Il seguente articolo contiene spoiler di Breaking Bad.
A volte nel mondo, lontano dai nostri occhi, le nostre orecchie e il nostro cuore, vengono prese scelte che andranno a influenzare anche la nostra vita. In certe occasioni si tratta di scelte politiche, di una persona che decide di mettere tutta sé stessa nel mondo della medicina, di un individuo che vuole uscire ed aiutare il prossimo senza alcun motivo. Altre volte quelle decisioni possono essere semplicemente i pensieri estratti dal flusso di coscienza di uno sceneggiatore che davanti a due personaggi del suo piccolo prodotto appena nato, deve decidere se tenerli in vita o farli morire.
Ce lo immaginiamo così Vince Gilligan, ignaro di quanto quei copioni della prima stagione di Breaking Bad avrebbero rivoluzionato il palinsesto televisivo dell’epoca e – ben presto – l’intero mondo delle serie tv. Jesse Pinkman e Hank Schrader, il socio in affari e il cognato del tuo protagonista. Farli fuori alla fine della prima stagione è esattamente il colpo di scena che può far esplodere la tua serie televisiva. Sarebbe un peccato se proprio nel periodo in cui devi registrare gli ultimi due episodi, scoppiasse uno sciopero nazionale degli scrittori e fossi costretto a cambiare tutte le tue idee.
Fu più o meno questo quello che accadde nel 2008 e oggi non possiamo che chiederci cosa sarebbe successo in un mondo parallelo. Cosa sarebbe successo se quell’anno non fosse scoppiato alcuno sciopero e Gilligan avesse avuto carta bianca sugli ultimi episodi e sulle morti di Jesse e Hank. Come sarebbe cambiato lo show? Beh, è difficile dirlo con sicurezza in quanto gran parte del prodotto è incentrato anche su loro due, ma abbiamo provato ad abbozzare una strampalata versione alternativa di Breaking Bad.
Chi li avrebbe fatti fuori?
Le risposte potrebbero essere tante, ma abbiamo voluto osare. Gilligan ha sempre detto che Heisenberg è un tratto personale dormiente in Walt e ormai siamo sicuri che l’uomo sotto sotto fosse così sin dal primo momento. Proprio per questo, davanti all’ennesimo possibile fallimento nella vita, davanti al timore di dover tornare a casa con la coda tra le gambe, Walt avrebbe preso la scelta inimmaginabile. Vogliamo ribaltare il personaggio dandogli l’unico ruolo che non ha mai occupato in Breaking Bad: quello del cattivo in tutto e per tutto.
Faccia a faccia con Tuco Salamanca, che ancora non lo rispetta e – anzi – lo sottovaluta, ci immaginiamo un Walter White che per stupire gli spettatori col botto, il rumore lo fa sparando sia a Jesse che ad Hank. Due gesti che, seppur con mano non troppo ferma, dimostrano ai Salamanca che Heisenberg non ha paura di lasciare a terra nessuno: sia esso un suo collaboratore o un membro della sua famiglia.
Con un gesto del genere anche un uomo come Tuco Salamanca sarebbe rimasto sorpreso da questo nuovo ceffo nel mondo dello spaccio di metanfetamina, tanto da portarlo a conoscere il capofamiglia Hector e presentarlo per bene. Anche perché in questa storia i Salamanca sono ancora più centrali.
I primi movimenti nella seconda stagione
Dopo essersi dimostrato pronto a tutto, i Salamanca avrebbero visto in Heisenberg l’uomo giusto da avere al proprio fianco per affrontare una certa minaccia dal passato. L’uomo avrebbe iniziato a lavorare solo per loro, guadagnandoci uno strano rispetto da parte di Tuco e di Hector, insieme alla protezione delle sue due nuove guardie del corpo: i cugini Leonel e Marco. Qui ci immaginiamo molte scene di Heisenberg che cerca di apparire innocuo, ma impara a studiare le mosse ai piani alti della famiglia.
Walt non è mai stato un uomo cieco, sa che ogni scelta ha le sue conseguenze e in una realtà ancora più immersa in questo mondo, avrebbe imparato a muovere le proprie pedine ancora con maggior attenzione. Dopo l’uccisione del cognato non avrebbe potuto continuare a lavorare da solo, senza protezione. Prima o poi sarebbe stato a rischio di essere scoperto e i Salamanca erano la “tessera omertà” perfetta da consegnare ai poliziotti. Inoltre sarebbe rimasto affascinato dal potere e il carisma emanato da Hector.
Niente più Din Din Din
Con sempre maggior fiducia dalla sua, Walt avrebbe iniziato a scalare i piani nella cerchia familiare dei Salamanca. Ovviamente sarebbe rimasto qualcuno fuori dalla famiglia, ma una voce da ascoltare per un parere più tecnico e chimico nel mondo della metanfetamina. Questo gli avrebbe permesso di iniziare una serie di lunghi incontri con Hector. Non discorsi, non discussioni unilaterali, infiniti momenti uno di fronte all’altro. Scene ripetute sempre più spesso nel corso della stagione, ma senza mai un vero e proprio motivo apparente.
Un po’ come l’avvelenamento a fine della quarta stagione, solo col tempo avremmo scoperto che i lunghi incontri avrebbero permesso ad Heisenberg di osservare più da vicino le funzioni di Hector e permettergli di drogarlo al punto giusto da lasciarlo in vita, ma compromettendo tutto il resto delle sue funzioni cerebrali. Con nessuno spargimento di sangue si sarebbe assicurato di tagliare la testa più alta dei Salamanca senza destare alcun sospetto. Quella fatta passare come morte naturale del capofamiglia, avrebbe risvegliato l’interesse di qualcuno.
Los Pollos
Una volta venuto a conoscenza della morte del suo vecchio “amico” Hector, finalmente sarebbe arrivato in scena anche Gus Fring, questa volta senza giri di parole o indentità segrete. Questi si sarebbe presentato ai Salamanca dicendo che tutto il loro dominio sarebbe caduto a breve e che lui sarebbe stato disposto a salvare chi lo avesse seguito. Richiesta ovviamente accolta da Walt, interessato da questa nuova personalità piena di ego e carisma.
Un circolo vizioso, è questo che ci immaginiamo per Walter White ed Heisenberg senza Jesse e Hank a farlo desistere da certe idee. Un lento e inesorabile cammino atto a seguire le personalità più grandi di quella città, per romperle dall’interno una dopo l’altra. Nessuno si sarebbe mai dovuto permettere di sentirsi superiore a Walter White. E lui avrebbe distrutto le loro vite come il tumore stava distruggendo lui: dall’interno.
Con i Salamanca fuori dai giochi, l’antidroga senza le intuizioni di Hank e nessun legame emotivo se non quello flebile tra lui, Skyler e Walter Jr., l’ascesa al potere di Walt sarebbe stata ancora più rapida e cinica. Gus Fring sarebbe stato solo la sua prossima vittima, questa volta faccia a faccia e non dietro al campanello della sedia a rotelle. E una volta arrivato in cima alla catena alimentare, lui e un dubbioso Mike Ehrmantraut avrebbero deciso di allontanarsi l’un l’altro, entrambi incapaci di riporre la totale fiducia nelle mani del collaboratore.
La quinta stagione sarebbe servita a questo dualismo
Ce la immaginiamo incentrata solo su loro due, quasi in modo parallelo in ogni puntata. Walter White sempre più potente, ricco, incompreso e lontano dalla propria famiglia, menefreghista e soddisfatto. Un appagamento rabbioso e carico d’ira, di grida mai udite provenire dalla sua persona e un senso di incapacità a stare in cima alla catena alimentare senza sbranare qualcun altro.
Dall’altra parte il cuore di ghiaccio che in realtà batte forte, un Mike ormai deciso a lasciarsi tutto alle spalle e vivere questi ultimi anni di vita da uomo libero con la nipotina. Il serial killer che, consapevole che prima o poi verrà scoperto, decide di ritrovare vicinanza con le persone a lui care e quei rapporti umani che aveva messo da parte per così tanto tempo.
Se proprio deve abbandonarci Walt, se proprio l’uomo deve concludere il suo viaggio con la morte, quale scelta migliore se non lasciarlo semplicemente al suo destino. Senza sparatorie, senza grandi colpi di scena o risvolte inaspettate. Una quinta stagione di Breaking Bad costruita in attesa di un colpo di scena che non esiste e un finale del quale eravamo a conoscenza sin dai primi episodi. Un Walter White vittorioso contro tutti tranne sé stesso, il suo tumore e quel dolore che lo ha divorato dall’interno per gli ultimi anni della sua vita. Anni che ha scelto di vivere come un uomo potente, ma che – senza nessuno al suo fianco a dargli regole – ha perso come sabbia tra le dita delle mani.