4) Seconda stagione
Una stagione combattuta fino all’ultimo la quale si guadagna la sua posizione con le unghie e con i denti. Fin da subito curiosa e accattivante, la stagione apre alcuni episodi con la scelta di far vedere in anticipo, cosa accadrà nel finale di stagione. Una scelta coadiuvata dall’utilizzo del filtro bianco e nero, il quale trasmette allo spettatore la percezione di disastro e imminente pericolo.
Unico elemento a colori, l’orsacchiotto rosa e malandato di casa White che galleggia senza un occhio, nella piscina privata del nostro protagonista. Non ci fermeremo ad analizzare il simbolismo fortissimo di questa immagine ormai iconica di Breaking Bad, ma risulta importante per capire la potenza narrativa di questa stagione.
Ogni personaggio si inizia a spogliare delle proprie convinzioni e ingenuità. Prima di arrivare al suo culmine nella quarta stagione, qui osserviamo un lento processo di trasformazione, quasi invisibile allo spettatore, tuttavia costante. Se per Jesse Pinkman abbiamo un illusorio tentativo di redenzione, stroncato dalla morte per overdose della sua compagna, per Walter il cammino è l’esatto opposto.
Nel complesso una stagione per nulla invidiabile dalle sue colleghe, ma per il suo ruolo transitorio, arranca verso il podio.