La regia ha da sempre avuto un ruolo importante nella narrazione di una storia, poiché essa trasforma e porta sullo schermo ciò che la sceneggiatura narra sulla carta. Inoltre, proprio come gli attori, il regista deve riuscire a cogliere l’anima dei personaggi descrivendola al meglio in ogni scena. Ma se lo scopo della regia è dunque questo, ci si chiede se effettivamente ricorrano delle differenze tra quella cinematografica e quella delle serie tv. Telefilm come Breaking Bad, Game of Thrones o Peaky Blinders e altri, relativamente recenti, ci potrebbero far pensare di no.
In effetti, nell’arco degli ultimi dieci anni, il mondo delle serie tv ha volutamente optato per dei toni più cinematografici, e i bingewatcher, che amano sia i telefilm che i film, avranno ormai iniziato a individuare questi cambiamenti. Eppure, questo non significa che le differenze siano scomparse.
Ogni regista ha la sua firma, una particolarità che caratterizza le sue riprese.
Una firma di riconoscimento può consistere in una specifica tecnica di ripresa o, legandosi alla fotografia, anche alla scelta di particolari toni e colori. Ciò permette, durante la realizzazione del film, di garantire una certa fluidità e omogeneità tra le scene, che risulta fondamentale per esaltare determinati passaggi al fine di condurre chi guarda, scena dopo scena, a cogliere anche il dettaglio più semplice ma importante ai fini della storia. Ad esempio, David Lynch, regista cinematografico originale, spesso ha dichiarato di prediligere i toni scuri ai toni chiari durante la ripresa.
Mi piace che vi sia qualcosa di scuro nell’inquadratura. Se tutto è completamente illuminato e si può vedere ogni cosa, allora non c’è più mistero.
David Lynch
Oscurità, una caratteristica che sempre ritorna nelle sue opere e che ben si amalgama con i misteri che i suoi personaggi racchiudono, pronti a trasmettere quel senso di straniamento nel pubblico. Un aspetto interessante di Lynch è che nella sua carriera di regista egli non si è fermato ai film, ma ha sconfinato anche nel campo delle serie tv, permettendo già un possibile e diretto legame tra questi due mondi, solo apparentemente divisi. Con la collaborazione dello sceneggiatore Mark Frost, ha creato e supervisionato una delle serie più famose e apprezzate degli ultimi trent’anni: Twin Peaks.
In questo caso possiamo parlare di regia cinematografica poiché è anche il regista principale a giungere dal mondo del cinema, conoscendone i trucchi può guidare coloro che hanno affiancato lui e Mark Frost. In casi come questo, in cui vi è sinergia, la quantità di registi scelti per la direzione di una serie non mina la bellezza o profondità di quest’ultima.
In Breaking Bad, ad esempio, non è certo solo Vince Gilligan a dirigere gli episodi.
Quindi, cos’è che rende anche la regia di questa serie tv una delle migliori, cinematograficamente parlando? La colpa (o merito) è da ricercare nell’irrefrenabile passione di Gilligan per Sergio Leone, che lo ha di certo influenzato positivamente permettendogli di trarre spunto da una regia che ha fatto la storia del cinema. Basandosi molto su tali modelli, Gilligan è infatti riuscito a definire dei binari che anche gli altri registi, suoi collaboratori e presenti sin dall’inizio del progetto, potessero percorrere senza deragliare.
Evidente è dunque che sia Breaking Bad che Twin Peaks si affaccino sul mondo del cinema più che della televisione, poiché in entrambi i casi le puntate divengono dei piccoli film e capolavori. Ma dunque, ancora una volta sorge la domanda: esiste davvero una differenza tra regia cinematografica e regia delle serie tv? Fin qui sembrerebbe minima, legata prevalentemente al fatto che le serie narrano dividendo la storia in più episodi e stagioni.
Ma nulla può essere sempre paragonato a un film, così accade anche per le serie tv.
Specialmente considerando le serie andate in onda tra gli anni ’90 e i primi anni 2000, che persino si discostano dal modello di serie tv reso con Breaking Bad o Peaky Blinders o Black Mirror che hanno un numero più esiguo di episodi, dando ai registi la possibilità di studiare meglio la regia con cui poter rendere la serie unica.
Invece, altre serie ancora oggi in corso ma iniziate nei primi anni 2000, si compongono da 22 o 24 puntate da 40 minuti l’una, le quali vengono dirette anche da più di tre registi. Essi si alternano costantemente o cambiano definitivamente dopo aver diretto anche solo tre episodi. Dunque, ognuno di loro, durante la realizzazione della serie, deve sapersi adattare alla volontà dello showrunner e più in generale a quella di tutto il set, entrando in perfetta sintonia con gli attori e la troupe in brevissimo tempo pur conoscendoli già.
Una realtà totalmente differente rispetto a una serie come Breaking Bad, in cui pur essendoci più registi, il principale è sempre Vince Gilligan.
Si è evidenziata questa differenza interna al mondo delle serie tv, poiché costituisce anche un importante fattore scatenante delle differenze tra regia cinematografica e regia dei telefilm: il budget. Le serie molto lunghe, con almeno due hiatus (una pausa di alcune settimane o mesi, solitamente invernale, che la troupe si prende per poter girare gli episodi o terminare il lavoro da mandare in onda dopo Natale), a seconda del network che le manda in onda, non potranno godere di un anno di libertà per realizzare il prodotto, come nel caso di molti film.
Di conseguenza non avranno neanche il tempo di rigirare alcune scene, nel caso in cui queste non soddisfino il regista. Inoltre, la scelta di pagare più registi meno famosi permette di risparmiare. Anche se, proprio perché non sono registi di alto calibro, è possibile si stiano ancora formando avendo solo pochi anni di esperienza, nei quali non hanno ancora maturato una propria firma o una capacità evidente di realizzare determinate riprese che possano arricchire la narrazione. Tutto ciò, per quanto talvolta sia impercettibile, rende la regia anonima e spesso piatta, limitandola a una normale ripresa degli eventi grazie a dei semplici cambi di scena. Accade, ad esempio, anche in Supergirl o nella sempreverde Grey’s Anatomy o in Supernatural, ma specialmente nelle sitcom.
Pensiamo proprio a Once Upon A Time.
Questa serie è diversa dalle altre, come ad esempio The OA (c’è ancora chi crede che non sia stata cancellata davvero), e non solo per la trama.
Edward Kitsis e Adam Horowitz hanno sicuramente avuto un’idea geniale decidendo di realizzare un retelling delle fiabe Disney, legando mondo reale e mondo fantastico. Purtroppo per loro, il budget fornito non è stato sufficiente a rendere il lavoro perfetto. Questo si è notato prima di ogni altra cosa negli effetti speciali. Essi sono sicuramente importanti per consegnare delle riprese che siano migliori, poiché uniti alla fotografia aggiungono particolarità alla scena, che in questo modo potrebbe definirsi cinematografica.
Quindi, per rispondere al dubbio, sarebbe errato parlare di una netta differenza tra regia cinematografica e regia delle serie tv alla luce delle più recenti prodotte.
Anzi, considerando Breaking Bad e Mr Robot, potremmo affermare che le serie tv stiano diventando dei veri e propri film.
Vi sono però delle eccezioni, delle differenze che si individuano in altri tipi di serie, come abbiamo visto, che però caratterizzavano molto di più gli anni precedenti.
Quindi, se in passato le differenze risultavano maggiori, oggi il mondo delle serie è sempre più proiettato alla creazione di puntate che si possano considerare ognuna il pezzetto di un film, abbandonando l’idea di una serie relegata solo allo schermo della tv.