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Breaking Bad 4×01 – Il disvelamento del vero volto di Gustavo Fring

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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su Breaking Bad e Better Call Saul

Il caos, calmo. La violenza animalesca, inaudita e degna della più spietata delle bestie, celata sotto la maschera dell’uomo placido. Il silenzio, assordante. Il rumore di una voce che in quel momento voce non ha, relegata all’oblio dell’indifferenza mentre il sangue inonda ogni spazio vitale. L’innocente taglierino, convertito in un’arma mortifera nelle mani di un insensibile carnefice. Ossimori, dentro un capolavoro. E un episodio, il primo della quarta stagione di Breaking Bad, che si è consegnato alla leggenda attraverso l’usuale metodica dell’artigiano. Un raffinato mosaico di dettagli che simulano e dissimulano per poi schiudersi nell’incedere di istanti dilatati e interminabili, confluiti in una singola scena che si staglia nella memoria con l’immediatezza di un uragano che sconvolge l’ordine naturale delle cose: l’uccisione di Victor, per mano di Gustavo Fring. Sotto gli occhi stravolti e terrorizzati di Walter White, Jesse Pinkman e Mike Ehrmantraut, inermi di fronte alla brutale espressione del potere di un uomo che abbiamo conosciuto davvero, per la prima volta, solo in quel momento.

La scena si inserisce nel contesto di un episodio indimenticabile, la premiere di una memorabile stagione di Breaking Bad, e ne rappresenta l’elemento catalizzante che ristabilisce un fragilissimo status quo, esplicitato da Jesse con un’efficace espressione laconica (“Lui e noi ci capiamo”) e destinato a mutare ancora nell’arco delle dodici puntate successive. Si gettano così le basi per un arco narrativo monumentale, lo scontro finale tra due personaggi a dir poco titanici, attraverso la disposizione e l’organizzazione di un’infinità di frammenti maniacalmente messi in scena con dovizia di dettagli sul piano visivo e sonoro. Dando così vita a una puntata mai ricordata a sufficienza dai fan più distratti, essenziale per apprezzare appieno il potenziale espressivo di un inarrivabile cult. Da ricostruire punto per punto, attraverso un’analisi per punti che si pone l’obiettivo di evidenziarne i punti di forza e i principali nuclei tematici.

Breaking Bad 4×01 – Una partita a scacchi

“Box Cutter” (in italiano, “Il taglierino”), è parte di una partita a scacchi in cui Walter White e Gus Fring, antagonisti di una guerra per il potere privata d’ogni regola d’onore, muovono audacemente le pedine per determinare la conquista dell’ambita scacchiera. Un passaggio chiave che rappresenta uno spartiacque tra quello che avevamo visto nella terza stagione, culminato in una reazione collaterale, l’uccisione da parte di Jesse dell’amabile Gale Boetticher, elemento ritenuto sacrificabile da Walter White in nome di un disegno maggiore, e quello che vedremo da lì in poi fino alla successiva dipartita di Fring. In questo episodio è il boss cileno a tenere il punto attraverso una ferocia immaginabile ma sorprendente, esplosione dirompente di un uomo criptico che tiene le redini del caos con l’agghiacciante controllo di una situazione a dir poco complessa, senza guardare in faccia nessuno. Dopo esser stato messo spalle al muro dal lucido cinismo di Heisenberg, abile nel mettere in scacco il nemico con una mossa che l’avversario non aveva in alcun modo previsto, Fring risponde così all’affronto sacrificando a sua volta una pedina ormai divenuta ingombrante: il fido Victor.

Nel violento omicidio, compiuto in prima persona con un’enfasi scenica rabbrividente e funzionale all’esercizio di un potere dai tratti assolutisti, si individua una funzione primaria, ovvero il ristabilimento di una gerarchia insindacabile in cui schiacciare, terrorizzare e rimettere al proprio posto un nemico sfrontato in quel momento non eliminabile, attraverso l’uccisione di un uomo che sembrava intoccabile, e una secondaria: Victor, infatti, aveva gestito con eccessiva superficialità gli importanti incarichi che gli erano stati assegnati e aveva commesso un’imperdonabile ingenuità nell’aver mostrato il proprio volto a diversi testimoni presenti sul luogo del delitto, l’abitazione di Gale. La reazione di Gustavo si sovrappone quindi all’azione di Walter, quasi si trattasse di mosse speculari in cui il sangue è l’unica potenziale soluzione allo stallo creatosi. Un elemento di continuità si riflette quindi nell’arma del delitto usata dal cileno: un taglierino. Lo stesso che vediamo in apertura d’episodio attraverso una tecnica spesso utilizzata da Gilligan, in cui si presenta – apparentemente fuori contesto – un oggetto poi centrale nella narrazione dell’episodio. Tra la mani di Gale, intenso e vibrante primattore di un flashback che rimanda all’alba del super laboratorio, palcoscenico centrale della puntata. Un oggetto che di sé non rappresenta una minaccia e sul quale le inquadrature indugiano ossessivamente, salvo poi rivelarsi essere la più classica delle pistole di Cechov.

Breaking Bad 4×01 – L’ordine del caos

Il silenzio è un elemento cardine dell’episodio. Le battute pronunciate sono pochissime, almeno da parte dei protagonisti principali di Box Cutter, quelli coinvolti nella scena dell’omicidio di Victor. E contribuiscono ad accentuare la tensione narrativa, ricercata attraverso un disorientamento degli spettatori. Fring, infatti, non dice una parola per svariati lunghissimi minuti e dona un ordine surreale all’animalesco caos da lui stesso generato attraverso un atteggiamento metodico, ossessivo e compulsivo che impareremo a esplorare ancora meglio in Better Call Saul quando si ritroverà a dover fronteggiare Lalo Salamanca. È furente ma controlla perfettamente la situazione fin dall’istante in cui si palesa in scena e discende le scale a chiocciola che lo conducono al centro dei suoi personalissimi inferi, prima di presentare con uno spirito teatrale la vestizione e la svestizione del mostro.

Mike, a sua volta, non dice una parola nell’intero periodo in cui Fring è presente nel laboratorio. Così come Jesse, ancora sotto shock dopo aver ucciso Gale. Parla solo l’arrogante Walter White per giustificare le sue azioni e dimostrare la sua indispensabilità. Poi Fring fa quello che fa con Victor, si lava e si limita a ordinare di tornare a lavoro. Mike è terrorizzato, Jesse e Walter pure: Fring ha disvelato un volto che nessuno fin lì aveva mai visto, celato da una maschera apparentemente inscalfibile. È brutale, intenso, vero. Non ha bisogno di parlare: i suoi occhi raccontano tutto. Così come ogni minima sensazione provata dagli altri protagonisti del dramma si palesa in ogni sfumatura delle loro espressioni, disarmate dall’improvvisa degenerazione di un un uomo che sembra non possedere un’anima.

Breaking Bad 4×01 – Il passato e il presente, l’occhio e il ketchup

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La verità emerge, in Box Cutter. Ed è parte dell’impalcatura espressiva del raffinato episodio di Breaking Bad. Si sublima attraverso le note di Truth, brano di Alexander Ebert che accompagna gli ultimi minuti della puntata e sembra raccontare in qualche modo la storia di Walter White e dell’omicidio di Victor (“Inclina il mento all’indietro, tagliami la gola, fai un bagno nel mio sangue”), e un intreccio stretto tra passato e presente che disvela una realtà finora dissimulata nella testa di Jesse e Walter. Tra la vita incarnata dal cibo e la morte raffigurata dal copioso sangue che scorre. Una transizione, figlia di un montaggio creativo a cui i fan di questo straordinario universo narrativo sono ben abituati, sovrappone quindi – non a caso – il frame in cui viene ripulito il sangue dal pavimento e un piatto sporco di ketchup, raccolto con un tozzo di pane nel diner in cui Walter White e Jesse Pinkman omaggiano una delle scene più celebri di Pulp Fiction.

Attraverso il cibo, voracemente ingurgitato da Jesse e rifiutato da Walter, si esprime una volontà di andare avanti, nonostante tutto. Lottare in un Purgatorio che pare essere uno scenario ancora più funereo della morte stessa, aggrapparsi alla vita e fare un disperato tentativo di normalizzare una situazione in alcun modo normalizzabile, mentre il sangue soffoca ogni residua volontà di tornare a galla. Tra uno sguardo alle spalle, rappresentato dall’occhio dell’orsacchiotto che aveva caratterizzato la seconda stagione di Breaking Bad, ritrovato in un cassetto da Skyler a casa di Walter, e uno avanti, espresso dagli appunti di laboratorio che verranno ritrovati nell’abitazione di Gale, gli impulsi in cui si intersecano le dimensioni temporali degli eventi trovano un nuovo crocevia tra la fine di un ciclo e l’inizio di un altro. Come raffigurato anche da un altro elemento ricorrente che caratterizza con costanza Breaking Bad, il simbolismo cromatico.

Breaking Bad 4×01 – Il simbolismo cromatico

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Il rosso e il blu. Il colore di una nuova alba e quello del sangue. Come già detto ampiamente in passato nel corso di diversi approfondimenti dedicati a Breaking Bad e Better Call Saul (si pensi alla teoria del Ghiaccio e del Fuoco), il simbolismo cromatico è un tratto distintivo delle due serie tv, sottotesti imprescindibili per orientarsi all’interno del racconto. Il rosso e il blu rubano allora la scena a tutti gli altri colori, dando vita a uno scontro che si esprime attraverso un’estetica spudorata, intelligentemente schematica. Come dicemmo a proposito del terzo episodio della sesta stagione di Better Call Saul attraverso un’infinità di esempi funzionali alla dimostrazione della teoria, i sogni di rivalsa e la deriva nella ricerca di una strada personalissima verso la giustizia di un destino mai definito fino in fondo si uniscono alla ricerca costante di una rinascita. Sia essa attraverso una nuova vita o attraverso la morte, nel segno di un blu che accompagna ogni momento topico con dettagli che emergono solo agli occhi degli spettatori più attenti.

Il laboratorio rappresenta ancora, quindi, per un ultimo momento prima di non poter più essere tale, quello che in Better Call Saul era stato rappresentato dall’acquario di Jimmy McGill e nella stessa Breaking Bad dalla piscina di Walter White: un residuo barlume di blu, prima di perdersi in una cascata di sangue.

Il rosso invece, accompagnato da toni altrettanto caldi, è il colore del “pericolo“. Della deriva ben oltre la legge, nel segno di una violenza che trova espressione nei modi più disparati e porta alla distruzione degli uomini che decidono di indossarlo e impregnarsene. Non è un caso quindi che Walter White sia vestito di blu, al pari di Victor. Mentre una fioca luce dalle medesime tonalità scinde agli ambienti, li irradia per un ultimo momento dopo esser stato per diverso tempo un elemento di speranza e li sovrappone al rosso della t-shirt di Jesse, la stessa che indossava nel momento in cui aveva ucciso Gale, e della tuta dalle sfumature arancioni di Gus Fring. Nell’evoluzione di un ambiente che scorre dal blu al rosso, i toni caldi si proiettano sul boss attraverso il giallo di una lampadina e il pavimento, ovviamente rosso, la cui gradazione si accentua nel momento in cui viene inondato di sangue.

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Una transizione, fatale: il rosso, il rosso di Gus Fring, straripa, pervade gli spazi vitali e diventa componente cromatica anche di Walter White, macchiato indelebilmente da un singolo schizzo, e del contenitore in cui viene messo quel che resta di Victor. Mentre il blu si spegne tra le ombre di una rinascita scontratasi con la durezza di una verità disvelata nel glaciale sguardo di Fring. E nelle sue ancora più glaciali azioni: conseguenze della brutalità di un uomo, il suo nemico, che sembrava voler mentire ancora a se stesso.

Nel mezzo, il verde accesissimo del taglierino, funzionale a spiccare come elemento alieno al contesto, ma anche il bianco della maglietta di Gus, anello di congiunzione tra la maschera pubblica e il suo vero essere, e il nero di Mike: elementi neutri, mentre il rosso e il blu si mischiano in un nuovo colore. Dentro un nuovo capitolo, una nuova vita. Una nuova Breaking Bad, all’alba di una stagione leggendaria in cui si apprestava a dare il meglio di sé. Dentro gli occhi di Gustavo Fring. Nell’anima di Walter White. Alle proprie condizioni, nella storia delle serie tv. Nel caos, fragoroso.

Antonio Casu

La puntata 4×01 di Breaking Bad sarà raccontata, approfondita e analizzata anche giovedì sera 23 Marzo alle 21.00 sul nostro canale Twitch: ci trovate sotto il nome hallofseries_com. Vi aspettiamo!