1) Jack Welker

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Jack Welker è senza dubbio il villain più spietato con cui Jesse Pinkman ha avuto a che fare. Welker è capo di una banda neonazista molto influente che ha agganci con la prigione e possiede armi militari. Lui e i suoi uomini torturano e costringono Jesse a cucinare meth per il loro giro. Lo Zio Jack, come lo chiama Tood, è un killer senza scrupoli che uccide con una naturalezza da brivido e considera la morte un gioco (ricordiamoci dell’esecuzione di Hank) che calpesta quasi distrattamente le sue vittime e non si volta mai indietro.
Breaking Bad ha il potere di far esitare lo spettatore.
Arrivati a un certo punto della serie si perde completamente il senso di quel che è giusto e quel che invece non lo è. Partiamo con un Walter White quasi docile e un Jesse Pinkman superficiale e immaturo. Questa coppia improbabile si immette in un giro di droga pericoloso che li porta a gestire situazioni troppo grandi e ad avere a che fare con individui folli. Da qui i due cominciano a cambiare e diventano qualcosa di più che semplici protagonisti, il caso di Walt è forse quello più evidente perché da anonimo insegnante di chimica diventa Hisenberg e su questo nome non mi dilungo oltre perché sappiamo bene il suo significato.
Quindi, in molte occasioni, ci troviamo a spalleggiare un villain piuttosto che un altro e non ce ne rendiamo neanche conto perché ogni singolo personaggio, e mi riferisco specialmente a Gus, ci mostra la sua realtà, dentro la quale è scontato doversi sporcare le mani per raggiungere un obbiettivo. E questa sua verità è talmente raffinata e ben strutturata da farci perdere la lucidità.
Personalmente credo che Breaking Bad sia una vera esperienza di vita, un viaggio pericoloso e intenso che ci permette di entrare in connessione diretta con i personaggi e ci rivela quanto sia facile oltrepassare la linea del bene, oltre la quale è veramente impossibile tornare indietro.