ATTENZIONE – Il seguente articolo contiene spoiler sul finale di Breaking Bad
Jesse Bruce Pinkman
, nato nel settembre 1984 ad Albuquerque da una famiglia benestante, è un ex tossicodipendente che inizia a produrre metanfetamina con il suo professore di chimica del liceo: Walter White. Questo lo sappiamo. E di entrambi conosciamo anche il finale. Anzi: sono loro il finale di Breaking Bad
“Fallo. Vuoi farlo”
“Dillo, dillo che lo vuoi. Non succede niente finché non lo dici tu”
“Io lo voglio”
“E allora fallo da solo!”
Jesse fugge in auto mentre lancia un grido di liberazione.
Cosa lo ha portato a gridare in quel modo?
Pinkman è un nome che promette bene. Ma noi che abbiamo seguito Breaking Bad sappiamo quanto poco rosea sia stata la sua vita.
Il suo declino inizia probabilmente con la morte di Jane. Non solo si ritrova ad affrontare la scomparsa della donna che ama, ma è costretto a vivere con il senso di colpa per averla fatta ricadere nella tossicodipendenza. Vi ricordate il suo dolore? È straziante vederlo intento ad ascoltare il nastro della segreteria della ragazza.
Tale nefasto avvenimento non è l’unico peso sul cuore che Jesse dovrà sopportare. Inizia infatti a frequentare un’altra ragazza. Anche lei ex tossica. Anche lei bisognosa di aiuto: Andrea, che ha un fratellino, Thomas. Jesse tenterà di aiutare il giovane ragazzo parlando con Fring del traffico di baby spacciatori. Ma l’elegante criminale sceglierà di uccidere il bambino e il nostro protagonista si sentirà di nuovo colpevole. Come se non bastasse, si ritroverà molto presto anche ad assistere impotente all’omicidio di Andrea.
Ma il momento in cui vediamo Jesse distrutto oltre ogni limite è probabilmente quando uccide Gale Boetticher, l’assistente cuoco di Walt. È in lacrime, scioccato.
La sua bocca tace e i suoi occhi parlano.
Le vicende di Jesse sono un crescendo di disperazione che gli fa compiere gesti malvagi in cui non si ritrova per nulla. Realizza di non essere fatto per quel mondo nell’episodio Rapina al treno quando il suo collega in affari Todd uccide un bambino solo perché è uno sfortunato testimone. Per lui è troppo ed esce dal giro.
Uno dei moltissimi punti di forza di Breaking Bad è quello di riuscire a far cambiare opinione allo spettatore sui personaggi. Riusciamo perfino a odiare il protagonista Walter White per poi ricominciare ad amarlo. L’unico personaggio che porta lo spettatore a essere sempre dalla sua parte è proprio Jesse Pinkman. Questo perché egli è prima di tutto un uomo buono. Non ha maschere.
Vince Gilligan, padre di Breaking Bad, ha ammesso di avere sempre avuto un debole per Jesse. E, ipotizzando quello che potrebbe essere il destino futuro di questo personaggio, ha detto:
Potrebbe aver incontrato la polizia una volta girato l’angolo, ma potrebbe anche aver trovato la libertà. Personalmente, mi piace pensare che sia riuscito a ricostruirsi una vita, poiché ha abbondantemente pagato per ciò che ha fatto. Non ho idea di cosa abbia deciso di fare. Spero che sia riuscito a trovare una persona gentile e che non debba più fare il criminale. Spero che non debba affrontare altri orrori.
Gilligan dunque è ottimista. Eppure l’epilogo di Jesse è molto più triste di quello che sembra. E il motivo di questa affermazione non risiede nel finale in sé, ma in quella che possiamo chiamare la sua vita precedente. Quella prima dell’incontro con Walter White. Prima delle perdite che ha dovuto affrontare. Prima dei crimini che ha commesso e della prigionia di cui è stato vittima.
C’è un episodio in cui ce ne rendiamo conto. Un episodio che porta un nome dal quale traspare molto: Il declino. Walt è caduto nella trappola di Jesse e Hank. Sta per essere arrestato e quindi sta per perdere non solo la libertà ma anche tutto il denaro. Interviene Jack, inizia una sparatoria e Jesse riesce a nascondersi. Assisterà alla morte di Hank. Walter è furioso e non si limita a svelare il nascondiglio del suo ormai ex socio, ma arriverà a confessare al ragazzo la sua responsabilità nella morte di Jane.
La reazione di Jesse è quella di non avere alcuna reazione. È esausto.
Jesse Pinkman è un ragazzo cresciuto senza affetto. Non sa cosa significhi ricevere amore. Proprio per questo cerca approvazione dalle persone che si avvicinano a lui. E proprio per questo è diventato un uomo estremamente fragile che sembra stare meglio quando ha qualcuno di cui prendersi cura. Non si innamora mai di ragazze forti e con un vissuto semplice. Lui ama chi è in difficoltà come se sentisse il bisogno di entrare nella vita di una donna per farle conoscere la serenità. Nessuno lo ha fatto con lui e si è accorto che colmando il vuoto altrui riesce indirettamente a riempire il suo. Il problema è che Jesse è sensibile. Di quella sensibilità che gli fa sentire tutto sotto pelle. Ogni sensazione è amplificata per una persona come lui. Ogni perdita, ogni cattiveria subita, ogni tradimento da parte di chi credeva amico, ogni abbandono.
Per questo motivo, qualsiasi finale possiamo ipotizzare per Jesse Pinkman, anche il più roseo, sarà un finale tragico. Un uomo in grado di percepire le emozioni come le percepisce lui potrà davvero trovare serenità dopo tutto quello che ha vissuto?