4) Marie Schrader
La premessa è d’obbligo anche in questo caso. Marie, come ogni personaggio gilliganiano, ha una caratterizzazione accurata da cui si può trarre un profilo psicologico piuttosto chiaro. Eppure la moglie di Hank risulta, a ben vedere, figura di contorno nonostante sia uno dei personaggi più ricorrenti nell’intera serie: ben cinquanta apparizioni.
La sua presenza è tutt’altro che preminente e la figura non acquista mai rilievo se non come “spalla” di qualcun altro: pensiamo solo alle scene con Skyler e Hank, in particolare, in cui a uscirne approfonditi dal rapporto con lei sono questi ultimi. Insomma, il suo ruolo in Breaking Bad è sicuramente sopravvalutato, risultando molto meno decisivo di quanto ci si aspetterebbe.
Non solo: Marie non subisce alcuna evoluzione (o involuzione) personale ma rimane statica nelle sue angosce e ipocrisie. Il senso di inferiorità rispetto alla sorella si accompagna al bisogno di attenzioni costante che sfocia nella cleptomania, una (ma non l’unica) delle psicopatologie dei personaggi di Breaking Bad.