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10 domande che vorresti fare a Walter White

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Hai un foglio bianco dinanzi a te. 
Senza alcuna riga, ne forma che faccia da letto alle parole che dovranno colorarla.
Non c’è alcun riferimento.
Un foglio di un bianco abbacinante che stanca lo sguardo ed annebbia i sensi, lasciandoti privo di intuire quale sarà la scheggia di inchiostro che ti porterà a capire cosa fare di quel foglio bianco.
Tuttavia, quel bianco non ti spaventa, nonostante tu non sappia dove ti porterà; perché sai che la materia si crea dall’energia, e che la trasformazione è un processo che scorre lungo dinamiche predeterminate, portandoti a diventare qualcosa dal nulla.

L’innesco di una reazione può valere un attimo, poi è solo inerzia: può valere la consapevolezza di un tumore inoperabile in fase terminale; la consapevolezza della morte.
Quella consapevolezza che ha creato un ponte levatoio utile a cancellare le vertigini conseguenti alla paura del vuoto, del “nulla” in atto che impaurisce per ciò che può diventare in potenza.
Walter è stato vittima dell’incantesimo dell’immobilità dovuto a quella stessa paura, la paura di ciò che non c’è ma che potrebbe arrivare, vittima di quel codardo stato in luogo. Una paura cancellata dall’arrivo di quello stesso “quid” che lo terrorizzava e che, arrivando, ha reso inutile la stasi.

Walter è l’uomo che è stato mosso dall’idea della morte per vivere in eterno, esordendo con le mezze misure che hanno dimostrato che scalare la vetta è certo arduo, ma mantenerla è rapsodico.
E’ col mordace dubbio figlio della paranoia che insorge il geniale istinto criminale, quello che ha promesso a Walter l’abrogazione di ogni esitazione, di ogni domanda. Lo stesso che non è stato in grado di sostenere e che, una volta divenuto insopportabilmente greve, ha deciso di smontare dalle spalle e riposizionare in attesa dell’arrivo di un nuovo pretendente.
Walter non ha aspettato che il peso del potere lo schiacciasse: crescita, decadimento, poi di nuovo crescita e di nuovo decadimento, il tutto con cognizione di causa.
Con lucidità ha ammesso la resa all’importante peso del potere, e prima di implodere con esso ha rimesso le cose a posto.
Tutto, ancora, senza farsi domande.

Un uomo che raramente si è posto domande, di domande ne ha suscitate. Di certo non poche.
A discapito della caterva di quesiti che ci piacerebbe porgli, ci limiteremo a sintetizzare la nostra curiosità.

Queste sono le 10 domande che vorremmo fare a Walter White.

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1. Ci siamo, Walter. Busso io o bussi tu?

 

 

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