4) Un rancore incontrollabile: quando Jesse fece di Saul il suo sacco da boxe
A Jesse Pinkman è stata data la luminosa possibilità di una nuova vita. Poteva partire, andar via e lasciarsi tutto alle spalle, con la convinzione di esser stato lui ad aver giocato le carte giuste. No, non poteva certo finire in questo modo, di certo non sarebbe stata la serie spietata che tutti conosciamo. È necessario toccare il fondo, rivelare definitivamente il rancore e far prevalere il desiderio di vendetta. Jesse è, nel marasma di gente corrotta e infima, l’unico che ha ancora dei valori per i quali combattere e che non lo abbandonano. Si tratta di un’arma a doppio taglio poiché se da un lato questi valori sono la prova della superiorità di Jesse, dall’altro sono talmente oppugnati e indeboliti dalla cruda realtà che conducono il personaggio alla sofferenza.
Era necessario che Pinkman, nella 5×11 di Breaking Bad, mettesse insieme i pezzi e guardasse in faccia la realtà.
Una realtà ben diversa da quella che fino ad allora gli era stata imbastita di belle e rassicuranti parole dal signor White. Il momento in cui Jesse comprende che è Walt il colpevole dietro l’avvelenamento di Brock noi non ci sorprendiamo per la freddezza del professore di chimica, ma per il lampo di pazzia negli occhi di del coprotagonista. Ora sembra capace di tutto ed è per questo che si lascia andare e tocca il fondo massacrando Saul e puntando una pistola contro il suo scagnozzo.