Dopo oltre dieci anni di Breaking Bad si è detto di tutto. Definita geniale, straordinaria, persino una delle migliori serie tv di sempre, essa continua ancora a sorprendere, dopo tutto questo tempo. E la ragione del suo costante successo risiede nella sua forma, nella linearità della sua narrazione, nella profondità dei personaggi. Modellata su un simbolismo impeccabile e delicato, Breaking Bad racconta la storia di chi il potere lo brama, lo vive e poi lo perde.
Alcuni dei 62 episodi di cui si compone spiccano per genialità. Altri ancora per l’altissima tensione o per l’espressivo simbolismo trasmesso. Ma ce n’è uno capace di incarnare in un’unica puntata tutte queste caratteristiche: Ozymandias.
Chiunque abbia visto la 5×14 di Breaking Bad ricorda esattamente l’agitazione e il senso di irrequietezza provato durante la sua visione. Siamo quasi alla resa dei conti e questo episodio rappresenta il punto di non ritorno, lo sfregio al lavoro di Walter White, alle sue aspirazioni. È un pugno allo stomaco che simboleggia l’avvento della perdizione, il fallimento dopo la gloria.
Ozymandias è indubbiamente uno degli episodi più simbolici della serie tv.
Tra nostalgia e dolore, riesuma i ricordi dei protagonisti, facendo sin da subito un crudele paragone con il presente. Esso si apre infatti con un flashback che ci riporta esattamente al primo episodio della serie. L’innocenza e le speranze che hanno accompagnato i protagonisti all’inizio di questo viaggio hanno ormai ceduto il posto alla sofferenza e al rimpianto, alla frustrazione e alla rabbia. Così ogni cosa finisce dove tutto ha avuto inizio: nel deserto.
Il titolo dell’episodio fa riferimento all’omonimo sonetto del 1800 scritto da Percy Bysshe Shelley. Ancora una volta, la poesia fa il suo ingresso nello show imponendo un confronto tra il significato del testo e gli eventi narrati. Alla celebrazione della grandezza si accompagna il declino di un sovrano, del “Re dei Re“, di Walter White. Le imprese di Heisenberg svaniscono in un secondo, sovrastate dalla piaga della morte, abbandonate nel deserto.
La morte di Hank segna per sempre White, il quale crolla sul suolo così come le sue ambizioni, i suoi obiettivi. Il deserto che si spacca sotto il suo peso rappresenta la distruzione che ha causato e della quale lui stesso diviene vittima. Rendendosi conto di non poter più tornare indietro, egli si aliena e sprofonda nel dolore.
Mentre i minuti passano ci rendiamo conto di quanto il destino continui a sfidare Heisenberg, istigandolo più volte a un raffronto con se stesso. Ne abbiamo una dimostrazione quando il volto di Walt si riflette più volte nell’auto. Un pensiero va al cognato e al suo partner, subito dopo aver guardato se stesso dallo specchietto. I tumoli nei quali riposano, per ironia della sorte, li ha scavati lui. Simbolicamente li ha così condannati a morte, ancor prima che venissero giustiziati.
In questo episodio di Breaking Bad tutto si sgretola. Ogni speranza, ogni ideale, ogni vita. Tutti subiscono le conseguenze delle azioni di Heisenberg.
Il gesto involontario dell’inginocchiarsi rappresenta la disperazione alla quale in molti si abbandonano. Walter è il primo a cedere, frustrato, ferito: nulla riporterà in vita Hank, nessuno gli restituirà il suo denaro, rendendo ogni minuto del suo lavoro vano. Lo segue a ruota Jesse, senza speranza, senza alcuna illusione. Trascinato via, verso una crudele prigionia, Pinkman realizza di essere sempre stato condannato da Mr. White, da quella figura paterna che ha lo ha distrutto dall’interno.
C’è Marie, distrutta per la perdita dell’amato marito, seguita dalla sorella che – per strada – si inginocchia perché non riesce a rassegnarsi all’idea di aver perduto anche la figlioletta. Nessuno chiude questo episodio integro, ognuno dei personaggi ha perso qualcosa, o qualcuno. Esiste solo un vuoto incolmabile, una ferita che non guarirà mai e con la quale potranno solo imparare a convivere.
Le imprese di Walter White li hanno condotti alla rovina. Chiunque abbia avuto a che fare con lui ha subito parte della sua sventura.
Jesse lo sa bene. Quando, nel deserto e con una pistola puntata alla nuca, alza gli occhi al cielo e osserva due volatili librarsi in aria. Forse in attesa della sua carcassa da divorare, egli li guarda e sa già di essere condannato al peggio. Potremmo individuare in questo breve momento un richiamo alla mitologia greca e a quel mito di Dedalo e Icaro. E così come l’inventore greco, Walt a fine episodio riuscirà a salvarsi. Mentre Jesse è condannato a un destino peggiore della morte. È un Icaro ingenuo e rassegnato, che ha osato troppo e che adesso non ha più alcuna possibilità per fuggire via.
Nella serie tv anche i colori simboleggiano qualcosa nel corso delle stagioni e la 5×14 riconferma questa tradizione.
Il colore arancione, ad esempio, ha sempre contraddistinto l’avvento di una tragedia. E nella 5×14 è proprio Hank a indossarlo, già condannato al pericolo imminente. Il rosa, invece, è spesso stato utilizzato per simboleggiare la moralità di Walter (l’orsacchiotto rosa della seconda stagione era di quel colore). In Ozymandias, stavolta, la bilancia morale la rappresenta Holly, in rosa, spingendo il padre a lasciarla ai vigili del fuoco affinché torni a casa.
Verso la conclusione dell’episodio, l’ennesimo simbolo che rimanda al fallimento del protagonista è la scacchiera dei pompieri. Nel breve fotogramma è possibile individuare la pedina del re apparentemente messa alle strette, sola e all’angolo, proprio come Walt. Non ci sono piani B, non ci sono soluzioni. Non c’è alcun modo per riparare ciò che è andato distrutto.
Ogni sacrificio compiuto per guadagnare il denaro destinato alla sua famiglia è stato vano, così come le sue azioni per divenire Heisenberg. In Ozymandias ci ritroviamo dinanzi a un uomo debole, costretto alla fuga. E da solo egli scappa, allontanandosi dal male irreparabile che ha causato. L’attenzione si sposta infine sulla scena di un cane che attraversa la strada. Considerarlo un riferimento alla situazione di Walt o di Jesse Pinkman è a discrezione dello spettatore. In ogni caso, quel cane randagio sembra alludere alla solitudine che ormai attanaglia i due protagonisti della serie. Senza famiglia, senza una casa.
Ozymandias rappresenta l’apoteosi di questo show, nonché l’episodio cruciale in cui ogni cosa è perduta, in cui tutto è stravolto. In 47 minuti esso riflette le fragilità dell’uomo, la sua fame di potere, la ricerca di una remissione. E questo mix di umanità e grandezza, descritto attraverso metafore e messaggi simbolici, continua sempre a stupirci.