvio che sarai la protagonista, così come io, Stanis La Rochelle. O di questo nuovo progetto non se ne fa niente”. Nuovo progetto? Ora avevano l’attenzione di tutta la sala, anche se René alzò gli occhi al cielo al solo pensiero di dover lavorare ancora con Stanis e la Cagna Maledetta. Alessandro iniziò a spiegare che la Piattaforma si era appena aggiudicata i diritti del remake italiano di una delle serie tv più in voga del momento.
“Non potete capire, sarà una cosa epica, maestosa, più leggendaria di quell’incapace di Kubrick, più inglese del troppo italiano Shakespeare. Perché a produrla sarà la Not So Italian Production. Sento puzza di capolavoro, Seppiolina! Anche di chiuso eh, che le finestre ogni tanto vanno aperte… ma soprattutto di capolavoro!” esclamò Stanis abbracciando Alessandro.
“No, scusate, ma che state a dì? Spiegatevi, esprimetevi che qui non ci stiamo capendo una beata m****a” disse René con il suo solito tono roboante.
“Se Stanis mi facesse parlare, magari ci riuscirei… ok Stanis? Ce la fai a stare zitto per qualche minuto?” disse Alessandro esasperato. “Seppietta? Non mi piace che mi parli in questo modo e penso dovresti essere grato che IO voglia produrre questo progetto” ribatté l’attore irritato, che si zittì solo grazie all’intervento di Corinna.
Alessandro, così, annunciò la notizia delle notizie: a René Ferretti era stata affidata la regia del remake italiano di House of the Dragon. Ed era stato proprio Stanis a volerlo perché, come già gli aveva detto una volta, “Tu sei una mia creatura e ti voglio bene sul serio!”
René non sapeva se essere contento; insomma, cosa c’entrava lui con draghi, medioevo, complotti politici e intrighi di corte? Conosceva House of the Dragon, ma non era meglio che il remake venisse affidato a qualcuno di più adatto? Però, pensandoci bene, quella poteva essere la sua occasione per fare la qualità. Certo che, con Stanis e Corinna, non era proprio la cosa più semplice del mondo e non poteva nemmeno sostituirli dato che erano loro due a produrlo. Pure Alessandro la pensava esattamente come René sulla coppia, ma loro pagavano davvero bene e, seppur non era entusiasta, la Piattaforma accettò.
Stanis La Rochelle si prese, ovviamente, il ruolo del Daemon Targaryen di House of the Dragon che, a detta sua, era la sua immagine sputata.
“E la luce dei miei occhi qui, grillettina mia, farà niente di meno che Rhaenyra Targaryen, la versione… adulta”. Corinna si girò con un’espressione che non prometteva niente di buono. “Con questo vorresti dire che sono vecchia? Senti io ho gli anni che ho e me li sento tutti, ma non ti azzardare perché sennò, sennò…. lascio la serie!”
Corinna corse via, Stanis le andò dietro, gli altri potettero così continuare a parlare delle scelte di cast. Tutti concordarono su Cristina nei panni della giovane Rhaenyra, un ruolo che sembrava scritto per lei, dato che era una sorta di una moderna principessina ribelle. Per Alicent Hightower adulta Arianna propose Beatrice Di Mauro. A René Ferretti non pareva il vero di lavorare con qualcuno di serio e professionale, come lo era stato lei nei panni del Magistrato Pardieri ne Gli Occhi del Cuore 2. Per la versione giovane, la Piattaforma voleva puntare sulla bella Jasmine, ma non è che i rapporti tra lei e René si fossero chiusi proprio benissimo.
“Ma forse non sarebbe meglio chiamare qualcun’altra? Magari la ragazzetta che faceva la figlia del personaggio di Marilita Loy ne La Casta, ora mi sfugge il nome. Guarda, pure Fabiana andrebbe benissimo ma Jasmine… ecco non credo sia una buona idea” disse perplesso e basito.
Ma gli ordini della Piattaforma non si discutono, come ribadì fermamente Alessandro. Proprio a Marilita Loy, la più grande attrice italiana, venne affidata la parte della “Regina che non fu” di House of the Dragon, ovvero Rhaenys Targaryen, mentre Tatti Barletta era perfetto per interpretare Sir Criston Cole. Mancavano Viserys Targaryen, Otto Hightower e Corlys Velaryon. “Quest’ultimo è fondamentale che sia un attore di colore, ne va della diversity e della policy della Piattaforma. E poi non vogliamo snaturare il prodotto originale, essere accusati di white washing, racism o robe così”.
“Accusati de che? Invece di dì tutti questi paroloni, decidiamo gli altri due che è meglio” tagliò corto un basito Lopez.
Per Viserys la scelta più ovvia era Mariano Giusti, anche se dopo Vita di Gesù gestirlo sul set, con tutte le pistole che si portava dietro, non era il massimo. Però non potevano rinunciare a lui, ormai asceso a star internazionale grazie a Pepperoni. Dovevano assolutamente averlo nel remake di House of the Dragon. Forse, però, era meglio come Otto Hightower, considerando che era magnifico nei ruoli da villain. Come con il Conte in Occhi del Cuore 2. Però il Re dei Sette regni chi poteva farlo? Martellone? Oddio, poteva starci dato che stava provando a esplorare il suo lato drammatico. Oppure potevano trasformare Viserys nella linea comica del remake.
Altrimenti c’era sempre Valerio. Lui si immergeva così totalmente nei ruoli che si trasformava nei suoi personaggi. C’è da dire, però, che puzzava da morire quando si stava preparando per la serie su Costante Girardengo; dato che nel medioevo c’era poca igiene, forse era meglio lasciar perdere.
“E Karin? Una partcicina piccina piccina per lei la troviamo?” chiese René Ferretti, che voleva aiutarla dato che la sua carriera si era arrestata, soprattutto per il politically correct. “C’è Mysaria, ex ballerina e amante di Daemon in House of the Dragon. Una donna un po’, per così dire, di facili costumi… quindi perfetta per lei. Poi così possiamo sfruttare di nuovo il triangolo Stanis-Corinna-Karin: era andato forte in Occhi del Cuore”.
“La trovo una splendida idea e direi che, con questo cast, spacchiamo di brutto” disse Stanis La Rochelle, appena rientrato nella stanza tentando inutilmente di imitare il gergo giovanile. “Lo Stanis produttore vuole poi sapere il resto del cast, ma prima di andarsene con la sua signora che l’aspetta in macchina, vi voleva svelare il titolo del remake”
“Ho paura” sussurrò René, guardando Arianna che condivideva il suo timore.
“Gli Occhi del Drago. Semplicemente meraviglioso, così italiano ma poco italiano… Non vedo l’ora di essere sul set, di sentire la scena, Renato. Alla prossima settimana guys”
Una volta che se ne andò, René imprecò, pensando a che cosa avesse fatto di male per meritarsi uno come Stanis La Rochelle. Arianna lo distolse dai suoi pensieri continuando a parlare del cast, perché mancavano i figli. Ma si era fatto tardi e ne avrebbero discusso nei giorni seguenti. Intanto avrebbero proposto i ruoli agli attori/attrici selezionati. Nel frattempo gli sceneggiatori erano alle prese con la lettura del copione originale di House of the Dragon. Ovviamente, lavativi come erano, ne avevano lette solo due pagine in tre ore. Allora, di fronte al computer, uno di loro disse:
“Sentite, io intanto direi di iniziare così: Jaehaerys era di fronte a una scelta difficilissima. Continuare la tradizione con Viserys o rivoluzionare tutto e nominare Rhaenys? Tutti attendevano la sua decisone con ansia…”
“E qui un bell’F4 non ce lo toglie nessuno”