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I won

Breaking Bad
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Due parole. Un significato potente, definitivo, avvolgente. Un’intera vita riscattata dietro queste due parole, pronunciate con la voce rotta di chi sa che ormai più niente potrà ostacolare la sua ascesa. Breaking Bad, nell’episodio 4×13 Face off (in italiano Fine della storia) scritto e diretto da Vince Gilligan, ci regala uno dei momenti più alti della serie, che coincide con il climax dello scontro tra Walter White e Gustavo Fring.

Quello a cui assistiamo è senza dubbio il trionfo di Walt, ma anche un passaggio del testimone di villain di cui nessuno è ancora consapevole. Né i protagonisti, né gli spettatori.

Insomma, in queste due parole c’è l’intero significato di Breaking Bad. La celebrazione della degenerazione è anche la consapevolezza della vittoria, in una dicotomia intrigante ma al tempo stesso spaventosa.

Non esiste una senza l’altra: non esiste la sconfitta della propria umanità senza la vittoria della propria sopravvivenza. Questa citazione è una delle più significative per comprendere perché Walter White sia un personaggio così complesso e, a modo suo, unico.

breaking bad

La sconfitta è un tema che accompagna Walt per tutta la sua vita. O perlomeno, per gran parte di essa. Il suo è un cervello da Nobel per la Chimica, eppure quando lo conosciamo apprendiamo che insegna alle scuole superiori, confrontandosi con ragazzi svogliati e spesso maleducati. Ma non basta: sua moglie Skyler è incinta, quindi non lavora. Per questo, per far quadrare i conti Walt fa un secondo lavoro, decisamente più umiliante: lavora in un autolavaggio.

L’autolavaggio è di per sé già un simbolo di rivalsa: prima si licenzia dopo aver scoperto di avere il cancro e poi, una volta diventato ricco grazie alle sue attività criminali, lo compra per riciclare i soldi sporchi. Comprare il luogo in cui veniva umiliato è per Walt un momento di grande cambiamento, ma anche di consapevolezza: diventano sempre meno le persone che possono dirgli cosa fare o non fare.

Tra queste, tuttavia, c’è ancora Gustavo Fring. Il rapporto tra Gus e Walt passa da essere una normale relazione tra datore di lavoro e dipendente (con tutte le peculiarità legate al fatto che si parla di due criminali) a una competizione che deve vedere emergere il più forte. Dico deve perché il punto di non ritorno a cui i due giungono implica che la storia non può proseguire con entrambi in vita.

Tra questi due estremi, tuttavia, c’è molto altro. C’è ammirazione, c’è paura, c’è competizione. Lo si capisce dal modo in cui Walt ripete (in maniera inconscia probabilmente) sistematicamente le movenze di Gus una volta che se ne è liberato (qui trovate un articolo sul simbolismo nella serie). È come se averlo ucciso rappresenti un modo per inglobarne alcune caratteristiche. Walt non odia Gus, anzi: sa benissimo che da lui ha solo da imparare.

gus fring

Lo uccide perché è convinto che quel tipo di relazione professionale non gli permette di avere il controllo sugli altri e su se stesso.
In parole povere, non gli permette di comandare.
Certo, c’è anche il fattore di legittima difesa che interviene. Ma alla fine dei conti, Walt non sopporta di avere qualcuno sopra di lui. È stato così per tutta la vita, ma ora non più.

Aver accumulato solo sconfitte significa anche essere accompagnato dalla sfortuna. Una di esse è stata vendere la propria quota della Gray Matter Tecnhologies per 5000 dollari e vedere poi quella azienda fare fatturati assurdi. Il suo impero della metanfetamina è l’occasione malvagia che Walt si è creato per riscattare quella sconfitta clamorosa. Avere un figlio parzialmente paraplegico che tra l’altro ammira lo zio Hank molto più del padre è un’altra pena a cui Walt pone rimedio: dire di essere ricco a causa del gioco d’azzardo (su idea di Skyler) ha quel paradossale effetto di rendere il padre un uomo “figo” agli occhi del figlio.

C’è un’ultima cosa che Walt deve perdere, in via irrimediabile, prima di poter vincere: la sua umanità.

Questo avviene nel momento in cui ritiene che avvelenare un bambino sia il mezzo necessario per raggiungere il suo scopo. La chiusura dell’episodio, con l’inquadratura sulla pianta di mughetto a casa di Walt, svela che il nostro protagonista è ormai andato oltre.

breaking bad

Non c’è più Walter White, solo Heisenberg. Walter White perde, Heisenberg trionfa nella perpetua oscurità. Solo a questo punto, con la voce rotta di chi sa di aver superato ogni limite pur di salvarsi e al tempo stesso affermarsi, pronuncia quelle due parole:

I won.

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