Come reagireste se un giorno doveste scoprire che realizzeranno il reboot della vostra serie tv preferita? E come reagireste se il reboot in questione fosse proprio quello di Breaking Bad?
In questo periodo sembra che autori e produttori di serie tv cerchino di scavare nel passato per trovare idee stimolanti. Il bisogno di realizzare spin-off e reboot di show già visti e amati dal pubblico è motivato dall’eventualità del successo. E così si sfruttano storie che conosciamo già e che sono state apprezzate, tentando un salto nel buio in cui da perdere non c’è nulla.
Se dovesse accadere con Breaking Bad dovremmo abituarci a un volto nuovo per Walter White. Quel personaggio impersonato per ben cinque anni da Bryan Cranston, che ancora oggi non perde occasione per ringraziare il cast con cui ha vissuto cinque anni, o il regista che gli ha concesso l’opportunità di una vita.
Dovremmo abituarci all’idea che quella storia che abbiamo conosciuto tutti, intrisa di segreti e significati profondi, sia modificata. Ci ritroveremmo dinanzi a una serie tv che tenta di ripercorrere i passi dell’originale. Guarderemmo uno show che parla di un insegnante col cancro e di un giovane spacciatore, e che tenta di attirare a sé spettatori incerti e poco convinti. Uno show che tenta l’impossibile, rischiando critiche durissime e un flop prevedibile.
Siamo realisti. Nulla potrebbe eguagliare Breaking Bad, sotto molti punti di vista. Può non piacere, essere considerata sopravvalutata da qualcuno, può essere definita persino una storia diseducativa per certi aspetti. Ma nessuno può obiettare che questo show sia entrato nel cuore di molti e che oggi continui a faticare per uscirne. Dalla fotografia alla scenografia, dalla sceneggiatura sino alla scelta del cast: Vince Gilligan non ne ha sbagliata una. Il modo in cui ha portato sulla scena l’evoluzione dei personaggi, facendoli mutare sotto il nostro sguardo, stagione dopo stagione, non ha precedenti. La trama della storia, poi, meriterebbe un articolo a sé.
L’innovativa idea di mostrare la disperazione di un uomo che di fronte alla malattia trova il modo di riscattarsi, vendicarsi e vivere come in realtà si sarebbe meritato è stata la più geniale degli ultimi anni.
A volte il successo dà alla testa. Ormai i reboot sono ovunque, siamo circondati. Piuttosto che cercare una nuova serie tv originale faremmo prima a crearne una noi, da soli. La preoccupazione maggiore dei produttori di show del piccolo schermo è quella di rischiare la stessa carriera con prodotti originali. Infatti, continuare una storia già sviluppata è sicuramente meno rischioso che iniziarne una del tutto nuova. Mal che vada, nessuno potrebbe criticare la forma di tale idea proprio perché di qualcun altro. Abbiamo imparato a nostre spese che non è il significato di uno show a garantire il suo successo, né la minuziosità con la quale è stato ideato. Ma sono un insieme di fattori che vanno dall’indice di ascolti alla pubblicità ottenuta, che sia negativa o positiva, e infine – solo infine – conta ciò che si vuole trasmettere attraverso lo show.
La motivazione sul perché si fanno tanti reboot e spin-off è da ricercare nell’aspetto materiale ed economico di tale progetto.
Quante volte ci siamo stupiti nel leggere che presto si sarebbe realizzata una nuova serie tv di Buffy L’Ammazzavampiri? O di Xena, La Principessa Guerriera? Di recente hanno realizzato persino il reboot di Charmed, consapevoli che non sarebbe mai stato capace di eguagliare la serie originale. Ciò che muove i responsabili degli show è il denaro, e la voglia di guadagnare con poco. Non è importante che sia un buon prodotto o che trasmetta qualcosa: è sufficiente che sia seguito. E noi, questi reboot e spin-off, li seguiamo pure. Per criticarli, per paragonarli alle serie tv che un tempo ci hanno emozionato, o per semplice curiosità. Ma la domanda che ci preoccupa è solo una: cosa può garantirci che in modo o nell’altro presto non toccherà anche a Breaking Bad?
Forse non siamo noi a doverci abituare a pensare un nuovo Bryan Cranston nel ruolo di Walter White. Forse bisognerebbe semplicemente pensare a nuovi concetti e a nuove idee, affinché sia possibile creare qualcosa di altrettanto magnifico come Breaking Bad.
Questo progetto è stato frutto di una ricerca durata anni, di una dedizione immensa, di un lavoro straordinario dietro le quinte. Ed è raro che qualcuno riesca in un lavoro del genere.
Di recente la notizia del nuovo film ha creato scalpore. La scelta di mettere dietro la cinepresa lo stesso regista ha già fatto guadagnare un buon punto a favore a questa nuova pellicola.
Ma siamo pronti a vedere un continuo di quella storia che si è conclusa nel migliore dei modi?
E soprattutto, vale davvero la pena rischiare? Breaking Bad è spesso stata definita una serie intoccabile. Ma Vince Gilligan non si è smentito mai per ben cinque stagioni, e forse è stata la nostalgia verso la serie tv e verso i suoi personaggi a rendere chiara la prospettiva di un futuro film.
Su un’unica cosa siamo tutti d’accordo. Breaking Bad ha lasciato un vuoto che è ormai difficile da colmare. Chiunque l’abbia vissuta come una vera esperienza oggi fatica a trovare uno show che riesca a coinvolgerlo pienamente. Forse non siamo noi a essere ipercritici o scettici verso i nuovi reboot. Forse quel che si chiede è semplicemente di vedere sullo schermo qualcosa di nuovo. Quella novità di cui era intrisa Breaking Bad. Quella voglia di rischiare che ha avuto Gilligan portando sul piccolo schermo uno show di cui non aveva nemmeno la certezza del successo. Eppure, ancora oggi è ricordata come una delle migliori serie tv al mondo.
Forse potremo anche abituarci a un nuovo Bryan Cranston, ma nulla potrà eguagliare quello che ha avuto inizio 10 anni fa, e che ancora oggi vive.