Nel settembre del 2013 giungeva al termine una serie tv che ha segnato la storia: Breaking Bad. Pensare che è partito tutto da un semplice trafiletto di giornale. Un professore di chimica che si cimenta nella produzione di metanfetamine. A quel punto nella mente di Vince Gilligan è scattata una scintilla e ha dato vita al cupo e decadente universo di Breaking Bad.
Ma quali sono gli elementi che hanno reso Breaking Bad il capolavoro intramontabile che è?
Il primo aspetto che ci viene in mente attiene alla caratterizzazione dei personaggi. Ognuno segue la propria parabola di decadenza. Ogni singolo personaggio facente parte dell’universo di Vince Gilligan ci intriga e inquieta allo stesso tempo, noi stessi rimaniamo soggiogati nella ragnatela da lui intessuta. Non a caso la serie tv ha fatto incetta di premi, tra cui si segnalano sedici Emmy.
Breaking Bad non è semplicemente la storia di Walter White, interpretato da Bryan Cranston, e della sua progressiva trasformazione in Heisenberg, ma anche la storia di Jesse (interpretato da Aaron Paul, il cui destino è stato rivelato nel tanto discusso film El Camino) di Mike, di Gus, di Hank, di Saul, di Skyler ecc.
Peculiare è stata anche la decisione di Gilligan di cimentarsi in uno spin-off della serie: Better Call Saul. Quando si tratta di serie tv di questo calibro, cimentarsi in spin-off e film vari è un rischio altissimo, ma stiamo pur sempre parlando di Vince Gilligan che non si è accontentato di confermare le aspettative ma le ha addirittura superate (se non avete ancora iniziato a vedere Better Call Saul qui vi forniamo alcuni buoni motivi per farlo).
Partendo dalla trama, sino a giungere agli aspetti più tecnici come la regia e la fotografia Breaking Bad è un punto di riferimento per chiunque lavori in ambito televisivo. Le camere fisse, i lunghi silenzi e il magistrale utilizzo di colori e simbolismi hanno contribuito in maniera sostanziale al successo inimitabile di Breaking Bad.
Ma, per quanto Breaking Bad possa considerarsi una serie unica nel suo genere, è possibile individuare delle serie che le assomiglino? Noi ne abbiamo trovate 5, eccole:
1) I Soprano
I Soprano è una serie tv andata in onda per la prima volta nel gennaio del 1999 che, quindi, precede di ben nove anni l’uscita di Breaking Bad. La trama si sviluppa intorno all’enigmatica personalità di Tony Soprano, il malavitoso italo americano che per certi versi può considerarsi il padre del nostro Walter White (qui vi spieghiamo perchè).
I Soprano, infatti, è una serie che ha portato in scena gli antieroi prima che questi ultimi diventassero un trend. Anche in questo caso, come in Breaking Bad è reso chiaro il concetto che dietro ogni grande personaggio c’è sempre un grande interprete. Da un lato abbiamo Bryan Cranston e dall’altro James Gandolfini che si è immedesimato nei panni di Tony Soprano, è entrato nella sua mente contorta ed è stato in grado di far emergere non solo i lati peggiori ma anche i lati migliori della personalità del malavitoso, cosa per niente semplice che, infatti, gli è valsa 3 Emmy Award come migliore attore protagonista.
Proprio come in Breaking Bad, anche ne I Soprano la famiglia svolge un ruolo importantissimo, seppur con le dovute differenze.
Tony ha un rapporto morboso con la madre (enfatizzato in modo quasi grottesco, rifacendosi allo stereotipo che vede gli italiani come un popolo di mammoni). Si evidenziano, inoltre, le difficoltà di un padre che non è più in grado di tenere i figli adolescenti all’oscuro degli “affari di famiglia” un po’ come accade a Walt nei confronti di Skyler e Walter Jr.
Ne I Soprano per certi versi anche i membri del clan sono considerati dei familiari, infatti, i figli di Tony li chiamano “zii” pur non essendoci legami biologici effettivi. Una vera e propria famiglia allargata. Per quanto attiene a Breaking Bad, invece, si può quasi affermare che nonostante tutto Walter costituisca una figura paterna per Jesse, come emerge anche del film El Camino.
Tony Soprano è un antieroe la cui strada era segnata sin dal principio, non aveva scelta. È nato e cresciuto in quell’ambiente senza possibilità di sottrarsene. Walter White, invece, ha tenuto la sua oscurità nascosta per anni e anni finché la vita non lo posto faccia a faccia con la morte. In quella circostanza avversa che l’emblema del quotidiano e dell’anonimato si trasforma nell’incarnazione del pericolo.
2) Narcos
Le similitudini tra Breaking Bad e Narcos sono abbastanza lampanti. La protagonista indiscussa è certamente lei: la droga. Assume forme diverse, dalla meth per Walter White alla cocaina per Pablo Escobar ma entrambi primeggiano senza rivali nel loro mare di illegalità . Narcos, infatti, racconta di come la cocaina si sia diffusa in maniera capillare tra gli Stati Uniti d’America e l’Europa negli anni Ottanta.
Al centro della narrazione vi è la figura di Pablo Escobar e il cartello di Madellin da lui conrollato. Sia in Breaking Bad che in Narcos le parti si invertono: gli spacciatori sono protagonisti e la legge è antagonista. In entrambe le serie, infatti, i nostri antieroi devono fronteggiare la costante minaccia della DEA, la Drug Enforcement Administration che impiega le sue forze per stanare i boss della droga.
Una differenza fondamentale, però, è costituita dal fatto che Breaking Bad racconta di come Walter White da uomo qualunque sia diventato il più grande produttore di metanfetamine di sempre: Heisenberg. In poche parole racconta la sua ascesa criminale. Narcos, al contrario, ci mostra il declino di Pablo Escobar prendendo le fila da quando quest’ultimo era ai massimi livelli.
La più grande similitudine, però, risiede non tanto nel fatto oggettivo che entrambi siano coinvolti nel narcotraffico, ma nella personalità degli stessi. Sia Walter White che Pablo Escobar sono caratterizzati da un’ambizione perversa che non si limita al raggiungimento del potere fine a sé stesso o del denaro ma che aspira a diventare vera e propria incarnazione del potere e del pericolo.
3) Sons of Anarchy
Un capolavoro come Breaking Bad regge il paragone solo con altri capolavori e Sons of Anarchy è una serie che merita ampiamente questo appellativo.
Ovviamente anche in questo caso ci immergiamo in un ambiente criminoso in cui la morale lascia spazio a tavole di valori totalmente diverse. Molto spesso le serie tv di ultima generazione tendono a mantenere un ritmo calzante alternando un colpo di scena dopo l’altro per non annoiare mai lo spettatore frettoloso. Una serie, però, riesce a incidere il proprio nome nella storia quando è in grado di gestire e bilanciare la quiete con la tempesta.
Sia Sons of Anarchy che Breaking Bad, infatti, alternano momenti che il famelico binge watcher moderno definirebbe “lenti” con colpi di scena a dir poco epici. Ogni stagione è un climax ascendente di tensione e suspense che quasi sempre culmina in finali di stagione adrenalinici ed esplosivi (qualche volta nel senso letterale del termine).
Anche in questo caso la famiglia ricopre un valore fondamentale, una famiglia che è al tempo stesso ostacolo e legame per i protagonisti in ballo. Inoltre, degna di nota è la caratterizzazione a tutto tondo dei personaggi: viene curata minuziosamente anche l’evoluzione di quelli che potrebbero definirsi personaggi minori o secondari, attraverso un lavoro di introspezione a dir poco magistrale. Pensare che Jesse sarebbe dovuto morire alla fine della prima stagione, poi l’interpretazione di Aaron Paul convinse Vince Gilligan a tenere in vita il suo personaggio che è addirittura diventato il protagonista del film El Camino.
Solo le più grandi serie tv sono in grado di farci andare oltre la superficie scavando nella profondità della psiche dei loro protagonisti.
Una volta entrati nell’universo di una di queste due serie è impossibile uscirne, come un vortice che ti attrae e ti porta inesorabilmente a interrogarti sul sottile discrimine che divide il bene dal male.
4) Dexter
Dexter è una serie tv del 2006 targata Showtime il cui principale punto di contatto con Breaking Bad è da ricercarsi nella tematica del doppio. Sia Dexter Morgan che Walter White hanno una doppia personalità a cui è associata una doppia vita. Il contrasto tra luci e ombre è netto e gioca la sua partita sulle antitesi.
Da un lato abbiamo Walt, un semplice professore di chimica che è costretto a lavorare in un autolavaggio per arrotondare lo stipendio e arrivare a fine mese, dall’altro abbiamo Dexter, un sorridente e cordiale tecnico forense specializzato nelle analisi delle tracce di sangue. Walter White e Dexter Morgan non sono mai sopra le righe, sono timidi e quieti e parlano solo quando è necessario, sono insospettabili.
Ma dietro le maschere della normalità si nasconde un’indole diabolica. Dexter lo chiama “l’Oscuro Passeggero”: quel lato della sua personalità che non riesce a contrastare. L’intera serie è un viaggio all’intero della mente di Dexter, della sua morale capovolta. Il metodico e spietato assassino, infatti, si propone di sfogare la sua fame di sangue sui cattivi, tutti coloro che inquinano la società con i loro agire criminale.
I lati caratteriali che assimilano Dexter al protagonista di Breaking Bad sono molteplici. Entrambi attanagliati da narcisismo, attenzione maniacale in ogni azione che pongono in essere e incapacità di sfuggire a quell’Oscuro Passeggero che li trascina sempre più nel male.
Inoltre, gli esteti delle serie tv non rimarranno delusi da regia, colonne sonore e fotografia, a partire dall‘iconica sigla che nonostante la lunghezza è impossible saltare.
5) Ozark
Ozark è considerata la figlia putativa di Breaking Bad, un prodotto che si avvicina molto al capolavoro di Gilligan senza però esserne una mera imitazione.
I punti di contatto a livello stilistico sono molteplici, dalla fotografia in chiaro scuro alla scrittura vera e propria. Il protagonista è Marty, anche in questo caso una persona comune, un semplice consulente finanziario segretamente coinvolto in loschi affari di riciclaggio di denaro per i cartelli messicani della droga. Le cose, però, non vanno sempre per il verso giusto e Marty e la sua famiglia sono costretti a trasferirsi nelle Ozark in bilico tra la vita e la morte.
Le colonne sonore e i colori utilizzati rendono la serie quasi ipnotica, catturando sin da subito l’attenzione, proprio come in Breaking Bad.
Ma come dicevamo Ozark prende spunto da Breaking Bad, si rifà al capolavoro di Gilligan quasi fosse un omaggio allo stesso ma mantiene ben chiara la propria nota di originalità . Riesce, infatti, nel difficile intento di ridurre al minimo l’empatia nello spettatore mantenendo però alta la soglia dell’attenzione.
Marty è un personaggio che ha messo al bando le emozioni sostituendole con una pianificazione maniacale e asettica. Si sposta tutto su un piano per così dire analitico, non ci si affeziona a nessun personaggio, come invece può avvenire con Jesse in Breaking Bad, ma si rimane ammaliati dalla storia e dal costante stato di tensione in cui lo spettatore è catapultato.