Il salvataggio di Jesse
Se nel paragrafo precedente abbiamo parlato di una grave mancanza di Walt nei confronti dell’amico, qui abbiamo invece uno dei casi piuttosto rari in cui il chimico compie un gesto pericoloso per puro istinto di protezione verso il socio.
Lui è Heisenberg, ha l’animo di un uomo destinato al successo e per raggiungere i propri obiettivi è disposto a tutto; ma Jesse è più debole, è un giovane spacciatore che produceva la droga solo per denaro e che a causa del collega si è ritrovato in un mondo al quale non appartiene. Quindi nel momento in cui Walter intuisce che l’amico intende affrontare i balordi responsabili della morte di Thomas (penultimo episodio della terza stagione), comprende anche che egli sta agendo con i sentimenti e non con la ragione, la cosa più stupida da fare quando si parla di omicidi e affari loschi, e soprattutto che non sarà mai in grado di sopportare le conseguenze di tale gesto.
Jesse no, ma lui, Walt, sì. Ecco perché si intromette in una questione che in fondo non lo riguarda, investendo con l’auto i due spacciatori di Gus prima che Pinkman tenti di ucciderli… E subito dopo pronuncia quella parola che nelle situazioni rischiose è sempre una prova d’affetto: “Scappa!”.
Nonostante il contenuto violento delle immagini, si tratta di una sequenza effettivamente dolce, se si considera la premura con cui lo spietato Heisenberg decide di correre in aiuto del collega; una sequenza che forse Martin avrebbe arricchito con un insegnamento, una lezione impartita da Walt a Jesse nel modo certo più rude, ma anche più efficace possibile: pensate per esempio al difficile percorso di formazione che Arya Stark intraprende a fianco del Mastino in GOT, e cercate di figurarvi gli stessi disincantati concetti spiegati al giovane Pinkman:
– Non devi mai uccidere per amore, Jesse! – urlò Heisenberg, afferrando il ragazzo per i vestiti e poi spingendolo via; l’altro, ancora fuori di sè, non reagì.
– L’amore, le emozioni… Non sono per gente come noi, mi hai capito? – gridò ancora il più anziano, parlando con tutta la paura e la rabbia che aveva in corpo: a causa del comportamento sconsiderato di Jesse ora erano entrambi in pericolo, e quel pericolo si chiamava Gus Fring.
– I sentimenti sono un lusso che non possiamo permetterci – sibilò ancora, stavolta a voce fatalmente bassa.
Il collega lo osservò con gli occhi pieni di lacrime, ancora alterati dalla droga che aveva da poco assunto: – E allora perché diavolo sei venuto a salvarmi? –