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I 5 finali di Breaking Bad a confronto

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In un millennio televisivo in cui mancavano gli esempi e vacillavano i valori, Breaking Bad ha piantato la bandiera in un terreno incolto e ne è diventato padrone, abilitando la possibilità di preservare il concetto di oggettività della bellezza visiva.
Gli occhi di chi guarda, educati dagli occhi di chi mostra, con Breaking Bad hanno visto combinarsi dei valori al fine di creare antitesi che dissociano dogmi etici ed estetici: il male che diventa tragicamente più bello del bello nell’agire sotto mentite spoglie, mascherando la “banalità della cattiveria” fino al momento in cui la si riconosce come tale.
Nell’opera di Gilligan, la bellezza è intarsiata in ogni spigolo concettuale ed a questa è riconducibile ogni elemento.
I sensi vengono confusi, tanto da riuscire ad udire i colori White e Pink-man, tanto da poter toccare i repentini caldo e freddo di Albuqerque; al punto di percepire la bellezza come valore significativo finito ed il significato come bellezza.
Così come la bellezza, da valorosa sfida per la fuga dal misero che nell’eccedere si modella come la creta rischiando di diventare uno sfoggiato oltraggio, allo stesso modo viene raccontata una reazione e trasformazione chimica: quella umana; quella di Walter White.

Ogni finale di stagione rappresenta uno stadio di questa metamorfosi volta ad esteriorizzare una latenza in attesa del giusto reagente.

 

1. “A volte gli esseri umani fanno cose strane per la propria famiglia.”
breaking bad 1

Walter e Jesse terminano la preparazione del loro primo carico commissionato da Tuco Salamanca.
Tornato a casa, Walter si sistema sul divano del salotto dal quale riesce ad udire la voce di Skyler che, al telefono, cerca di convincere Marie a confessare il furto della tiara che le è stata da lei stessa regalata.
La scena che segue, fungerà da primo stadio di una trasformazione nefasta: la premessa.
Skyler raggiunge Walter sul divano e, seduti fianco a fianco, cominciano una piccola conversazione avviata da Walter con una domanda a scopo di indagine: “Cosa faresti se anch’io infrangessi la legge? Mi denunceresti alla polizia?”.
La conseguente risposta, “Non mettermi alla prova”, è la premessa che stimola l’inconscia trasformazione di un’indole competitiva e dittatrice, dominante e distruttiva, che veste ancora i panni di un “sacrificio a fin di bene” per giustificare se stessa.
Al cambio di scena, Walter e Jesse sono dinanzi a Tuco alla consegna del carico la cui cromatura desta qualche sospetto, e suscita la lecita domanda del perché abbia un insolito colore: “Abbiamo dovuto seguire un procedimento diverso” è la risposta di Walt.
L’elemento fortuito dell’improvvisazione dà vita ad uno degli elementi più caratteristici della serie: nasce la famosa “Blue Sky“, l’autentico marchio di fabbrica di Heisenberg.
Tuco “assaggia ed approva”, i due cuochi ringraziano e rinnovano l’offerta, uno degli scagnozzi prende l’intraprendente iniziativa di intimorirli, Tuco rimedia a suo modo: una scarica di colpi al volto uccidono l’inerme mastino ai piedi degli attoniti volti dei due protagonisti.

La reazione inconscia è innescata, un’identità sta morendo per dare spazio ad una che “bussa” prepotentemente alla porta, gli elementi rappresentativi hanno già il sapore di tormentone ed il primo carnefice viene scoperto, presentato, avvicinato e legato ai protagonisti quasi come se si venisse costretti ad ingoiare un amaro groppone per poter avere l’agognato premio.
Voto: 5,5

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