Proprio in questi giorni, dieci anni fa, veniva trasmessa la prima puntata assoluta di Breaking Bad. Una Serie destinata a cambiare per sempre il mondo della televisione, il modo di scrivere le Serie Tv, e che sarebbe diventata un fenomeno mondiale. Un punto di riferimento e un pilastro per tutti gli altri prodotti televisivi che le sarebbero succeduti. Breaking Bad è considerata da molti “La Serie”, e di sicuro ha il pregio di coinvolgere subito lo spettatore, catapultandolo nel mezzo di una storia convulsa che non gli lascia via di scampo. Per tutti, in qualunque Serie, c’è un momento in cui senti che non puoi più tornare indietro, che quello che stai vedendo ti ha preso ad un livello tale che non puoi più farne a meno.
Per me, il momento in cui ho capito che non potevo più fare a meno di Breaking Bad è stata la sesta puntata della prima stagione. Un pugno di mosche.
In questo episodio conosciamo, e ci scontriamo, con il primo degli antagonisti di Walt.
Quello che forse rimane più impresso per la letale combinazione di follia e sadismo: Tuco Salamanca. Tuco rappresenta il volto del villain rozzo, completamente immerso nel mondo criminale e totalmente incapace di rapportarsi con il prossimo. Impulsivo, psicopatico e di scarsa intelligenza. Pericoloso perché violento e imprevedibile, Tuco incarna l’opposto di quello che sappiamo essere il villain perfetto: Gus Fring. Inafferrabile perché capace di mimetizzarsi, pacato, razionale, gentile e allo stesso tempo freddo e spietato, Gus è l’evoluzione del male; il villain che mostra facce che non ti aspetti, speculare e opposto al folle caos di Tuco. Walt e Jesse vogliono mettersi in affari con lui, e questa mossa costerà al povero Jesse un ricovero in ospedale dato che prova a vendere la meth al gangster psicopatico. Walt interverrà con uno stratagemma per farsi riconoscere da Tuco come il miglior produttore di meth del paese.
L’episodio si conclude con la vittoria di Walt che se ne va dal covo, che ha appena fatto saltare in aria, con i soldi. Questo è quello che succede, in linea generale, in questo episodio. Una lotta di potere che fa pendere l’ago della bilancia, momentaneamente, per il duo Walt/Jesse, grazie ad un trucco del professore.
Il motivo per cui questa puntata è cruciale, fondamentale nell’economia generale di Breaking Bad, è perché è considerato il momento in cui nasce Heisenberg.
L’alter ego del tranquillo e fallimentare professore di chimica fa la sua prima apparizione prima verbalmente, e poi fisicamente, sul finale della puntata. Walt vuole andare in aiuto di Jesse (e prendersi i soldi). Per farlo non può presentarsi nella tana del lupo come Walter White, pacato professore malato di cancro, insicuro, represso, insomma, sostanzialmente innocuo.
Non ci si può presentare deboli al diavolo, e Walt lo sa.
La sua esperienza nel crimine è ancora allo stato embrionale, ma inizia già a percepirne le regole. Dunque si traveste. L’anonimo professore di chimica diventa un gangster calvo, dallo sguardo deciso, con un baffetto che richiama le ascendenze naziste del soprannome che si attribuisce, Heisenberg. Il male prende forma, diviene prima larva che si dibatte, poi una creatura capace di far divampare il covo di Tuco con una devastante esplosione. Heisenberg si materializza sotto i nostri occhi nel momento immediatamente successivo all’esplosione.
E’ nella voce di Walt, ora più bassa e rabbiosa ma animata da una calma sovrana. La calma di chi sa di avere tutto sotto controllo.
Lo vediamo nella camminata in mezzo alla gente attorno al covo esploso di Tuco, la quale assiste ignara alla nascita di un nuovo re. Ascoltiamo il grido rabbioso dei suoi primi istanti di vita nel momento, di terrificante bellezza, in cui Walt è finalmente solo, in macchina, con i suoi soldi. La visione, il tocco, del frutto proibito, del desiderio sempre inespresso e mai concretizzato, del denaro che ora è lì, tra le sue mani, fa scattare qualcosa nella creatura ibrida che vediamo, che grida e ringhia, come se ci fosse qualcosa dentro di lui che combatte per uscire. Potremmo pensare che quel grido sia di rabbia, di liberazione, di gioia, ma in realtà è la belva che si dibatte dentro di lui, che per la prima volta afferra le redini della mente di Walt e inizia a condurre il gioco.
D’ora in poi Walt non sarà più solo Walt, ma avrà sempre una parte di Heisenberg dentro di lui. Questa belva, ora ancora minuscola, confusa e caotica, che genera caos ed esplosioni, diventerà grande, forte e letale, fino ad inglobare la vita, la mente, il corpo di Walt, per prendersi tutto il suo mondo e chiunque abbia la sfortuna di abitarci dentro. D’ora in poi la lotta sarà aperta, reale, e sarà la lotta di Walt e Jesse per il predominio nel mondo criminale.