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Ecco di quali psicopatologie soffrono i personaggi di Breaking Bad

Breaking Bad, Jesse Pinkman
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Breaking Bad ha dalla sua la forza di un racconto capace di affascinare e coinvolgere soprattutto grazie ai suoi interpreti. Il percorso tutto interiore perseguito da Walt, il suo cammino verso la degradazione morale, fa da linea guida per un’indagine accuratissima dei contorti grovigli della mente umana. L’attenzione psicologica che Vince Gilligan riserva a tutti gli interpreti è enorme. Il realismo e l’iconica caratterizzazione sono elementi studiati nei dettagli e affondano in un’analisi approfondita delle nevrosi e degli schemi mentali che interessano l’essere umano.

La dimostrazione di questa indubbia e ragionata scelta non può che ravvisarsi nell’associazione dei principali personaggi a una specifica psicopatologia. Al di là della natura clinica del problema è evidente che la netta corrispondenza tra disturbo mentale e comportamenti dei character non sia casuale. È bene chiarire però che questo non significa che i protagonisti di Breaking Bad siano in qualche modo giustificati o additabili per una qualche forma di anormalità. Al contrario, i problemi psicologici e le nevrosi accompagnano la nostra vita di tutti i giorni sicché sarebbe errato postulare un concetto di “normalità” contrapposto a quello di “malattia”.

Semplicemente, nei loro umanissimi difetti Walt, Skyler, Jess e tutti gli altri possono facilmente rientrare in una definizione (seppur parziale) di disturbo psicologico che ne inquadra e può approfondirne la personalità e le motivazioni sottese alle loro azioni. Iniziamo allora questa analisi consapevoli che a fine lettura riusciremo ad apprezzare ancora di più la magnifica architrave psicologica costruita da quel genio visionario di Vince Gilligan.

1) Skyler: disturbo istrionico di personalità

breaking bad

Iniziamo dal personaggio meno amato dell’intera Breaking Bad. La moglie di Walt, fedifraga, passivo aggressiva e incoerente nei propri comportamenti sembra rientrare in maniera illuminante nella categoria di persone affette da disturbo istrionico di personalità. Si tratta di una patologia che si manifesta con un’intensa emotività espressa anche con modi appariscenti. Chi che ne è affetto ricerca disperatamente l’attenzione del prossimo attraverso atteggiamenti provocanti e seduttivi. Non possiamo non pensare a Skyler e al suo balletto in stile Marilyn Monroe per il suo capo, Ted, con cui finirà anche a letto.

Tra le altre caratteristiche dell’affetto da disturbo istrionico c’è la drammatizzazione delle proprie difficoltà (sempre finalizzata ad ottenere attenzioni) e l’autocompatimento. Se ottiene approvazione l’individuo può finire a farsi influenzare dall’altro proprio come accadrà a Skyler che, una volta ammessa negli affari di Walt, finirà per rinnegare i suoi “valori”. A completare il quadro un’eccessiva sensibilità per le critiche, vissute come affronti. Vi pare proprio la descrizione della bionda moglie di Walt, eh?

2) Marie: cleptomania

Breaking Bad

In questo caso il riconoscimento del disturbo è fin troppo evidente. Per sua stessa, difficoltosa, ammissione Marie è una cleptomane. Proviamo però ad approfondire la patologia così da comprendere meglio le cause scatenanti del problema e il background della donna. La cleptomania è un vero e proprio bisogno patologico, nevrotico-ossessivo, a rubare. L’atto del furto provoca un piacere perverso all’individuo e lo spinge a rinnovare il comportamento. Il desiderio di rubare diventa così un pensiero fisso che non si riesce a scacciare se non dopo aver adempiuto al bisogno. Spesso legato a stati depressivi e di angoscia, la cleptomania deriva probabilmente da un senso di colpa inconscio. La volontà di autopunirsi porta così l’individuo a compiere azioni che lo mettano in condizione di essere perseguito.

Come ci accorgiamo chiaramente con Marie, il disturbo è spesso mascherato e giustificato variamente dall’individuo che ne è affetto. Nel caso della moglie di Hank questo disturbo potrebbe anche legarsi alla sua posizione subalterna nei rapporti della sua vita. Prima come figlia secondogenita rispetto a Skyler, poi come moglie dell’“eroico” Hank. Nel suo caso, dunque, il problema si manifesta anche e soprattutto come una ricerca disperata di attenzione e bisogno di vedere riconosciuto il suo ruolo d’autonomia rispetto agli asfissianti dirimpettai che la circondano.

3) Hank: manie di protagonismo

Breaking Bad

Non una vera e propria psicopatologia ma una tendenza che pare particolarmente radicata in Hank. Il suo fare eroico e il continuo mettersi in gioco per ottenere riconoscimento e successo sono evidenti sintomi di un bisogno profondo. Fin dalla prima puntata scopriamo in lui una chiara tendenza ad autoincensarsi e ad affermarsi prepotentemente sugli altri. Da questo punto di vista il disagio che attraversa Marie sopra descritto non può non essere rapportato ai modi prevaricatori (a livello comportamentale, non fisico) dell’agente della DEA.

Strafottente e apparentemente sicuro di sé Hank nasconde in realtà un disagio inespresso. Quando finisce costretto a letto vediamo emergere in lui tutti i sintomi di una problematicità fino ad allora nascosta dietro eroismo e approvazione. La vera e propria fissazione per i minerali, il collezionismo compulsivo, diventa così valvola di sfogo alla sua frustrazione. Impossibile analizzare le ragioni alla base di questo bisogno morboso di attenzioni che potrebbero affondare fin nell’infanzia del povero Schroeder.

4) Jesse: dipendenza affettiva

Pinkman

Il caro vecchio Jesse, fedele e drammatico compagno di Heisenberg, porta dietro di sé un carico di traumi non indifferenti. Perdita, abbandono, rifiuto sono solo alcune delle cause del suo disagio. Per via dei suoi sbagli viene diseredato dai genitori. Fin dai tempi della scuola nessuno mostra di credere in lui e nel suo potenziale. Il suo disperato bisogno di affetti lo porterà ad avvicinarsi al professor White maturando così una pericolosissima dipendenza affettiva. In lui vedrà il mentore e la guida, il padre che non ha avuto, l’amico e il confidente. Walt sfrutterà ampiamente questa debolezza di Jesse per manipolarlo. L’omicidio di Gale in particolare vedrà il suo compimento grazie alle suppliche che il signor White gli rivolgerà e alla capacità di far leva sul loro rapporto affettivo.

5) Mike: supercompensazione nevrotica

Better Call Saul

La supercompensazione nevrotica si manifesta per un inconscio complesso di inferiorità. Mike in Breaking Bad matura effettivamente questo complesso nei confronti del figlio che finirà per idealizzare nel tempo. Il senso di colpa che lo muove, infatti, deriva proprio dalle circostanze che hanno causato la morte del giovane. Il ragazzo, come si ricorderà, era un irreprensibile agente di polizia ucciso dai suoi stessi colleghi, corrotti, per timore di essere denunciati. Il vecchio Ehrmantraut, anch’egli non estraneo a mazzette, non si perdonerà mai per quella morte. Opererà perciò una razionalizzazione del male per compensare il suo lutto, la mancanza che lo corrode dall’interno. In maniera perversa cercherà così di colmare il suo senso di colpa prendendosi cura della famiglia. In lui si intrecciano allora pudore familiare e degradazione morale; volontà di riscatto e spinta autodistruttiva; vendetta e colpevolizzazione restituendoci una figura dannatamente complessa e affascinante.

6) Saul: bugiardo patologico compulsivo

Piuttosto palese la psicopatologia che caratterizza Saul. Si tratta di una spinta compulsiva alla menzogna e all’inganno. Le motivazioni sono solo parzialmente riconoscibili in Breaking Bad mentre appaiono sicuramente più chiare in Better Call Saul. Eviteremo qui di entrare nello specifico in caso la visione del geniale spin-off di Vince Gilligan manchi al vostro appello. Basterà dire che la propensione all’inganno affonda nell’infanzia del piccolo Jimmy e all’ingenuità paterna. In un mondo di lupi e pecore Saul decide di autoaffermarsi, di scegliere la via della prepotenza e del sotterfugio per ottenere ciò che desidera per sé e per le persone che ama.

7) Gus: manipolatore perverso

Breaking Bad

Il boss della droga è facilmente categorizzabile nella schiera dei manipolatori perversi. Questi individui spesso ben inseriti in ambito sociale sfruttano le doti non comuni a livello intellettivo e relazionale per affermarsi e imporsi. Si tratta di freddi calcolatori che dietro la parvenza di un’integrità morale e sentimentale nascondono in realtà il cinismo di chi fa di tutto per ottenere il successo e il pubblico riconoscimento. Gus Fring è per l’appunto un cittadino modello, attento al sociale e insignito di titoli onorari dalla comunità. Ma dietro questa apparenza nasconde lo sfrenato desiderio di potere. Non è mai pago di quello che ha e tende costantemente a ottenere sempre di più. Si circonda di fedeli devoti che è riuscito a manipolare e piegare alle sue logiche. Gli riuscirà parzialmente con Jess, la cui anima contenderà con Walt uscendone però sconfitto.

8) Walt: disturbo narcisistico di personalità

 Breaking Bad

Il protagonista di Breaking Bad è senza dubbio la figura più complessa e indecifrabile dell’intera Serie. Partendo da una posizione apparentemente stabile di professore e marito modello, nonché da una personalità remissiva e controllata, Walt subirà un’evoluzione senza precedente. In lui man mano si manifesterà così un disagio a lungo sepolto dentro di sé e finito per esplodere in maniera dirompente. La psicopatologia più attinente con i comportamenti di Heisenberg è senza dubbio il disturbo narcisistico di personalità. Idee di grandezza, manipolazione, costante bisogno di ammirazione, mancanza di empatia sono alcuni dei sintomi che accomunano Walt e l’affetto da disturbo narcisistico. La partecipazione emotiva di Walt, in particolare, è sempre molto superficiale e costantemente messa in secondo piano dal suo bisogno di affermazione. Lo sarà nel caso di Jane, la fidanzata di Jess, così come del giovane Brooke, entrambi pedine sacrificabili nello scacchiere perverso dell’inarrestabile Heisenberg.