7) Skyler White
Unica presenza femminile della lista, in un universo effettivamente quasi del tutto al maschile. Skyler però, nonostante la sua posizione all’interno dell’universo di Breaking Bad sia la più scomoda e ambigua in assoluto, merita eccome di stare qui dentro. Innanzitutto, la performance di Anna Gunn non è discutibile per nessun motivo: è stata in grado di mostrarsi fragile e debole, di farsi odiare e di farsi amare, dando vita ai sentimenti di una madre e di una moglie impaurita che, per amore più che per sete di potere, interpreta un personaggio completamente da zero, dimostrando di essere all’altezza di ogni situazione. Skyler è la kryptonite di Walt, da un certo punto di vista, ma il protagonista è in grado di plagiare anche la sua anima. In Skyler, tuttavia, resta vivo il senso di protezione verso i suoi figli e la sua famiglia, ed è proprio questo che la risveglia dal sonno profondo e la costringe a prendere una posizione avversa rispetto a quella del marito. Non è perfetta né tantomeno immacolata, Skyler, ma oltre ad essere un personaggio generazionale, che rappresenta l’evoluzione del ruolo della donna all’interno della famiglia occidentale, è anche un personaggio con i fiocchi, unico realmente in grado di reggere il confronto con Heisenberg, sia da insolita alleata, glaciale, che da avversaria e madre protettiva.
6) Saul Goodman
Eccoci ancora qui, Saul. Senza quel capolavoro di spin-off non avremmo mai potuto apprezzarti fino in fondo, ed è per questo che benediciamo Vince Gilligan ogni volta che possiamo. La posizione così bassa è presto spiegata: in Breaking Bad non c’è spazio per l’uomo dietro al personaggio, non c’è mai alcun deciso accenno caratteriale a Jimmy McGill, e quello che si vede in superficie è il triste e solo prototipo dell’avvocato del diavolo. Saul Goodman non ha un’anima, in Breaking Bad, questa è come marcita, sgretolatasi per via dell’attesa, dell’inesorabile scorrere del tempo senza la sua metà, Kim, e senza la vita che faceva prima e che aveva sempre sognato di fare. Tra Saul Goodman e Jimmy McGill ci si mette di mezzo il denaro, tanto denaro. In Breaking Bad, per lui, non esiste nient’altro di importante. Le banconote sono ciò che muove tutto il suo mondo, non ci sono interessi o passioni a tenere viva la sua anima, ma soltanto una desolata landa di imbrogli e guadagni facili, di intrighi e pericolosi giochi di potere. Il Saul di Breaking Bad può fare simpatia, certamente. Si tratta di una macchietta, la più grande macchietta della serie, ma se poi impariamo a conoscere il vero uomo che è stato, allora il discorso cambia completamente.
5) Hank Schrader
Marito fedele e uomo che crede fermamente nei suoi valori. Hank Schrader è un diamante grezzo in un mare di letame e di corruzione. Per lungo tempo la sottile linea che faceva di lui un grande professionista e contemporaneamente un meme ante litteram, totalmente ignaro della realtà dei fatti, è stata ben salda. Ma poi l’intuizione, un lampo di genio totalmente casuale che lo riporta con ferocia con i piedi per terra. Hank, per certi versi, è il personaggio di Breaking Bad che ha sofferto di più, sia fisicamente, provato dalla sparatoria con i diabolici gemelli Salamanca e da una fine impietosa e triste, la più triste di tutte, sia mentalmente, nell’apprendere che uno dei pochi uomini per cui sotto sotto provava una immensa stima, è in realtà il diavolo in persona, il nemico per eccellenza. Hank rappresenta, insieme a pochi altri, l’unico baluardo di speranza che Gilligan propone al pubblico, in netto contrasto con la maggior parte degli interpreti, tutti spinti da esigenze materiali e non da una autentica morale di fondo. La sua fine, oltre a far saltare definitivamente la copertura di Walter e a compromettere l’intero sistema di narcotraffico, segna anche l’epilogo del dramma narrativo di Breaking Bad, aspetto indicativo di quanto fosse centrale all’interno della trama.
4) Gus Fring
Ad un passo dal podio, abbiamo deciso di inserire il cattivo per eccellenza, uno dei più grandi villain della storia della serialità: Gustavo Fring. Innanzitutto, dobbiamo ammettere che questa posizione è stata la più complessa da definire, ma questa sua “bocciatura” è dovuta, più che altro, alla grandezza del personaggio che lo precede in classifica. Detto ciò, le zone alte della lista sono piuttosto dovute e scontate. Gus è l’estremizzazione dell’invisibile proliferazione del male, capace di infilarsi negli angoli più remoti e di coinvolgere le personalità più insospettabili. Fring è a capo di un macchinario perfetto ed intoccabile, che per rimanere tale necessita la sua guida e la collaborazione di veri e propri soldati, che devono soddisfare ogni caratteristica da lui richiesta. Gus è restio nel primo approccio con Walter, ma il profumo dei soldi e del potere lo convince a fidarsi di lui, nonostante avesse capito prima di tutti che quel sodalizio sarebbe stato fatale. A muovere gli intenti di Gus, in realtà, non è solo il vil denaro, bensì l’odio nei confronti di quello stesso sistema che si è poi ritrovato a voler governare, semplicemente perché, quando era ancora un giovane di belle speranze, non era per niente consapevole di ciò a cui andava incontro, “sfidando” Don Eladio. Tutti questi elementi e misteri appartenenti al suo passato, hanno reso Gus l’uomo più richiesto per un eventuale ulteriore spin-off si Breaking Bad, cosa che però sembra destinata a restare un sogno.