Per tutta la durata di Breaking Bad, abbiamo visto il personaggio di Hank Schrader ruotare attorno a un unico grande obiettivo: scoprire l’identità di Heisenberg. Una semplice missione come le tante che, in qualità di agente della Dea, Hank si trova ad affrontare. Un incarico però che giunge a diventare ossessione, sconvolgendo per sempre la sua vita.
Come dotato di un sesto senso che non è consapevole di avere, Hank si accorge, fin dall’inizio, dell’importanza di quel caso. Ne fa un pensiero fisso, dedicando il suo intero lavoro a quel criminale, continuando anche quando i suoi colleghi sembrano aver perso ogni interesse. Dentro di sé, Hank sente che quell’indagine non è come le altre. Eppure nonostante gli sforzi quell’uomo misterioso continua a sfuggirgli. Quel che Hank non sa è che la verità è molto più vicina a lui di quanto possa immaginare.
Miliardi di indizi gli passano sotto il naso, mentre Hank Schrader continua a dedicarsi alla ricerca del criminale più geniale di tutti i tempi. Un quadro articolato e sconvolgente si inizia a formare intorno all’uomo, la cui mente però sembra non essere pronta a recepire gli innumerevoli segnali che gli vengono inviati.
In un lenta e appassionante narrazione, Breaking Bad ci mostra il percorso interiore di quest’uomo, fino ad arrivare a quel lampo di genio che rivoluzionerà per sempre la sua esistenza.
Scoprire che dietro a quel criminale così geniale e spietato si nasconde proprio quell’uomo a cui lui è tanto unito, è una verità che scuote Hank nel profondo.
Walter White, il suo ordinario e tranquillo cognato, è in realtà un produttore di meth e un assassino. È qualcosa che Hank fa fatica ad accettare e, forse, anche solo ad ammettere.
Da agente della Dea, Hank è abituato a scovare la furia criminale in ogni luogo. Conosce gli uomini, conosce la cattiveria di cui sono capaci. Ma quando torna a casa, quando si riunisce con la sua famiglia, Hank abbassa la guardia. Ha bisogno di sapere che, almeno in quel luogo, non serve essere l’attento e intuitivo agente che è sempre stato. Davanti alla sua famiglia Hank abbandona la sua corazza, permettendo a se stesso di vivere con fiducia e onestà quelle relazioni.
Ed è proprio con questa spontaneità che Hank si rapporta a Walter. Non sa ancora che proprio il suo affetto gli impedirà di rendersi conto di un’evidenza che da mesi avviene sotto il suo sguardo.
Durante il percorso in Breaking Bad scopriamo il volto più nascosto di Hank, quello privato.
La prima volta che Hank e Walter ci vengono presentati, la loro immagine è totalmente diversa da quella che vedremo nel corso della narrazione.
Da un lato abbiamo Hank, l’agente perfetto e impeccabile, l’uomo in carriera e sicuro di sé. Dall’altro lato c’è Walter White, un uomo debole e spaventato, che nella vita non è riuscito a raggiungere i traguardi che desiderava.
Ma dietro l’apparenza si nasconde una realtà molto diversa. Se da una parte Hank rivela presto l’animo fragile e umano che solo la sua famiglia è in grado di far emergere, il percorso che porterà da Walter White a Heisenberg è profondo e complesso. Alla fine dei fatti, però, quella che ci ritroviamo di fronte è una situazione completamente invertita rispetto all’inizio.
Walt ottiene il suo riscatto, scegliendo la via della criminalità per riuscirci. Mentre Hank, rimanendo fermo nella sua innegabile ed evidente bontà d’animo, arriva alla rovina.
Per mesi e mesi Hank ha avuto al suo fianco il più grosso produttore di droga di tutti i tempi. Con quell’uomo si è confidato, l’ha portato ad assistere alle indagini, gli ha chiesto aiuto.
Nella sua mente Walt è rimasto sempre e solo quel cognato dalla vita sfortunata che era all’inizio. Nonostante il cambiamento di Walter fosse evidente sotto il suo naso, Hank non l’ha mai notato, offuscato dall’amore per la sua famiglia.
Tutti gli indizi portavano a Walter. Fin dal primo momento era chiaro che dietro Heisenberg si nascondeva proprio quell’uomo, stravolto dal cancro e abile nella chimica. Walter White rappresentava il modello perfetto del criminale. Aveva le competenze, aveva il movente, aveva tutte le carte in regola per essere il colpevole.
E se anche Hank avesse voluto ignorare l’intuito che lo spingeva verso il cognato, vi erano numerosi indizi da poter cogliere. Quel furto di materiali avvenuto proprio nella scuola in cui Walt insegnava, quella separazione così inaspettata da Skyler, quei soldi che erano piovuti all’improvviso nelle mani di Walt.
Ma l’elemento più importante, quello che avrebbe dovuto spingere Hank verso la verità, era l’atteggiamento di Walt stesso. Sì perché una parte dell’uomo voleva farsi scoprire, voleva dimostrare al cognato di non essere più una nullità. Così le battute si manifestavano sempre più forti e continue, a rivelare ad Hank quella verità che lui si rifiutava di ascoltare.
È solo quando l’evidenza è ormai impossibile da ignorare, che Hank accetta finalmente la realtà.
In una delle scene più comiche e intense di Breaking Bad, assistiamo alla sconvolgente scoperta di Hank Schrader.
Basta una piccola dimenticanza da parte di Walt, un libro lasciato sbadatamente in giro, per far crollare in un secondo l’immenso palazzo di bugie che l’uomo aveva costruito.
Una dedica, breve ma eloquente, accende in Hank quel lampo di genio che da tempo ci aspettavamo.
All’altro mio W.W. preferito. È stato un onore lavorare con te. Affettuosamente, G.B.
Subito l’agente dentro di lui va in allarme, i pezzi del puzzle che hanno tormentato la sua testa si uniscono, arrivando a formare un unico grande disegno, componendo una frase, terribile e devastante: Walter White è Heisenberg.
Quel momento segna la fine di Hank. È la morte della sua parte più sensibile, la caduta di ogni sua convinzione. La morte fisica che avverrà di lì a poco non sarà altro che l’ultima battuta di un finale ormai scritto.