Bryan Cranston è uno degli attori più talentuosi del piccolo e del grande schermo. Un artista dinamico che si muove con grande disinvoltura tra il set cinematografico e il palco teatrale. Alla fine degli anni novanta raggiunge la notorietà con il ruolo di Hal Wilkerson nella celebre sitcom Malcolm in the Middle ma ha anche partecipato a pellicole cinematografiche di grande successo come Salvate il soldato Ryan. La vera svolta per la sua carriera arriva nel 2008 con Breaking Bad, dove interpreta un personaggio ormai divenuto iconico nel mondo delle serie tv, il chimico Walter White. Questo ruolo gli permette di raggiungere le vette più alte dello star sistem e di far finalmente riconoscere le sue immense doti attoriali. Nel 2013 infine riceve una stella sulla famosissima Walk of Fame di Hollywood.
Nonostante il clamoroso successo del suo personaggio più amato Heisenberg, Bryan è un uomo con i piedi ben piantati a terra. E questo gli permette di essere un punto di riferimento per il suo pubblico che lo considera quasi uno di famiglia. Sì perché, attraverso la sua grande disponibilità nel conversare in primis con i fan e il sincero affetto che prova verso i ruoli da lui interpretati, (manifestato anche attraverso l’amicizia che conserva con i suoi colleghi di lavoro, in particolare Frankie Muniz e Aaron Paul) Bryan ci rimane vicino. Perciò adesso, da bravi vicini di casa, ricalchiamo le sue cinque interpretazioni più incisive e iconiche.
5) Jack O’Donnell – Argo
Iniziamo parlando di Jack O’Donnell, uno dei personaggi di Argo, un thriller politico (diretto da Ben Affleck) ricco di scene di impatto senza il cliché del patriottismo o un’eccessiva critica nei confronti del paese.
Prima di cominciare a girare, Bryan Cranston ha fatto uno studio peculiare per creare le fondamenta del suo personaggio.
L’attore ha intrapreso un percorso di ricerca sul campo per poter capire bene come funziona e si muove un agente della CIA. Quindi ha intervistato agenti, presenziando durante il loro lavoro. Per Cranston il progetto di Argo è stato molto stimolante. Come dice proprio lui in un’intervista, Argo è una storia che vale la pena di essere raccontata, in in cui la tensione cresce a ogni scena grazie all’esperienza e all’immaginazione di chi ci ha lavorato.